22.Nuove Regole

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Un qualcosa di inspiegabile cominciava a nascere, qualcosa del tutto estranea, mai esistita fino ad ora. Era la voglia irrefrenabile di vedere, di sentire la voce di qualcuno, ma non sapevo di chi. Erano degli occhi verdi a mancarmi?
Quel pomeriggio avevamo deciso di guardare qualche casa economica, ma abbastanza grande da poterci entrare in tre. Niall si offrì volontario ad aiutarci, chiudendo così in anticipo il locale. Nella via dove abitava lui, le case erano o piccole o abbastanza costose, cosa che noi non potevamo permetterci. Gironzolavamo a vuoto, nessuna casa era abbastanza soddisfacente. Avevamo pensato già fin dall'inizio di fare un secondo lavoro. Ma cosa? Eravamo tutti messi male, perseguitati da uno stalker assetato di soldi e con un padre in carcere. Dopo aver salutato Niall dicendogli che avremmo fatto in modo di trovare qualche riparo, almeno per la notte e, assicurandolo che in caso contrario saremmo andati da lui, ci dirigemmo verso il ponte dove l'ultima volta avevamo incontrato quel ragazzo, che ora non ricordo il nome. Ancora una volta attraversammo il ponte ricoperto di quell'arte che a modo suo era fantastica. In lontananza vidi un gruppetto di amici e intuii che fossero quelli dell'ultima volta. Jack era posto alla mia destra, Anne alla mia sinistra, e con dei passi felpati ci dirigemmo verso di loro in cerca di aiuto , eravamo piuttosto disperati. Il biondo si accorse della nostra presenza e si avvicinò dove eravamo noi, con il solito sorriso stampato in faccia.
-Hey Ragazzi! Come state?- Il ragazzo ci accolse, ancora una volta, con un caloroso saluto.
-Hey ciao...-Disse Jack un pó imbarazzato. Doveva aver dimenticato, come me, il suo nome.
-Bruns-,continuò il ragazzo con un tono allegro.
-Ah ecco! Scusami, ma ho la memoria corta.- Un pó imbarazzato, il moretto si scusò.
-Tranquillo. Cosa vi porta qui?-
-Stiamo cercando casa che sia quantomeno economica. Potreste darci un consiglio?-Jack si rivolse a tutti quelli che stavano dietro Bruns, non erano abbastanza socievoli.
-Noi abitiamo tutti insieme, c'è ancora posto per tre persone. Ma vi avverto non siamo dei tipi tranquilli.- Bruns ci spiazzò con la sua proposta. Eravamo sorpresi quanto lo erano i suoi amici che cominciavano a fulminarlo con lo sguardo.
-Ma...- Una ragazza bruna cercò di protestare, ma Bruns la fermò con un gesto veloce, facendole segno di stare zitta. A quanto pare era il leader.
-Ma dovrete contribuire al pagamento della luce, acqua, spazzatura e le solite tasse costose senza escludere le pulizia che dovremmo fare a turno.-Il ragazzo sorrise, rassicurandoci che non avremmo dato fastidio a nessuno di loro.
-Sarebbe perfetto! Ma...-Jack entusiasto si fermò d'un tratto come se avesse ricordato un grosso problema.
-Niente ma Jack! Siamo tutti d'accordo della decisione e poi sembrate delle brave persone.- Brave non lo eravamo. La sua gentilezza non la meritavamo. Era troppo gentile con noi, non lo doveva essere. Noi eravamo scappati, eravamo stati codardi, questo eravamo. Non siamo brave persone, Bruns, siamo quello che tu non pensi che noi siamo. Ma, dovettimo accettare. Avevamo pensato a noi stessi, eravamo egoisti, ma eravamo stati costretti. Nessuno ci conosceva per quello che eravamo. Io non conoscevo né Anne e né Jack seppur fosse mio fratello. Chi eravamo realmente?
-Eccoci qua!-Eravamo arrivati davanti un palazzo, vecchio ma ancora in piedi. Non prometteva nulla di buono. Era uno di quei palazzi che le persone evitavano, schifati dalla muffa presente sia fuori che dentro. Eravamo alla periferia della città dove tutto era possibile. Erano presenti bidoni della spazzatura rovesciati per terra, musica rock a palla, urla di genitori verso i propri figli che ormai erano persi, persi per strada, avevano fatto della propria vita un macello, disposti a servire i superiori per poter sopravvivere o anche per farsi accettare. Sono sopravvissuta a Bronx, sopravviverò anche qui.
-Ragazzi non è un granché, ma è tutto quello che ci possiamo permettere-, con un sorriso lo rassicurammo. Era molto meglio che stare sotto un ponte, decisamente. Entrammo dal grande portone e una lunghissima rampa di scale si presentò davanti ai nostri occhi.
-Non vi preoccupate, siamo al secondo piano.- Mi sollevai nel sentire "secondo piano", non ce l'avrei fatta a salire tutte quelle scale.
L'unico rumore presente erano i nostri piedi che sbattevano per ogni gradino. Nessuno osava parlare, tutti tacevano come se, da un momento all'altro potesse comparire il criminale dal quale stavamo fuggendo e scoprire la nostra improbabile fuga. Mancavano pochi gradini e saremmo arrivati alla nostra nuova casa. Potevamo scorgere fin da qui il baccano che stavano facendo gli amici di Bruns. Questo ci aveva assicurato, ancora una volta, che gli saremmo piaciuti e si sarebbero trovati bene con tre persone in più. Facemmo andare per primo a Bruns e di conseguenza anche ai propri amici che non avevano cambiato minimamente la propria espressione su di noi. Non appena Bruns girò la maniglia della porta capii che la nostra vista stava cambiando radicalmente. Afferrai velocemente la mano di Jack che di conseguenza la strinse ad Anne per poterci confortare e rassicurare che tutto sarebbe andato bene. Appena entrammo la prima cosa che potei notare era il disordine che regnava in quella stanza, chiamatele pulizie queste.
-'Ragazzi mi scuso per il disordine, ma i ragazzi sono piuttosto vivaci.- Bruns si scusò incolpando la vivacità dei ragazzi. I ragazzi appena si accorsero della nostra presenza si composero per far più bella figura ai nostri occhi, cosa che non risultò.
-Allora ragazzi loro sono: Jack, Anne e Allison. Vivranno con noi e di conseguenza condivideranno anche le spese.- Il biondo iniziò col presentarci.
Loro in risposta annuirono e si avvicinarono a noi, stringendoci la mano, per educazione.
-E loro sono: Kristin e Nick.- Bruns terminò le presentazioni e dopo aver finito ci fece segno di accomodarci.
-Allora ragazzi...-Bruns stava per parlare ma venne interrotto subito da una ragazza bionda:
-Ragazzi esistono delle regole qui, che come sapete dovranno essere rispettate.- La ragazza parve essere infastidita dalla nostra presenza. Lo si notava dal tono della voce che assunse. -Ah si ragazzi. Bhè non preoccupatevi non sono niente di che-, il nostro amico ci fece l'occhiolino per tranquillizzarci.
-Punto primo: Non si toccano i fidanzati degli altri, regola fondamentale...- Non mi interessa il tuo cagnolino, tranquilla bionda.
-Secondo punto: Si rispettano i turni delle pulizie. Niente eccezioni per nessuno e, si pulisce da soli.
Terzo punto: Si dovrà pulire entrambe le camere:maschili e femminili, incluso il bagno.- Troppe regole. Eravamo in un college per caso?
-Quarto punto:Si ci difende sempre, in qualunque circostanza, rischiando anche la propria vita.
Quinto punto: Ogni volta che si esce da questa stanza si dovrà avvertire ad uno di noi dove si va.
Sesto punto: Mai uscire da soli, specie voi, non ci fidiamo del tutto, ancora.- Certo. L'ho potuto notare della gentilezza che avete nei nostri confronti.
-Settimo punto:Si deve sempre ascoltare il leader, Bruns.
Ottavo punto: Non si deve mai dire a nessuno i nostri segreti. Quello che si dice in questa stanza, nessuno eccetto noi lo dovrà sapere.
Nono punto:Si deve fare sempre quello che decide la maggioranza.
Decimo punto:Si rispetta il turno dei piatti e nel cucinare i vari pasti.
Undicesimo ed ultimo punto:Le donne non possono dormire nella stanza degli uomini e viceversa e ricordo a tutti gli uomini presenti in questa stanza che, esiste la privacy per noi donne.- Il lungo regolamento terminò qui, con un pó troppa rigidità. Ma dovevamo accettarlo, era l'unico modo.
-Dai Emma come sei puntigliosa. Non incutere timore a questi bei ragazzi.- Un ragazzo con le treccine scherzò con la bionda, facendo notare che era stata veramente rigida, con noi.
-Martin stai zitto-, lo riprese. Il presunto Martin si avvicinò a noi e con un tono basso ci disse:
-Non preoccupatevi, fa sempre così inizialmente, ma è simpatica.- Ci avvisó con un sorrisetto. Speriamo bene.
-Allora Anne e Allison venite con me. Per ricordarvi io sono Carly.- Una ragazza dai capelli corvini, simili a quelli di Anne, ci guidò verso una stanza, presumo che sia la stanza delle ragazze. Era una stanza enorme, senza armadi, solo un piccolo comò dove erano poggiati alcuni telefoni e alcuni letti singoli posti alcuni in modo verticale e altri in modo orizzontale.
-Allora ragazze gli ultimi lettini rimasti sono vicini alla finestra quindi non avete scelta. Per quanto riguarda i vestiti abbiamo tutte un armadio unico che è abbastanza grande, ma visto che quasi tutte abbiamo la stessa taglia i vestiti sono in un certo modo di tutte. È posto prima della stanza dei ragazzi, non potete confondervi. Per quanto riguarda il bagno è solo uno, mio malgrado, quindi faremo a turno. Ora vi lascio riposare.- Dopo averci dato le indicazioni, la moretta ci lasciò sole. I lettini, come aveva precedentemente detto,erano posti vicino la finestra. Uno era attaccato al muro mentre l'altro era posto di fianco a quest'ultimo divisi da un minimo spazio.
-Allora lascio a te la scelta. Scegli quale lettino vuoi.- Lasciai scegliere Anne per prima. Non vedevo l'ora di stendermi, ero veramente stanca.
-Bhé... vorrei quello posto vicino al muro-, Anne era imbarazzatissima, ancora. Così senza farla sentire a disagio ulteriormente, mi fiondai sull'altro letto seguita a ruota dalla ragazza. Non era un letto grande, ma neanche piccolo. Non era soffice,ma neanche duro. Ma era pur sempre un letto.
-Grazie.- Riuscii ad ascoltare un sussurro, e mi accorsi che era stata Anne.
-Di cosa?-Chiesi sorpresa.
-Di tutto. Di avermi salvata non conoscendomi neppure ,di esserti fidata di me seppur io non lo facessi e anche di essere qui.- Le sue mani si muovevano, i pollici si intrecciavano freneticamente. Era nervosa.
-Non devi ringraziarmi. Non me lo sarei mai perdonato se ti avessi lasciato lì, in quella topaia. Devo ammettere che muoio dalla voglia di scoprire la tua storia, ma aspetto che sia tu ad essere pronta.- Mi sistemai meglio sul letto e mi appisolai sul cuscino dalla federa rossa. Avevo una voglia sfrenata di abbracciare Nikki e Demi, loro che mi avevano accompagnato in questo lungo cammino. Una nuova famiglia per noi sarebbe stata una nuova avventura, una nuova esperienza, una nuova vita, ma tutto ciò che ottenni fu un'incredibile tristezza. Persi le mie due amiche, ma ritrovai mio fratello. Da piccola passavo notte intere a cercare di capire perché Jack mi odiasse così tanto, ma finivo sempre per addormentarmi. Poi c'è lei, Anne, una ragazza dalla quale mi affezionai molto. Una ragazza introversa e fredda, ma che in un modo inspiegabile e incredibile, senza fare alcun gesto o dire qualcosa mi ha fatto capire che aveva un forte bisogno di affetto, affetto che mancava ad entrambe. Era forte, ma allo stesso tempo debole. Cercava di allontanare tutti, ma urlava in silenzio di restare, di abbracciarla, di assicurla e di prometterle che l'avresti sempre aiutata, nonostante tutto e tutti. Mentre meditavo sulla persona posta di fianco a me, sentii una frase, una semplice frase che mi sconvolse, letteralmente.
-Sono pronta.-

I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora