4.Persone Sincere

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All'età di diciotto anni i ragazzi dovevano lasciare l'orfanotrofio divenuto ormai troppo piccolo per loro. Abitavamo in un quartiere che non era per niente tranquillo e sicuro . Uscire dall'orfanotrofio significava: uscire e distruggersi la vita. Non saper cosa fare , non riuscendo a trovare la giusta strada da soli a volte si sceglieva la strada più facile , la più pericolosa: spacciare.
Avevamo paura che in qualche modo facessimo questa fine. Il nostro futuro che progettavamo non era questo, di certo.
Il tempo alcune volte sembrava il nemico dell'uomo in effetti la mia adolescenza, come quella delle mie amiche, passò in fretta portata via da una folata di vento. L'adolescenza, l'età più bella, l'età più difficile, sofferente. L'età in cui si hanno il primo amore, la prima cotta, la prima delusione d'amore. L'età nella quale i nostri occhi vengono annebbiati dall'inconsapevolezza, dall'insicurezza. Io,io che avevo gli occhi di una sognatrice, che fin da piccola credevo nelle favole. Le mie certezze, le mie sicurezze vennero strappate non appena morii e rinaqui allo stesso tempo. Sì, ero rinata, rinata da quella tragedia che è a dir poco mi scombussolò la vita. Quella tragedia che mi portò via la mia unica certezza, la persona che mi capiva più di chiunque altro, la persona che mi spingeva ad inseguire i miei sogni, ma era certa che io ce l'avessi fatta da sola? Era certa che io sarei riuscita ad imbattermi contro il mondo così crudele, cattivo ma allo stesso tempo affascinante e ingannatore? Era certa che avrei incontrato persone così tanto disponibili ad ascoltare il mio silenzio pieno di parole? Era certa che io sarei riuscita a realizzare il mio più grande sogno? Erano due le certezze che avevo. Io, avevo incontrato due persone che erano disposte ad ascoltare le mie silenziose parole. Avevo anche la certezza che loro mi avrebbero aiutato a realizzare il mio sogno perché l'avremmo realizzato insieme. Oramai era arrivato il momento più terribile e atroce di tutti i tempi. Erano arrivati per tutti i dolorosissimi 18 anni i quali ci avrebbero cambiati alla lettera, ma questo non lo dovevo permettere. Due semplici numeri non potevano dare una svolta alla mia vita, la quale con difficoltà e determinazione ero riuscita a sopravvivere.
-Non voglio-
-Non voglio-
-Non voglio-
Erano queste le uniche parole che riuscivano a dire Nikki e Demi. Erano disperate quasi quanto me, lo si riusciva a capire dai loro occhi così cupi, così spenti, pieni di preoccupazioni. Ma, come per magia nei loro, nei nostri occhi si riaccese una speranza. Come si suol dire la speranza è l'ultima a morire. È così fu. Dovevamo ricominciare a credere di nuovo nelle favole?

Volevo chiedervi se gentilmente passaste a leggere la storia "~Quercia Bianca~" di @vaniglia.

I have a dream #Wattsy2018 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora