Mi feci largo tra gli studenti e mi accomodai all'ultimo banco, vicino alla mia adorata, vecchia e mal concia finestra.
Non era affatto cambiata negli ultimi anni, sempre vecchia e sporca.
Forse apparte Kim e Jackson anche lei mi sarebbe mancata un sacco.
Mi aveva fatto compagnia ogni giorno.Per passare il tempo durante le giornate di pioggia mi mettevo a giocare con le goccioline d'acqua, una gara a chi arrivava prima, e non so come, ma il tempo volava eccome.
Quindi contando su Orlando e sulle sue numerose giornate grigie e fredde sapevo che avrei avuto ogni giorno qualcosa con cui non pensare.
Diedi uno sguardo veloce alla classe, e in ogni singola persona c'era sempre quel velo di tristezza che diceva: -"Ma ieri non era il 16 luglio?!"-.
Percorreva anche gli insegnanti.
Jackson e Kim si erano seduti vicini, come ogni anno dopotutto.
Io rimanevo sola.
Al mio angolo.
Ma mi andava bene così.
Kim mi aveva più volte ripetuto di sedermi accanto a lei, ma io avevo sempre risposto con il mio sfacciato "No!".
Preferivo stare sola, per non sentirmi pressata e osservata.
Era come se la libertà si impossessasse di me.
Odiavo quando qualcuno stava lì a fissarmi.
Mi piaceva stare per conto mio, ecco tutto.
Ripresi possesso delle mia capacità comprensive e ritornai alla realtà.
Ma come se non fosse già troppo ovvio la scena di sempre si ripeté un'altra volta.
Giurai a me stessa che quella sarebbe stata l'ultima.
Con ben 8 minuti di ritardo, l'odiosa e sempre ben composta Kristen Collins, figlia del nostro amatissimo e famosissimo giornalista dei "News del mattino" il signor Peter Collins, fece il suo ingresso teatrale il classe, seguita dai suoi 2 cagnolini da compagnia: Megan Brown e Tiffany Thompson.
Riuscì a non incontrare il suo odiosissimo sguardo per i primi 3 minuti poi però, non appena si accorse di me, si avvicinò.
Segno evidente che non ero del tutto invisibile.
"Guarda, guarda chi si rivede. Trascorsa bene l'estate Walker?"disse con la sua vocina terribilmente stridula.
"Di sicuro a te non importa"sputai acida.
"Vedo che oggi ti sei alzata con il piede sbagliato".
Rise in un modo altamente fastidioso, respirai a fondo cercando di non sferrargli un pugno in piena faccia.
"Ti serve qualcosa Kristen ?"chiese Kim, che comparve alle sue spalle non appena intravide la scena.
Era la mia personale paladina della giustizia.
Compariva sempre nel posto giusto al momento giusto.
E per questo le ero eternamente grata.
"Andiamo ragazze, parleremo con Hailey non appena avrà messo fuori il cane."
Kim mimò qualcosa con le labbra, sicuramente le stava pensando di tutti i colori.
Alzai gli occhi al cielo non appena Kristen si allontanò, seguita a ruota da Megan e Tiffany.
Erano le 8:24 ed io ero più stanca di quanto non lo fossi dopo una maratona di 10Km.
Il mio incubo era solo all'inizio.
"Hailey"intervenne Kim.
"Si?"la guardai dritta negli occhi.
"Non puoi continuare a dargliela vinta, un giorno io non sarò qui a salvarti e tu dovrai affrontarla."
"Sì ma..."ribattei, ma non ebbi il tempo di finire che subito lei dichiarò la sua solenne verità.
Perché dopotutto, non potevo mica darle torto.
"Si ma...che cosa?Non puoi continuare così. La vittoria gliela servi su un piatto d'argento. Non comportarti come se non ci fosse nient'altro da fare che stare lì a guardarla mentre ti prende letteralmente per il culo." Sbatté una mano sul banco, e l'anello che portava al dito provocò un rumore assordante.
"Kim, lo so, lo so, ma...per adesso tu sei qui, per favore non andartene, e non complicare le cose, sono più incasinate di quanto pensi."
Ti sbagli, lo so che è difficile. Non sono nessuno per dirti come ti devi comportare o cosa devi pensare, ma io non ti sto dicendo che me ne andrò, ti sto solo avvertendo su un fatto che prima o poi accadrà" alzò le mani esasperata "Fa come vuoi Hailey"
Il professor Adams entró in classe, accogliendoci con un caloroso saluto.
"Kim aspetta"la presi per un braccio, prima che potesse andarsene "Non sei arrabbiata con me vero?"
"Per niente, sono solo preoccupata per te Hailey"
Mi abbracciò per qualche secondo prima che potessi tornare nuovamente a sedere.
Mi illuminò con uno dei suoi sorrisi più belli, per poi affrettarsi a ritornare da Jackson.
Pesi un bel respiro,e mi accuciai al mio angolo, mi lasciai persuadere dalla lezione del professore, finché la porta non si spalancò.All'inizio non ci feci neanche caso, ma i rumori iniziarono a diventare più forti e la voce del professore ad affievolirsi.
"Ah, si...ragazzi vi presento il vostro nuovo compagno di classe" disse Adams su due piedi.
Essendo all'ultimo banco ebbi un po di problemi visto che un gruppo di persone si erano radunate attorno alla cattedra.
Intravidi Susan la bidella, il preside Jones e la professoressa di matematica, la signorina Miller.
Non ebbi difficoltà però non appena lo intravidi.
"Ragazzi vi presento James Nicholas Allen"
"Solo James, per favore" ribattè lui.
I suoi capelli erano castani, di un bel color nocciola, ma con qualche chiazza di biondo qua e là.
Indossava una maglietta che metteva in risalto tutto il suo corpo ben scolpito, e un paio di jeans strappati al ginocchio, ma gli stavano terribilmente bene.
Come alzò lo sguardo rimasi del tutto senza parole.
I suoi occhi erano blu? Azzurri? Erano grigi? Riuscire a capire quante tonalità ci fossero in quelle iridi fu complicato.
Complicato e stupefacente.
Il professore iniziò a parlare, e solo allora rimisi in funzione il cervello.
"Allora per adesso puoi sistemarti..."diede un breve sguardo alla classe "Signorina Walker faccia accomodare il signor Allen accanto a lei, più avanti vedremo se è il caso di spostarlo"
Mi indicò e subito dopo tornò alla sua noiosissima lezione.
James si avvicinò e lasciò cadere lo zaino accanto al banco, per poi sedersi senza rivolgermi minimamente la parola.
Così fui io a rompere quel silenzio imbarazzante.
"Piacere mi chiamo Hailey" dissi con allegria, per cercare di mascherare il mio nervosismo, perché,crediateci o no, ero nervosa.
Ma nessuna risposta seguì la mia cordiale presentazione.
Mi guardò per minuti che sembrarono non finire più, posò lo sguardo sulla mia mano, ma non la strinse come mi aspettavo che facesse, o come mi aspettavo che facessero le persone normali.
C'era qualcosa in quel ragazzo che non mi piaceva.
Ma voltò la testa in direzione della cattedra, e tutto finì li.
Guardai in direzione di Kim, ma lei alzò le spalle, come a voler dire "Lascialo perdere", e così feci.
Per il resto dell'ora.
Gli degnai qualche sguardo o due, ma lui non ricambiò mai.
Forse, perché era il suo primo giorno, ma a 18 anni non hai più il problema del primo giorno.
O forse semplicemente ero io che non andavo, non andavo mai bene per nessuno.
Ecco era questo il problema,non era lui ero io, ero sempre io il problema di tutti, quel peso che tutti erano costretti a portarsi sulle spalle,come se non fossi altro.
Al suono della campanella lo vidi uscire dalla classe, senza mai voltarsi.
Avevo capito, James Nicholas Allen, era un tipo per cui non andavo bene.
In realtà era uno dei tanti tipi per cui io, la piccola ragazzina che non sa fare niente nella vita, quella che sentono in dovere di proteggere, da portare sulle spalle.
James Nicholas Allen era uno dei tanti tipi per cui io ero ritenuta inadeguata.
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Non Ti Conosco, Ma Ti Amo.
RomanceSono solo una ragazza qualunque , con una vita come chiunque altro , però forse una differenza la trovo , la mia non mi soddisfa affatto. E non potete nemmeno immaginare come uno stupido messaggio abbia stravolto totalmente le mie aspettative. Uno...