Capitolo 18

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La prima cosa che sentii quando mi svegliai fu il suono della pioggia  battente. L'ultima volta che aveva piovuto era stato più di un paio di settimane  prima, ma solo con qualche schizzo qui e lì. Niente di così esagerato come in  quel momento.

Con riluttanza, aprii lentamente gli occhi e mi guardai intorno. Capii  subito di non essere a casa, ma riconobbi comunque la stanza. Non era passato  molto tempo da quando ero stata lì per la prima volta. Alzai molto lentamente la  testa e notai di essere stesa nello stesso letto a baldacchino con gli intricati  disegni sulla testiera che avevo visto la volta precedente, con le morbide  lenzuola bianche poggiate sul corpo.

Mi alzai e sussultai, quando sentii una fitta dolorosa dietro la testa.  Lentamente, alzai la mano per toccarmi il punto dolente e fu lì che mi ricordai  dove avevo ricevuto la botta. Spalancai subito gli occhi, controllando la stanza  il più velocemente possibile per cercarlo.

Sapevo che era nella stanza, doveva esserci. Non mi avrebbe mai lasciata lì  da sola dopo che avevo scoperto il suo segreto. Non era così stupido da fare una  cosa del genere.

Mi tolsi velocemente le coperte di dosso e mi lamentai, quando notai di  stare ancora indossando il mio stupido costume di Halloween, con il corsetto e  tutto il resto.Ero tentata di allentarlo, ma pensai che fosse meglio non farlo  e cercare invece un modo per uscire dalla casa. Sputai i canini di plastica e li  gettai a terra. Poi, mi alzai e mi guardai intorno, controllando di nuovo che  non fosse in qualche angolo buio a guardarmi.

Controllai i vari oggetti nella stanza, notando che niente era cambiato  dall'ultima volta che ero stata li: la stanza era sempre pulita e ordinata, la  scrivania sotto la finestra ancora piena di libri e cose del genere. Le mie  guance arrossirono al ricordo di quando, proprio lì, ci eravamo baciati, anche  se mi pentii subito di quel gesto.

Mi guardai nuovamente intorno, notando la porta. Mi avvicinai subito ad  essa e afferrai il pomello più volte, ma fu tutto inutile.

"Andiamo! - mi lamentai, continuando a tirarlo con tutta la mia forza -  Dai, apriti!" Pregai, iniziando a piangere quando notai che era tutto inutile.  Ero chiusa in casa con un assassino. Un vampiro, per la precisione.

"Oh, Laura..." Sussurrò, dietro di me. Spalancai gli occhi e mi girai,  schiacciando il più possibile la schiena contro la porta. Lo trovai steso sul  letto, con le mani incrociate dietro la testa, intento a osservarmi. "Pensavo  fossi intelligente. Davvero credevi che avrei lasciato la porta aperta?"Ridacchiò.

Rimasi immobile, anche se non riuscivo a controllare la paura. Ero  spaventata a morte da lui e da cosa mi avrebbe potuto fare se solo avesse  voluto. Iniziai a respirare irregolarmente, ma poi provai di nuovo a tirare il  pomello della porta, pregando che si sarebbe aperta per me. Ma pregare, in quel  momento, non servì a niente.

Sospirai, frustata e mi accasciai a terra, con la fronte premuta contro la  porta. Sentii Zayn ridacchiare, ma mi trattenni dall'urlargli contro, dato che  nella mia situazione non sarebbe stata una grande idea combattere contro un  vampiro che aveva il potere di uccidermi prima che potessi addirittura sbattere  le palpebre.

Mi voltai lentamente verso di lui e sussultai, quando me lo trovai di  fronte che mi fissava. Mi tirai indietro più che potevo, ma poi mi venne la  brillante idea di spostarmi e correre verso destra, cercando di sorpassarlo.  Anche se non sapevo dove andare, dato che era solo una piccola stanza.

Strillai, quando mi circondò il petto con le braccia e mi spinse contro il  suo, freddo e duro. Lottai con tutta la forza che avevo, contorcendomi nelle sue  braccia affinché allentasse la presa.

Sfortunatamente, però, mi ricordai che i  vampiri erano estremamente forti e, perciò, non mi avrebbe sicuramente lasciata  andare.

"Laura." Mi chiamò duramente, afferrandomi i polsi con una sola mano e  bloccandomi nella sua forte presa.

Incomprehensible [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora