Il dolore che provavo alle gambe era terribilmente fastidioso. Era più di un'ora che camminavo ininterrottamente senza mai fermarmi, forse perché non avevo una meta precisa. Di tanto in tanto mi fermavo davanti alle vetrine ad ammirare quei vistosi e costosi vestiti. Erano belli da vedere, ma non facevano per me. Mi rispecchiai in una di quelle vetrine e, mi accorsi che ero in un pessimo stato. Il mio viso era sciupato, i miei occhi dalle troppe lacrime erano rossi , le mie labbra erano screpolate dal troppo freddo. Le mie mani tremavano dal freddo, così me le avvicinai a coppa in bocca per poi soffiarci sopra, per trasmettermi un po' di calore. Da lì a poco avrebbero avuto un' ibernazione e, di sicuro non era un bene. Mi tirai di più le maniche della giacca per coprire, almeno in parte, le dita. La gente che mi passava affianco non mi degnava di uno sguardo. Stronzi, sono fottutamente come voi. Il colore della pelle può cambiare i nostri diritti?
Tremavo, e con lo sbattere dei denti, non riuscivo a fermarmi. Il sole stava per calare, e con esso anche il poco calore che trasmetteva. La notte sarebbe stata lunga e sofferente, e non riuscivo a trovare un riparo.
Pensavo e ripensavo a quello che era successo.
Non mi capacitavo del fatto perché capitassero tutte a me. Non bastava Anne, Nikki,Demi, Harry e Jack, ma ora anche Gimmy. Che fosse il fato a volermi del male?
Mi avvicinai ad una ragazza, più o meno della mia età.
Aveva i capelli al vento, un bel cappotto che la copriva fino alle ginocchia, un paio di stivali neri, una sciarpa avvolta al suo collo, senza dimenticare i bei guanti che portava nelle mani.
-Mi scusi.- la fermai, mentre nel frattempo cercavo di prendere calore. Con un sorriso, mi salutò, per poi rivolgermi la sua completa attenzione.
-Potrebbe prestarmi dieci dollari? Le prometto che glieli restituirò.-Cercai di essere convincente, anche se sul fatto del restituire non ne ero del tutto certa. Chi la conosceva?
-Ha bisogno di qualcos altro?-Non accettò la mia richiesta, ma nemmeno la rifiutò.
I suoi occhioni verde smeraldo mi guardavano con dolcezza e,forse anche comprensione. Quanto buon animo poteva avere quella donna?
-In realtà si, un posto dove poter trascorrere la notte, ma con quei pochi soldi spero di trovare almeno una piccola camera.--Come ti chiami?-Mi chiese, d'un tratto. Perché evitava ogni volta le mie domande? Se fosse stata una della polizia, che mi stesse cercando? E se fosse una ragazza che mi vorrebbe rapire ? In effetti tutte e due le opzioni erano plausibili, anche se l'ultima la escludevo. Però il suo fascino, la sue gentilezza, la sua dolcezza avevano un non so che di famigliare e soprattutto di strano.
Persi la speranza, non potevo riferirle il mio nome, era su tutti i notiziari e soprattutto dovevo andarmene subito, prima che mi potesse riconoscere.
-Non importa, non mi serve niente. Ciao.-
Mi voltai e , tolsi le mani dalla mia bocca, ora riscaldate più di prima. La ragazza non si mosse per niente, e il suo sorriso impresso sul viso mi sapeva di strafottente, irritante.
-Hey, aspetta.-Mi sentii chiamare da quella strana ragazza. Mi girai e la vidi che stava venendo dalla mia parte, con uno sguardo affaticato. Arrivò da me con un po' di fiatone. Dopo essersi aggiustata la piega che aveva assunto il cappotto, parlò.
-Mi scuso per la mia invadenza, non dovevo essere così indiscreta. Io sono Megan.- Mi porse la mano che io strinsi con esitazione.-Allison.-
-Hai bisogno di un rifugio?-Chiese nuovamente, sapendo perfettamente la mia risposta.
-Già.-Dissi imbarazzata.
-Puoi venire da me, sono sola . Spero che non sei una delinquente che mi voglia uccidere.- Disse in un modo scherzoso. Feci un sorriso falso, consapevole del fatto che avesse perfettamente ragione, anche se ancora non lo sapeva.
-Ma che dici? Certo che no.- la buttai sul ridire, per ridurre l'ansia che c'era nel mio corpo.-Allora, vieni?-
-Se non disturbo...-
-Ma certo che no, seguimi.-
Mi prese da un braccio, e proseguimmo verso una macchina, probabilmente era la sua.
Era bianca, piccola ma bella. Appena entrai, il calore mi avvolse, facendomi chiudere per un momento gli occhi, beandomi di quel senso di pace.
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I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)
FanfictionCamminava a passi lenti,indecisi. Si sentiva oppressa in quella città sconosciuta, si sentiva sola. In quella città estranea ci viveva,ma era come se fosse invisibile. Scappava ogni volta che le si paravano davanti problemi. Scappava perché altrimen...