Capitolo 28

112 16 1
                                    

Non riuscivo a trovare i cereali.

Mi ero svegliata quella domenica mattina rilassata e pimpante.
Con una strana voglia di fare una ricca colazione.

Avevo cercato ovunque, ma dei miei cereali preferiti, avevo trovato solo la scatola vuota.

Così, quando avevo raccontato a mio padre l'accaduto, non appena tornato dal lavoro, lui mi aveva sorriso, e mi aveva rimbeccato il fatto di aver dei cattivi gusti in fatto di cereali.
"Ci sono più frutti rossi che cereali in quella scatola, non ha senso, tesoro"
Aveva continuato, dicendo che sarebbe stato meglio comprare dei fiocchi d'avena classici, ma, quando aveva capito che a me non fregava un fico secco della conversazione, mi aveva dato carta, penna e quaranta dollari, per andare a fare la spesa.

Successivamente dopo aver infilato i pantaloni, il giubbotto ed un cappello di lana, uscii in quella fredda giornata di fine gennaio.

Il tempo faceva davvero schifo.
Ero riuscita ad arrivare sana e salva al supermercato, prima che fuori si scatenasse il diluvio Universale.

Fortunatamente riuscii a trovare quasi tutte le cose segnate sulla lista, apparte appunto, i miei cereali.

Finii di pagare alla cassa, e mi trascinai fuori con tre sacchetti dietro.
Erano pesanti, e le buste traballanti e fragili.

Avevo il terrore di attraversare senza scatenare un ingorgo stradale.

La mia macchina era a circa dieci metri da me, ma, senza rendermene conto, la bottiglia di salsa mi sbilanciò troppo il sacchetto di destra. Il piede fece la sua parte sbandando, ed io finii addosso a qualcuno.

Mentre cadevo pregai con tutta me stessa che le uova non decidessero di farsi quattro passi e rotolare fuori.
"Ti prego." Pensai. "Niente figure di merda"

Non mi ero nemmeno resa conto del tizio seppellito dalle mie buste di fianco a me.

Presi cinque secondi per rendermi conto del danno che avevo fatto.
"Niente vetri rotti. Niente tuorli in giro. Nessun surgelato fuoriuscito dal sacchetto"
Sospirai.
Era andata bene.

Mi voltai di scatto sentendo uno strano mugolio provenire da sinistra.

"Santo cielo!" Esclamai.

Un paio di occhi verdi incontrarono i miei.
Notai una leggera sfumatura di viola lungo la guancia destra.
Una rissa? Un'incontro di pugilato clandestino? Il cane troppo vivace della nonna?

Il ragazzo pareva confuso e disorientato.

Alcune persone passarono.
Mi venne voglia di girdare. Cosa pensava la gente? Che stessimo facendo un pic-nic in un parcheggio?

"Tutto bene?" Chiesi al ragazzo. Speravo non si fosse rotto nulla.
Non volevo altre responsabilità sulle spalle.

Lui mi guardò inarcando un sopracciglio.
"Si."

"Nulla di rotto?"

Si tastò il petto. "No. Non credo."
Sbattè le palpebre più volte.
"Mmm, strano modo di incontrare la gente"

Mi morsi il labbro, iniziando a raccogliere la mia spesa tutta dispersa in strada.
"Dio, mi dispiace. Non-...Scusi."

"Ehi. Non darmi del lei" prese la busta di surgelati ponendola nel sacchetto, che fortunatamente era ancora intatto. "Mi manda fuori di testa. E poi mi sento vecchio, se nò"

Riuscii a sorridere.
"Okay." Mi alzai in piedi e mi avvicinai velocemente ad un barattolo di legumi che cercava ostinatamente di attraversare la strada cercando di rotolare via.

Non Ti Conosco, Ma Ti Amo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora