capitolo 2

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L'agitazione e la tensione iniziarono a farsi strada dentro di me. Mi incamminai verso il bagno chiudendomi la porta alle spalle.
Entrai lentamente sotto la doccia.
Lasciai che l'acqua calda facesse scivolare via tutti i miei problemi.
Erano quei tipici momenti in cui pagherei purché durassero per sempre. Ero così concentrata su me stessa , sul rumore dell'acqua , sulla mia pelle umida , sul vapore che mano a mano si creava che dimenticavo persino dove fossi.
Peccato che quei momenti duravano poco , troppo poco.
Come speravo che durasse poco quell'interminabile giorno che stavo per vivere e che mi si era presentato in quel momento solo nei miei incubi , immerso nel buio, nella paura e tenuto costantemente d'occhio fino al giorno in cui non avrei dovuto farmi avanti e affrontarlo.
Lo scoccare dell'orologio si era fermato.
Quel giorno così temuto , ma allo stesso tempo così incondizionatamente atteso era ormai arrivato.

Infilai i vestiti e dopo aver sistemato - o a quanto pare -averci provato , la mia folta chioma castana , scesi di sotto.
Trovai mio padre seduto a tavola con il giornale fra le mani , e mio fratello maggiore Seth intento a far entrare i libri nel suo microscopico zaino.
-"Credo che dovresti comprarne uno nuovo "- lo incalzai
-"Ehy Buongiorno ! , comunque riuscirò a farceli entrare non preoccuparti "-
-" Vuoi un passaggio ? "- ci interruppe mio padre
-"No non preoccuparti andrò a piedi "-
-"Credo che per oggi farò a meno dei libri "- disse Seth dando un leggero calcio allo zaino.
Alzai gli occhi al cielo e mi diressi verso la cucina , misi un biscotto in bocca e afferrai al volo il giubbotto, quando la voce di mio padre , dura e fredda come una buia giornata d'inverno , mi arrivò alle orecchie.
-"Come esci da scuola vieni dritta a casa , e non fare tardi. "-
-"Ok "- la mia voce uscì strozzata , come del resto succedeva quando mi capitava di avere brevi conversazioni con lui.
-"Farò il più presto possibile "-
-"D'accordo , adesso vai , è già tardi"-
Annuì senza tante storie e finalmente spostai il mio sguardo da quegli occhi che mi avevano sempre fatto paura.
Mio padre aveva sempre desiderato che io fossi la figlia perfetta , quella che prende buoni voti , che arriva in tempo a casa , che non fa l'insolente e che non si caccia nei guai.
Ma io non ero così , e non lo sarei mai stata per lui.
Dalla morte di mia madre era diventata un'altra persona , non potevo neanche parlargli come una volta , non c'era conversazione che durasse al massimo 5 minuti , poi inventava scuse e se ne andava , lasciandomi li con la speranza che forse sarebbe venuto.
Ma non venne mai.
E nel frattempo che lui si faceva i suoi comodi la crepa nel mio cuore diventava sempre più profonda, sempre più incurabile.

Non Ti Conosco, Ma Ti Amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora