Capitolo 10

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Arrivai a casa con una fretta pazzesca.
Ero su di giri.
Non che ci fosse un motivo preciso, però ero impaziente di parlare con Jackson, aspettai le cinque però, per evitare che il cellulare gli squillasse nel bel mezzo della cerimonia.
Quella si che sarebbe stata una figuraccia.
Ma decisi di tenermi i miei pensieri per me, nel frattempo ne approfittai per studiare Storia.
Fù così che l'arciduca Franz Ferdinand, mi tenne compagnia durante tutto il corso delle mie ore di studio, che avrei preferibilmente scambiato con una bella nota sul diario.
Guardavo l'orologio continuamente, ma era come se le lancette si fossero fermate.
Un minuto durava un'eternità.
Franz Ferdinand non aiutava per niente, non capivo un accidente.
Quando scesi di sotto per andarmi a prendere un biscotto, visto che lo studio mi metteva fame, mi accorsi che erano le 4:35, mandai al diavolo il tempo e digitai il numero di Jackson, sperando che rispondesse.
Incrociai le dita, e lo chiamai.
Ad ogni squillo, facevo un respiro profondo, come se quella situazione fosse una questione di vita o di morte, che in un certo senso era.
Ti prego rispondi, dai rispondi, ti prego, ti prego. Continuavo a ripetermi, ma solo al diciottesimo squillo la voce di Jackson mi rallegrò la giornata.

"Pronto Hailey!"
"Oh Jackson per fortuna hai risposto"
"Cos'hai? Tutto bene?"
"Sì, solo che temevo che il cellulare ti squillasse durante il matrimonio, è da questa mattina che ho bisogno di parlarti" mi scappò una risata, sembravo una stupida.
"No non preoccuparti, la cerimonia è finita qualche ora fá, adesso dimmi pure"
"Oh bene" Tirai un sospiro di sollievo.
Come potevo chiederglielo senza che risultassi una pazza fuori di testa?
"Ieri sera hai portato tu, me e Kim a casa?" Chiesi.
"Sì, da come eravate ridotte, non credo proprio che Kim fosse stata in grado di guidare, ho portato voi a casa e, questa mattina, Derek ha riportato il motorino di Kim a casa sua, perché me lo chiedi?"
"Jackson?"
"Sì?"
"Cosa è successo dopo che io e Kim abbiamo completamente perso la lucidità?"
"Ecco" ci pensò sù un attimo.   
"Se non ricordo male, avete continuato a ballare fino a mezzanotte, poi verso l'una, insieme ad alcuni ragazzi vi siete messe a giocare al gioco della bottiglia"
"Cosa? Al gioco della bottiglia?"
Ma diceva sul serio?
"Si! E credimi quando ti dico che giocare a quel gioco con una bottiglia di vetro non è una buona idea"
"Perché? In che senso?"
"Beh...devi ringraziare solo che Kim non ha un ottima mira"
"Cosa? Guarda, non voglio saperlo, non ci tengo"
"Fai bene"
"Poi?" Continuai.
"Oh uhm, tutto è finito lì, se escludiamo però che dopo aver finito di giocare tu e Kim siete crollate su un divano"
"Quindi, non è successo niente?" Ero leggermente delusa. 
"Beh no! Qualcosa è successo, durante il gioco della bottiglia, il troppo alcol, forse, vi ha portato a dedurre che se qualcuno sceglieva "Obbligo" eravate tutti costretti a sceglierlo, quindi, mi dispiace per quel messaggio che hai trovato, ma non sono riuscito a farti cambiare idea, però anche a Kim non è andata molto bene, certo baciare Austin non che fosse la fine del mondo però..."
"Jackson!" Lo interruppi alzando la voce.
"Che hai?"
"Quale messaggio?"
"In che senso quale messaggio?"
"Hai parlato poco fá di un messaggio, di che si tratta?"
"Ah, del messaggio che hai dovuto mandare come obbligo"
"A chi?"
"Non lo so di preciso, ma era sicuramente un numero sconosciuto, un ragazzo presumibilmente"
"E chi era?"
"Non posso aiutarti"
"E che genere di messaggio era?"
"Qualcosa del tipo -Ciao testa di cazzo,c'è l'hai una sigaretta?-"
"Cosa? Ma io non fumo"
"Eh non dirlo a me scusa! Mi sono ripromesso di stare alla larga da questa storia"
"Ma..."
"Eh no!" Mi interruppe "Ti ho detto tutto ciò che volevi sapere, adesso per favore, lasciami fuori"
"Ok, però un ultima domanda"
"Ok spara"
"Chi mi ha dato questo numero?"
"Una certa Rachel se non mi sbaglio"
"Cognome?"
"Non saprei"
"Grazie comunque Jackson"
"Ma di che! Adesso devo andare, son appena entrati gli sposi"
"Oh bene, fai gli auguri a tua cugina da parte mia, ci vediamo domani"
"Contaci, ci vediamo Hailey"
E terminai più confusa di prima quella chiamata.
Riposi il cellulare sul comodino, e mi buttai di faccia sopra il letto.
Perché la mia vita doveva essere così complicata?
La prima volta che mi divertivo ad una festa, e succedeva qualcosa che doveva condizionate il resto?
Possibile che lassù qualcuno c'è l'avesse tanto con me?
Ero a pezzi.
Stanca.
Confusa.
Disorientata.
Non sapevo cosa fare.
Se era vero il fatto che avessi mandato un messaggio del genere ad un ragazzo...beh non volevo nemmeno pensarci.
Eppure mi chiedevo come avessi fatto ad essere così stupida.
Stupida a fidarmi di me stessa.
Ripresi il cellulare e aprì le ultime chat, e come mi aveva detto Jackson, il mio "Hey testa di cazzo, hai per caso una sigaretta?" non si confondeva di certo fra gli altri, anzi era in bella vista in cima alla lista.
Cosa potevo rispondergli? "Oh scusa mi dispiace non sapevo quello che facevo, così ti ho mandato il messaggio, scusami tanto, sono solo una  rincoglionita" Mi girava la testa.
Ripensai a tutto.
Mi maledissi per essere andata alla festa con Kim.
E maledissi mio padre per avermi fatto infuriare già da prima.
Maledissi Kim per avermi invitata, e Seth per avermi detto di sì.
Maledissi James per la mattinata di merda, e Jackson per avermi raccontato tutto.
A volte le persone mi ascoltavano quando non dovevano, e mi ignoravano quando avevo bisogno di loro.
Faceva male e non potevo negarlo.
Avrei voluto dire che mi dispiaceva ma a chi? A lui? Cosa avrebbe potuto dire, che non gli importava normalmente, a nessuno importava.
Così mentre sceglievo fra molte varianti il caso di trasferirmi all'Estero, e cambiare nome, il cellulare vibrò sotto il palmo della mia mano.
Mi si bloccò il battito cardiaco quando lo vidi.
Quel numero sconosciuto mi si incastrò negli occhi.
Avevo combinato un casino, un grosso casino, ma ormai era troppo tardi.
Sbloccai lo schemo, e un'ondata di vergogna mi investì.
Vergogna che si sarebbe poi trasformata in autocommiserazione e dolore.
Ma non avrei potuto farci niente.
Il suo "Chi cazzo sei?" occupò lo schermo.
In quel momento mi sentì una stupida ad essermi fidata di me stessa.
Come avevo potuto farlo? senza pensare al rischio, che avessi potuto combinare qualcosa di stupido e insensato.
Era tutto così frustranfe che mi buttai il cellulare alle spalle, che rimbalzò sul letto, con poca classe.
Uscì di fretta dalla camera, e scesi le scale velocemente.
Avevo bisogno di un altro biscotto.
Dopo, forse, avrei pensato a cosa fare.
A patto che esistesse una risposta ai miei problemi.
E speravo veramente ci fosse.

Spazio Autrice.

So che questo non è uno dei capitoli migliori, ma è da questo che determinerà il resto, è il corso delle vicende.
Scusate per l'imprevisto di prima, ma Wattpad oggi mi ha fatto letteralmente impazzire.
Per il bene di una mia amica ho aggiornato alla velocità della luce, quindi...grazie Eleonora per i ricatti di questa mattina :)

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