17.

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"Ei!" Dice.
"Devo andare ciao!" Dico velocemente.
Mi diverto, e so di farlo stare bene.
"Picc- cioè- Abi, sicura che devi andare a scuola?"
"I tuoi non ci sono vero?"
"Sono sicuro al 100% che tornano tra 5 ore esatte."
Impreco.
"Io a quell'ora dovrei finire." Dico sbuffando. "Forse ho qualche ora buca, ti chiamo in caso."
"Va bene. Io ti aspetto. I-io ti-"
"Ti anche io."
Ride.
Non so più cosa pensare, ma credo di amarlo.
Si, nonostante le migliaia e migliaia di kilometri. Nonostante chi vuole impedirmi di vederlo, di parlargli e di sentirlo.
Nonostante tutto io sono qui, e mi sono innamorata di lui.
"Tutto a posto? Non tornavi più."
"Scusa Jade. È che-"
Non so cosa inventare, ma fortunatamente la prof arriva subito.
"È che?" Mi chiede sottovoce.
"Mi ha chiamata mia madre." Dico.
"Ah okay."
***
Sono già le 10. Ancora tre ore.
Continuo a sperare di poter uscire prima possibile.
Sta diventando come una droga. Non riesco a stargli lontana un minuto, e lo stesso è per lui: continua a inviarmi messaggi da quando sono entrata in classe.
《Con oggi sono 300 giorni. Solo 300 e ci abbracceremo oddio!》
Mi fa sorridere. Non so perché ma è una cosa che mi fa star bene.
Dopo di questo mi manda altri (almeno 20 o 30) messaggi che io leggo di nascosto a latino.
Li leggo tutti velocemente senza rispondere, ma poi leggo l'ultimo.
《Ho bisogno di abbracciarti.》
Brividi? Si. Tanti.
Come se qualcuno mi avesse appena messo un pezzo di ghiaccio dentro la maglia.
Nessuno mi aveva mai detto una cosa simile, e sapere che è stato proprio lui il primo mi fa stare ancora meglio.

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