Camilla quella sera s'era aspettata di tutto, tranne che ritrovarsi sola in quella casa ormai disabitata.
Aveva ripreso a fumare con una certa regolarità da quando anche Asya era tornata a casa sua.
Il vinile dei Beatles, il preferito di Sara, stava girando ininterrottamente da ore, mentre lei se ne stava seduta sul divano a studiare Oscar Wilde e a fumare una sigaretta ogni tanto.
Si stava sistemando gli occhiali sul naso, quando qualcuno bussò alla porta.
Strano.
Fece mente locale: la vicina non poteva essere, il tizio della caldaia era passato il giorno prima, il corriere non passava di certo alle undici di sera, Asya sarebbe tornata da lì a una settimana.
Perciò prese tra le mani la mazza da baseball che Sara aveva messo dietro la porta, si mise in posizione di difesa ed aprì con cautela la porta.
Dietro d'essa c'era un tizio incappucciato, bagnato fradicio e con una busta del giapponese ai suoi piedi.
Con la mazza da baseball tra le mani, lo sguardo accigliato e la perplessità impressa in viso, Camilla piegò la testa di lato, confusa più che mai.«Camilla sono io!» urlò l'uomo, mettendo le mani davanti al corpo per difendersi da eventuali attacchi a sorpresa della riccia, che evidentemente non aveva riconosciuto l'amico.
«Giò?» chiese perplessa, riconoscendo l'accento barese. «Che ci fai qua? Se cerchi Martina e Sara, sono partite, mi dispiace.»
«In realtà cercavo te.» sorrise il ragazzo, entrando in casa e togliendosi la giacca fradicia. «Ho portato il sushi e un paio di birre, ti dispiace se resto?»
***
Era ormai una settimana che Sara chiamava casa sua Lampedusa.
Dopo Genn, Marten, Meg e Lucrezia, aveva dovuto allargare la cerchia degli ospiti, dovendo ospitare anche Alex e Davide assieme ad Alba, la ragazza di quest'ultimo.«Allora Mart, ricapitolando.» affermò la moretta, spettinandosi la frangia esasperata. «Alex e Meg dormono in camera mia, Alba e Davide nella matrimoniale degli ospiti, Lucrezia nella singola, tu e Genn nell'altra matrimoniale, giusto?»
«Giusto.» annuì l'altra, prima di spalancare gli occhi e di prendere per i capelli l'amica. «Io e Genn che cosa?!» affermò con voce stridula.
«Devo dormirci io sul divano Mart, puoi sopportare Genn nella stessa stanza per un po'.» sbuffò Sara, sedendosi sul tavolo della cucina e sorseggiando il suo the alla menta, l'unico che beveva volentieri.
«Okay, okay.» s'arrese la riccia, mentre la moretta sorrideva distrattamente, guardando il vuoto. «È successo qualcosa Wendy?»
«No, Mart, sto bene.» sussurrò, rabbrividendo al soprannome che le aveva affibbiato la riccia. Non la chiamavano in quel modo da tempi immemori, più o meno da quando la piccola ed innocente Wendy aveva lasciato spazio a Wen.
«È per Alex?» sussurrò a sua volta Marten, accarezzando comprensivamente la gamba della sua migliore amica, dispiacendosi per lei.
Se Marten e Genn, finalmente, avevano trovato un punto d'incontro, Sara ed Alex non s'erano manco sforzati di trovarlo.
Tant'è che ora, Alex e Meg, avevano un certo flirt. «Se ti danno fastidio, puoi sempre cacciarli: è ancora casa tua.»«Forse dovrei lasciarlo andare Mart, evidentemente non era destino.» mormorò Sara, passandosi una mano sugli occhi. «Guardali: sembrano due adolescenti in preda alla prima cotta! Chi sono io per impedire tutto?!»
«Otis vieni qua!» un urlo di rimprovero fece fermare immediatamente la conversazione delle due.
Quando Otis Secondo attraversò la cucina correndo e tenendo tra i denti un qualcosa di viola non molto identificabile, Sara capì subito cosa fosse successo.
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School Trip. || Urban Strangers
Fanfiction«Somma Vesuviana?! Che cazzo è Somma Vesuviana?!» story written by baernardeschi. 10/01/2016; #27 in Fanfiction.