Capitolo 9

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Come aveva previsto Kim, arrivammo a casa di Derek alle 22:15.
Dovevamo ancora svoltare l'angolo, che già iniziavano ad esserci macchine da tutte le parti.
Giunta di fronte all'abitazione, mi parve di vedere almeno mezza Orlando tutta lì.
Ragazzi e ragazze ovunque.
Dentro casa, fuori, a bordo piscina, in terrazza, sul vialetto di casa, sul retro.
Ovunque.
Mi sembrò anche di notare qualcuno risalire dalla superficie dell'acqua.
Un bagno? Ma davvero?
Mi riscossi dai miei pensieri sentendomi strattonare il braccio.
"Hailey va tutto bene?" Kim sembrava al quanto scossa.
"Si si alla grande, solo che...non mi immaginavo tutte queste persone"
"Oh ma dai, lo sai com'è Derek, se deve fare le cose, le fa in grande"
Mi prese per mano e iniziammo a camminare lungo il vialetto.
Kim ogni tanto salutava quche persona, che a dir la verità non conoscevo neanche.
Beh i miei amici si riducevano a Jackson e Kim, quindi non era affatto strano.
A proposito di Jackson...
"Hey Kim ma Jackson?"
"Era ora che tu me lo chiedessi, comunque dovrebbe essere...ah, eccolo laggiù.Lì a destra. Vicino al tavolo, lo vedi?"
"Sì, sì"
Riagguantò la mia mano e ci avvicinammo.
"Kim finalmente, pensavo non saresti più venuta, eh, oh! Hailey che piacere degnarci della tua presenza, sapevo che Kim non avrebbe fallito" Gli angoli della bocca gli si piegarono in un sorriso a trentadue denti.
"Oh allora vi eravate messi d'accordo eh?" Incrociai le braccia al petto.
"Sono profondamente offesa"
Scoppiarono a ridere entrambi, Kim per poco non perse l'equilibrio, l'afferrai prima che potesse farsi seriamente male.
"Ma dai Hailey, lo sai che ti vogliamo bene"
Sbuffai, ma mi scappò un sorriso.
Jackson riprese finalmente a respirare regolarmente.
"Ho le lacrime agli occhi, comunque prendete qualcosa da bere?"
"Due birre" Rispose Kim, senza che io avessi il tempo di aprire bocca.
Jackson si allontanò da noi per due minuti, tornando poi, con due birre in mano.
"Una per te, e una per te"
"Tu non bevi?" chiese Kim a Jackson dopo il primo sorso.
"Domani mia cugina si sposa e sinceramente la post-sbornia vorrei passarlo nel letto, non in giacca e cravatta in una chiesa, quindi no. Per oggi passo."
"Uff, che sei noioso"
"Tu invece sei irritante" ribbattè lui.
"Invece io credo che vuoi due siate stressanti, dico davvero." Dissi puntando la mia bottiglia verso di loro.
Ci fù una risata generale, finché la musica aumentò di volume.
Jackson e Kim mi guardarono con i loro sorrisetti perversi.
Bevvi un sorso, poi un altro, e un altro ancora finché non smisi totalmente di contarli.
Mi trascinano al centro del salotto controvoglia, dove si era formata una specie di pista da ballo improvvisata.
Ballammo, bevemmo.
Ci divertimmo da matti.
Ma la lucidità era l'unica cosa che andava mano a mano a farsi benedire.
Dopo l'ultimo sorso, la persi per sempre.
Luci, odore di alcol, risate, e urla comuni, di tutto quell'ammasso di adolescenti, speranze e divertimento: ecco l'unica cosa che ricordo.
Poi il buoi totale.

* * * * * *

La testa continuava a girare.
E io continuavo imperterrita a cadere.
Cercavo di mettermi in piedi, ma l'unica cosa che ottenni fù la mia faccia schiacciata contro il pavimento.
Mi guardai intorno un paio di volte, ero in camera mia.
Non ricordavo apparentemente il motivo per cui fossi lì, o forse dovevo proprio essere lì.
Mi catapultai in bagno e vomitai nel lavandino.
Cosa cavolo era successo ieri sera?
Mi girava la testa, avevo male alla pancia, e sopratutto ero in uno stato di post-amnesia.
Non ricordavo niente.
C'era stata la chiacchierata con mio padre...l'arrivo di Kim a casa...le luci di Orlando, e il vento fra i capelli.
E dopo?
Mi toccai con entrambe le mani le tempie, stavo impazzendo, quando ad un certo punto mi accorsi del top nero, che non creava indifferenza sotto quella luce vivida che entrava dalla finestra.
La festa!
Ecco cos'era.
Tutto aveva un senso in quel momento.
Ma il problema fù un altro.
Dopo aver ballato la sera precedente, la mia memoria aveva un blocco, come uno strappo, un pezzo mancante, non ricordavo nè come, nè quando, fossi finita in camera mia.
Sicuramente...
"Hailey!" La voce di Seth mi colse di sorpresa.
La porta sbattè contro il muro.
Al diavolo la privacy
"Seth, cosa..."
"Oh finalmente sei sveglia, vieni tirati sù, perché sei buttata sul pavimento? Ieri sera mi hai fatto prendere un colpo, sei tornata alle due del mattino, stavo per venirti a cercare quando il tuo amico Jackson è arrivato" un misto di preoccupazione e rimprovero gli percorreva la voce.
"Quindi è stato Jackson a portarmi a casa..."
"Sì, è per fortuna, se no sarei venuto io personalmente "
Mi scappò un sorriso involontario, nonostante mi girasse ancora la testa.
"Scusami tanto"
Lo abbracciai debolmente.
"Non fa niente, ormai è acqua passata"
Ricambiò l'abbraccio.
"Adesso vai, che sono le 7:30, hai tutto il tempo per prepararti, ti accompagnerò io a scuola"
Accidenti me ne ero quasi dimenticata, beh in fondo la giornata non era iniziata così male, certo, escludendo il mal di testa infernale, e la nausea mattutina, tutto poteva essere abbastanza tranquillo.
Di sicuro le idiozie erano all'ordine del giorno.

Arrivai a scuola con ben dieci minuti di ritardo, dopo che Seth continuò insistentemente a dimenticare le chiavi sul lavandino del bagno, che per qualche strana ragione, si trovavano proprio lì.
La professoressa di Italiano non ne fece di certo un dramma, ma le occhiate che mi lanciarono i miei compagni non appena varcai la soglia della porta, mi fecero impazzire.
Kim da lontano, era combinata peggio di me.
Sembrava che questa mattina si fosse alzata dal letto, e avesse indossato le prime cose che gli erano capitate fra le mani.
I capelli non erano da meno.
Sicuramente combinati meglio dei miei, raccolti in una disordinata coda di cavallo, stretti da un elastico che a mala pena riusciva a contenerli tutti.
Dovevo essere proprio un bello spettacolo.
Mi salutò con un piccolo cenno di mano, e poi tornò a scrivere sul suo quaderno.
Mi trascinai accanto al mio banco e, dopo essermi seduta, mi ci buttai letteralmente di sopra, ero esausta. Quando rialzai la testa, per potermi riprendere da quello shock, mi accorsi della presenza di James, che per la prima volta, mi stava guardando leggermente...inorridito, o confuso? Fù difficile leggere la sua espressione.
Da lì persi completamente le staffe, forse dovuto al mio aspetto, o al mal di testa che continuava a pulsarmi nel cranio, o semplicemente perché ero stufa di tutto, principalmente della scuola, stá nel fatto che le persi in ogni modo, così non potei fare a meno di rispondere.
"Hai qualche problema per caso?"
"Cosa?"
Oh grazie al cielo allora parlava quel ragazzo?
"Oh ma allora parli?, scusami credevo che fossi muto" cercai di essere il più acida possibile, dopotutto se lo meritava, chi si credeva di essere per potermi trattare in quel modo?
"Scusa non ho capito, cosa stai cercando di dire?" Sembrava infastidito.
Abbassai la voce, dopo aver ricevuto un'occhiataccia della professoressa.
"Ti sto solo chiedendo se per favore potresti smetterla di comportarti così"
"Così ? Così come?"
"Così come fai sempre"
"Cosa posso farci, questo sono io!"
"Oh beh, non vorrei essere al tuo posto James"
Imprecò sotto voce, e distolse lo sguardo.
Senza dubbio la conversazione più estroversa della mia vita.

Alla pausa pranzo avevo del tutto riacquistato la stabilità, il mio aspetto continuava a fare schifo, ma per fortuna i giuramenti di testa avevano lasciato il posto ad una leggera nausea.
Avevo ancora per qualche motivo il sapore della birra in bocca.
Per questo non toccai cibo.
Kim invece...beh ecco, aveva sicuramente avuto dei giorni migliori.
"Kim"
"Sì Hailey? Dimmi" era in uno stato di dormiveglia.
"Sai per caso cosa sia successo ieri notte ? Dopo aver ballato, ed esserci letteralmente ubriacate, cosa abbiamo fatto?"
"Non" sbadiglio. "Lo so" sbadiglio.
"Ma ieri ci ha raccompagnate Jackson a casa giusto?"
"Non lo so" sbadiglio.
"Quindi se lui questa mattina non è venuto perché aveva il matrimonio di sua cugina, significa ( che come ha detto l'altra sera ) che non ha bevuto, di conseguenza ricorderà sicuramente cosa sia successo dopo"
La mia ipotesi non era niente male, e di sicuro era sensata, quindi se Jackson lo sapeva, lui era la mia unica soluzione, ma non capivo perché mi importasse così tanto di quel "dopo".
Sentivo però che qualcosa era sicuramente successo, e volevo scoprirlo ad ogni costo.
"Hai capito Kim? Jackson si ricorderà sicuramente cosa sarà successo. Kim? Hey Kim?"
Niente da fare, era crollata sul tavolo della mensa.
Mi venne da ridere, e non potei farne a meno.

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