Capitolo 3

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"Quindi si è solo scusato? Così, all'improvviso?" Chiese Liam, mentre camminavamo per i corridoi vuoti e l'unico suono che si sentiva erano i nostri passi che facevano eco. Avevo appena finito di fare educazione fisica, durante la quale la professoressa Davidson mi aveva proposto di unirmi alla squadra per il diciottesimo torneo di hockey. Avevo rifiutato l'offerta, sottileando che era più importante studiare che vincere un trofeo d'oro e lei aveva solo annuito, per poi lasciare la palestra.

"Sì, è stato un po' inaspettato." Spiegai, dirigendomi verso il mio armadietto. Tirai fuori la chiave e la misi nella serratura della piccola porta rossa, posando la cartellina di spagnolo e geografia, prima di chiudere di nuovo la porta e girarmi verso Liam, che mi stava sorridendo.

"Te l'ho detto che non vuole farti del male." Disse, mentre ci dirigevamo verso il portone della scuola. Posai i libri nella borsa e Liam salutò uno dei vecchi bidelli, ancora impegnato a spazzare il pavimento, che ci sorrise ampiamente, prima di tornare a lavorare. Liam ed io tirammo su il cappuccio, dopo essere usciti dalla scuola, cercando di vedere qualcosa attraverso la pioggia che aveva continuato a cadere per tutto il girono. Per fortuna non era niente in confronto a quella della mattina, ma stava comunque ancora piovendo.

"Lo so, ma non sono ancora convinta. Di solito non incontro persone così strane." Dissi e Liam annuii, strofinandosi le mani. Vidi che batteva i denti, così gli sorrisi. Girammo l'angolo e attraversammo la strada, continuando sulla nostra via.

"Sì, ma dal modo in cui l'hai descritto, sembra un idiota." Aggiunse lui, ridacchiando. Annuii, ricordando che avevo chiamato Zayn in quel modo quella mattina. Un idiota. Però, lo avevo detto durante la pausa pranzo e le sue scuse avevano poi cambiato la mia opinione su di lui. Era sembrato abbastanza credibile e, dopotutto, forse qualche volta la prima impressione non era sempre la migliore.

"Sembra esserlo, ma forse mi sono solo sbagliata. Non è così male come pensavo." Dissi e Liam continuò a guardare la strada, mentre la pioggia iniziava a diminuire e i nuvoloni grigi lentamente scomparivano. Sorrisi, contenta che quel tempo orribile stesse finalmente andando via.

"Sì. - aggiunse Liam con un piccolo sorriso - E' una cosa buona, allora."
Dopo diversi anni che ci conoscevamo, mi ero resa conto di quanto Liam fosse protettivo verso i suoi amici e di quanto volesse loro bene. Niall mi aveva anche detto di quanto si preoccupasse quando erano in pericolo, avevano bisogno di aiuto, oppure volevano solo parlare. In conclusione, era l'amico che chiunque vorrebbe avere ed ero molto fortunata a poterlo considerare uno di loro.

"Allora, di cosa hai bisogno per matematica?" Chiesi, mentre camminavamo lungo un sentiero infangato vicino ai negozi. Con un'occhiata veloce al cielo grigio, Liam tolse le gocce di pioggia dal suo cappuccio, prima di abbassarlo e portare la cartella davanti. Aprì la cerniera e prese la cartellina arancione contenente i suoi appunti di matematica. La aprii e iniziai a leggere i fogli di carta con le domande per il Campionato di Matematica.

"Hai scritto male le equazioni." Mormorai a me stessa, dando un'occhiata agli appunti di algebra e sentii Liam sospirare al mio fianco. Gli sorrisi comprensiva, dato che odiava quando gli veniva detto di aver sbagliato. Permisi allora alla mia mente di perdersi in tutte quelle lettere, numeri e segni matematici, sommandoli velocemente.

"Come riesci a risolverle correttamente a mente?" Mi chiese lui, guardando il foglio oltre la mia spalla. Potevo sentire il suo respiro caldo contro il mio viso congelato, che creava un contrasto netto rispetto il freddo della pioggia.

"Pratica." Mormorai, leggendo l'ultima domanda. "Sono abbastanza semplici, Liam. Più di quelle della Maratona di Matematica dell'anno scorso." Dissi e lui annuì, per poi prendere la cartellina dalle mie mani e posarla dentro la borsa. Mi sorrise ampiamente, prima di attraversare la strada affollata, guardando a destra e a sinistra, e trovarci davanti ai negozi.

Incomprehensible [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora