33.

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Sono in ansia.
《Ho dato fuoco alla casa.》 Gli scrivo.
《COSA?》
《Ho dato fuoco alla casa.》
《VERAMENTE???》
《No... forse dovevo trovare una scusa più credibile per farti tornare a casa, vero?》
《Oddio. No ma va tutto bene Abi.》
《Sicuro?》
《Si certo.》
So che mente, non avrei dovuto fidarmi a lasciarlo andare da solo.
《Cosa fate?》
《Niente, non c'è nessun prof. Non facciamo proprio niente. E tra poco c'è ricreazione.》
《Allora vieni a casa.》
《Mi dispiace ma》
《Vieni a casa.》
《Non posso.》
《Vieni a casa.》
Non risponde.
《Vieni a casa.》 Gli scrivo ancora.
《Ora devo andare. Sappi che ti amo piccola, non dimenticarlo.》
《Anche io, ma cosa sta succedendo?》
Ma lui non risponde più.
Sono in ansia.
Non ci sono autobus adesso per andare a scuola e la scuola è così lontana che se ci vado a piedi arrivo che è già finita. Non ha biciclette. Non posso fare niente.
《Mi spaventi. Per favore torna.》 Gli scrivo.
《Ti prego Mickey. Sto in ansia per te.》
Aspetto.
I secondi sembrano minuti, i minuti sembrano ore e le ore sembrano giorni interi.
"Dovrebbe essere già qui.." Dico sottovoce a me stessa.
Guardo fuori dalla finestra, non c'è nessuno in strada.
Sono spaventata, non so cosa fare, ho paura.
Scendo al piano inferiore e sento il telefono squillare.
"Sto arrivando. Sono in ritardo lo so. Ti spiegherò tutto. Scusami."
"Cosa?! Michael per favore. Cosa sta succedendo? Cosa ti  è successo?"
"Scusami. Ti dirò. Non volevo farti stare in ansia."
"Non scusarti Michael. Cos'è successo?"
Non risponde e riattacca.
La sua voce era tremante e spezzata, cosa che mi fa preoccupare ancora di più.
Prendo il cappotto e esco.
Probabilmente sarà venuto a piedi, per quello è così in ritardo, così gli vado in contro.
Ma di lui non c'è ombra.

Live. || M.C.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora