La mia famiglia.

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Torniamo nella sala da pranzo e appena entro tutti applaudono riconoscendomi. È cosi bello sapere che sei riuscita a soddisfare le persone! Mi sento orgogliosa di me stessa. Mi inchino per ringraziare e dopo essere stata in piedi a godermi gli applausi e i sorrisi,mi siedo insieme agli altri, non vicino a mio padre ma accanto a Gianluca in fondo alla tavolata.Tutti mi fanno i complimenti e mentre mi parlano vedo da lontano mio padre che fa segno di seguirlo ma mi giro ignorandolo.
- Cosa dicevi di... si ehm di tuo fratello?- chiedo a Piero cercando di tenermi occupata.
- Ma come l'ho appena detto!- dice ridendo.
- È che stavo pensando scusa...
- Ma si scherzo! Allora dicevo che mio fratello tra una settimana parte e va in vacanza a Londra con la sua fidanzata!
- Ah bello e quindi...
- Giulia dai vieni! - mi interrompe mio padre. Mi giro e lo vedo in piedi dietro di me.
- Stavamo parlando veramente...- rispondo fredda.
- Ti devo parlare io invece dai seguimi.- si incammina verso l'uscita e io rimango ancora seduta guardando mio fratello che mi fa segno di seguirlo. Non convinta mi alzo e cammino dietro di lui cercando di capire dove mi sta portando. Il tragitto non mi è nuovo. Scendiamo la stessa rampa di scale che avevo fatto poco prima faticosamente e quasi inciampando tra le valigie e dopo apre una porta. Non puo essere la stessa porta... Entriamo ed è la stessa stanza dove ho suonato. Accende la luce e per fortuna non le videocamere.
- Dai suonami qualcosa!- mi chiede gentile.
Ma che sta succendo? Rimango ferma in piedi con un grande punto interrogativo sopra la testa.
- Dai forza siediti al pianoforte!- continua.
Avanzo lentamente fissandolo e non capendo niente e come per tranquillizzarmi mi sorride.
Mi siedo e con la mano sfioro di nuovo i tasti freddi.
- Te la ricordi fly di ludovico einaudi?- mi chiede.
Non riesco a capire perche si sta comportando cosi ora...
- Si... L'avevo suonata al mio ultimo saggio. Prima che tu mi impedissi tutto quanto.- rispondo fredda mantendendo lo sguardo sui tasti.
- Me la ricordo bene! È bello quel pezzo. Dai inizia mi farebbe piacere sentirlo!- dice sedendosi su una poltrona.
Le mani per la prima volta mi tremano... Sospiro e inizio..
Non sento piu niente tranne le note. E penso. Penso al perchè di tutto questo. Perche non sono riuscita a trasmettere qualcosa a mio padre. Perche deve essere tutto cosi difficile. Perchè? Scusami papá. Sono sono la figlia perfetta. Non ti ho mai reso orgoglioso. Speravo che la mia felicitá avrebbe colpito anche la tua e invece sembrava il contrario.
Mi ricordo quell'ultimo saggio. Non avevo paura del pubblico come tutti ma di non riuscire a "colpirti" Non ce l'ho mai fatta e mai ce la faró. Scusami papá. Scusami ti prego. Scusa.
Finisco. Quasi con il magone. Mi viene da piangere ma non riesco.
Mi giro e vedo mio padre con gli occhi quasi lucidi ma subito si riprende. Qualcosa forse sono riuscita a trasmettere.
-Non ci sono riuscito...- inizia sospirando.
- Cosa?-chiedo confusa.
- Non puoi ricordarti eri troppo piccola per capire...
- Ma che cosa?
- Il dottor Fuschi se n'era andato. L'avevano strasferito,o almeno è quello che ci avevano detti e non si è degnato neanche di fare una telefonata.- dice.
Ricordo il dottor Fuschi... Era alto,snello e con il naso appuntito. Non ricordo peró perche lo conoscevo. Ho un immagine sfocata di quando andavamo all'ospedale.
- Non c'era nessuno di esperto o almeno con un briciolo di bravura in piu rispetto agli altri. Non riuscivamo a fidarci.- continua.
La cosa mi sta spaventando. Cerco di frugare tra i miei ricordi ma ancora niente.
- Presi una decisione ma fu quella sbagliata. Cercai di occuparmene io con l'aiuto di un mio collega. Quel giorno feci il piu grande errore della mia vita che mi porto ancora dietro.- si alza dalla poltrona e inizia a girare a passo lento per la stanza.
Non apro bocca perche sto cercando di ricollegare.
- Diedi retta al mio collega. Voleva operare. Ormai sapevo che non c'era piu niente da fare. Speravo in un qualche giorno in piu e sapevo che lei poteva respirare ancora per un mese ma operazione piu avanti sarebbe stata molto complicata. Non ne ero convinto,non sapevo cosa fare. Tentammo. È sempre stata una donna forte. Tu hai preso da lei. Credeva tanto in te.-
Chiudo gli occhi e mi scende una lacrima. Il cuore mi va in fiamme. Il dottor Fuschi. Ora i ricordi si ricollegano. Era il dottore che si occupava di mia nonna. Aveva un tumore e lui stava cercando di curarla. Un giorno mia madre portó la nonna per la solita visita settimanale e mi aveva portato con se. Arrivate pero un'infermiera disse che se ne era andato. Ricordo che mia madre chiese arrabbiata spiegazioni.Ce ne andammo e mia nonna era tristse. Sembrava una bambina. Il solo ricordo dei suoi occhi delusi mi stringe il cuore. Avevo cercato di rimuoverlo ma ora mi ritorna piu chiaro che mai.
- Non siamo riusciti a salvarla. Il tumore non è stato sconfitto e le sue condizioni erano peggiorate. Non sono riuscito a salvare mia madre. - gli scende una lacrima che viene subito asciugata.
- Sai perchè sono sempre stato cosi con te? Volevo che tu facessi medicina per riuscire a fare quel che non sono riuscito a fare io. A salvare qualcuno della tua famiglia nel caso in cui in futuro avesse bisogno di aiuto. Volevo che fossi migliore di me. Ti ho sempre detto di studiare tanto perche ho dubitato che il mio studio non fosse abbastanza.Tu pensi che io non ti abbia mai sentita suonare? Ti sbagli di grosso. Ti ho ascoltata con il cuore. Sono sempre stato orgoglioso di te. Non è colpa tua. È tutta colpa mia. Scusami se ti ho fatto star male. Te lo prometto figlia mia cambieró. Non sono come tu mi vedi. Freddo e senza cuore. Solo che ho spento tutti i miei sentimenti da quel giorno in cui lei si è spenta. Perdonami. -
Ora ho capito tutto. Ora capisco perchè ha cercato di seguire un'altra stada. Non so cosa dire le parole non mi escono,i miei occhi sono lucidi e il mio sguardo è fisso su di lui. Ha le lacrime agli occhi e per la prima volta mi trasmette un senso di tenerezza.
- Era la nonna...- dico con la voce spezzata.
- Si! Si era lei!- risponde triste.
Automaticamente il mio sguardo si sposta sul pianoforte.
Caló il silenzio. Non avevamo piu parole.
- Non sai quanto mi dispiace!- continua.
- Non è colpa tua papá! Io non lo sapevo... - dico piangendo.
- Si che lo è e mi dispiace. Ho fatto soffrire due delle persone che amo di piu.
- Papá io non sapevo di tutto questo altrimenti avrei capito fin dall'inizio. Non è stata colpa tua la nonna non ce l'avrebbe comunque fatta. Ed hai fatto del tuo meglio io lo so!
Rimane la in piedi non sapendo che fare. Mi alzo dallo sgabello e corro incontro a lui e senza neanche pensarci lo abbraccio.
Finalmente lo abbraccio come una figlia abbraccia un padre e viceversa. Ora mi sento finalmente a casa. Davvero parte di una famiglia. La mia famiglia.

Ciao ragazzi! Allora avete capito perchè il padre di Giulia era cosi severo? Vi piace la storia? Ovviamente non è finita ma non manca tanto per cui continuate a seguirla mi raccomando e ringrazio chi lo sta facendo e sta votando!! Fatemi sapere le vostre opinioni! A presto! Ah dimenticavo non riusciró piu a mandare messaggi per un po di tempo è successo un casino quindi scusatemi aha ! Al prossimo capitolo!:)

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