Capitolo 19

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Le vacanze di Natale, trascorsero in serenità, più o meno.
Non feci molto caso ai fatti accaduti in precedenza.
Avevo lasciato il problema "James" fuori dalla mia vita.
Non mi importava, certo le sue parole avevano un qualcosa di vero, ma in fondo, aveva sicuramente avuto i suoi motivi, e in alcuni tratti era stato così filosofico, che ci sarebbe mancato pure che mi fossi messa a ridere, ma nulla di tutto ciò che aveva detto era falso, anzi, la realtà, l'aveva strofinata in faccia ad una dozzina di studenti, e ad una professoressa di italiano ancora sotto shok.
E io, non ero obbligata a comprendere, a capire il perché.
Non ero nessuno -e una volta me lo aveva pure detto- quindi seppellì del tutto l'argomento.
Non mi importava, e a tempo debito, avevo altre cose per la testa.

Quella sera, finalmente, Seth sarebbe tornato da me.
Volevo rivedere il suo sorriso, volevo che mi stringesse di nuovo a sé.
Volevo sentirlo ridere, volevo che mi ricordasse quanto fossi stupida in certe circostanze, e quando a volte, mi comportassi da bambina.
Volevo tante cose, e nulla allo stesso tempo.
Ma, per il momento, Seth era indubbiamente in cima alla lista.
Dopotutto era la vigilia di Natale, e sarebbe stato il regalo più bello.
Babbo Natale, forse quell'anno era stato clemente con me, non mi aveva mai portato niente, per cui valesse la pena sorridere, forse a quel punto, non appena fossi stata tra le braccia di Seth, avrei pianto.
Altro che bambina!
E lui di certo, sarebbe scoppiato a ridere.
E sicuramente, dopo, non ne avrei potuto fare a meno neanche io.

Ero seduta al tavolo della cucina, nel più totale silenzio.
Mio padre, si aggirava di sopra, tra il bagno e la camera da letto, intento a prepararsi per la cena.
Io non ero così interessata all'aspetto.
Avevo i miei Jeans strappati al ginocchio preferiti, le converse ai piedi, e la felpa dell'adidas rossa.
Nulla che richiedesse troppo sforzo.
I capelli invece, non li avevo neanche pettinati, raccolti in una disordinata coda di cavallo.
La casa invece, non aveva nulla di diverso.
Avevo messo qualche decorazione in salotto, e l'albero invece...beh, non credo si potesse considerare albero, un pezzo di plastica alto un metro e trenta.
Ma mi adattavo con quello che avevo a disposizione.
All'esterno invece mi ero limitata al buon vecchio tappeto rosso, con la scritta nera di "Buon Natale", apparte quello, non c'era altro.
E al piano di sopra, tutto era come al solito.
Guardavo indispettita l'orologio, aspettando quelle fatidiche ore, che mi avrebbero resa felice.
Il cellulare passava da una mano all'altra.
Ero indubbiamente annoiata!
Avrei potuto leggere un libro, guardare la televisione, ma no! No, non c'era niente che mi andasse di fare in quel momento, o almeno, nulla che richiedesse lo sforzo di salire al piano di sopra, o quello di allungare la mano, e afferrare il telecomando.
Ero impaziente, e ne ero certa.
Avrei potuto scommetterci qualunque cosa, ma non solo la mia irrequietitudine, mi segnalava che ero alquanto nervosa.
Si, ero ansiosa! Ok?
Provate voi a separarvi dalla persona a cui tenete di più per 2 mesi.
Accidenti! Stavo annegando nell'ansia!
Non riuscivo a stare seduta.
Per quel che valeva, la gamba sinistra continuava a battere su e giù, e apparte il vento che soffiava fuori dalla finestra, quello era l'unico suono che sentivo.
Mancavano due ore alle otto.
Si, avrei potuto farcela!
Ma, come se non bastasse, mi alzai dal divano ed iniziai a fare avanti e indietro, per tutto il salotto.
Senza capire il senso delle mie azioni, picchettai nervosamente le dita sulla credenza.
Le mie gambe si muovevano di loro iniziativa, ed io, ero in preda ad un attacco di iperattività.
No, non ce l'avrei fatta.
In realtà, se avessi dovuto fare ricorso alla sincerità, in quel momento, avrei saputo bene cosa fare, anzi lo sapevo...solo che non trovavo la volontà, e il coraggio.
Sarei passata per una stupida? O per una rompi scatole? Dai, andiamo! Chi si metteva a massaggiare la vigilia di Natale?
Avrebbe avuto sicuramente qualcosa di meglio da fare, anziché chattare con una persona, che principalmente, nemmeno conosceva.
Ma, non avevo nulla da fare, e sicuramente da un momento all'altro mi sarebbe venuto un attacco di panico, quindi, dopo aver mandato al diavolo il mio subconscio, presi il cellulare -abbandonato sul divano poco prima- e aprii la chat di Rei.
Rilessi i messaggi, fin dal principio. Oh cielo! Quanto ero patetica!
E, senza indugio, mandai il messaggio.
《Buon Natale Rei》
Inizialmente aggiunsi il punto esclamativo, ma poi mi venne in mente, che non dovevo farla sembrare una cosa...emozionante? Forse...
Ma, sia come sia, lo tolsi.
Doveva essere una cosa senza impegno, semplice, diretta, carina...No! Carina no!
Ripeto: Oh cielo! Quanto ero patetica!
Dopodiché, mi rimisi a vagabondare in casa, soffermandomi dappertutto, come se fosse la prima volta, che la guardavo in vita mia.
Non appena il mio Tour, giunse in cucina, il cellulare prese a vibrarmi in tasca.
Lasciai totalmente perdere la cesta di frutta, che stavo ammirando con tanto interesse, e aprii la chat.

Secondo me, ognuno di voi, starà pensando la stessa cosa.
Dicendomi qualcosa del tipo: "E dai! Perché mai fai così? Dopotutto è solo un messaggio, e alla fine come vuoi che possa rispondere? "Buon Natale anche a te" oppure "ricambio" non ci vuole mica un genio per capirlo"
Beh, io non credo di essere un genio, a meno che, genio, non corrisponda alla seguente descrizione : ragazza super sfigata, con una vita, che non rientra nella Top Ten di nessuno.
Ad ogni modo, non penso che sia così, ma, ritornando palesemente al messaggio, volli letteralmente sprofondare nel terreno, quando al mio semplicissimo augurio, seguì...
《Ma non è ancora Natale!!》
La cosa buffa in tutto questo?
Che lui il punto esclamativo, lo aveva messo.
Eccome, se lo aveva messo.
In quel preciso istante, nel più remoto angolo del mio cuore, la vergogna si propagò all'improvviso.
Accidenti!
Perché a me? Perché avevo scritto Natale, e non vigilia? E perché non mi era venuta voglia di mandare quel messaggio a mezzanotte?
Non avevo risposte, e a meno che non avessi risposto all'istante, mi sarei fatta complessi per tutta la vita.
《E allora? Che differenza fa? Mancano solo poche ore》
La risposta, era una delle peggiori.
Stavo per cadere in paranoia, lo sentivo.
《Beh, a questo punto, visto che sei all'incirca, a dir poco in anticipo, dovremo cambiare prospettiva》
La mia risposta, mi lasciò a bocca aperta.
《Eh?》
《Semplice. A questo punto potremmo chiamarla Vigilia, ma è troppo comune...》
Non avevo idea del perché, ma sentivo un sorriso sul punto del nascere.
《Io, credo ancora di non capire》
《Buon pre-Natale ragazzina!》
Altro punto esclamativo.
Altro tuffo al cuore.
Altro sorriso.
《Pre-Natale? Che roba è?》
《È il giorno prima di Natale》
Se l'avessi avuto davanti, credo che la risposta avrebbe contenuto un bel pò di sarcasmo.
《Sarò sincera con te》
《Dai spara》
《Sei così...》
《Meraviglioso? Simpatico? Speciale? Talentuoso?》
《Strano..》
《Beh, grazie》
Risi di nuovo.
《Oh, e anche emotivamente egocentrico》
《Hai colpito nel segno》
《Lo so, lo so》
Sorrisi contro lo schermo, e non mi capacitai affatto, dell'influenza che quel ragazzo aveva su di me.
《Bene, allora buon pre-Natale Rei!》
E questa volta, quel dannato punto esclamativo, lo aggiunsi.
《Buon pre-Natale piccola》
E in quell'istante, credetti di morire.

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