Una foto di Sara dopo aver litigato con Alex.
Appartamento di Milano, foto di Asya.Quattro anni dopo.
Una ragazza dai lunghi capelli mori, con un giacca di pelle blu elettrico, attraversava le strade di Milano trascinandosi dietro un trolley grigio.
Sorriso a trentadue denti, aria emozionata.
Arrivata davanti ad un appartamento nei pressi del centro, sorrise ancor di più, aprendo la porta principale e salendo le scale a fatica, raggiunse una porta al terzo piano.
Prendendo un respiro profondo, suonò il campanello, e rise di cuore quando una ragazza riccia dall'aria stravolta le aprì la porta.«Oh mio Dio!» urlò, la mora, strabuzzando gli occhi. «Cams! Sei da sola con Giò?»
«Cosa diavolo ci fai tu qui?!» chiese stupefatta Camilla, tirando l'amica a sè per abbracciarla forte. «Comunque no, non sono con Giò.»
«Queste cazzate raccontale a qualcun'altro, hai la camicia abbottonata male.» rise Sara, lanciando un'occhiata eloquente ai bottoni allacciati male. «Giò, rivestiti perfavore.» urlò poi, facendo capolino nell'ingresso.
«Ma è Sara?» dopo quella domanda, dalla porta spuntò il ragazzo, stessa aria sconvolta sul volto, capelli scompigliati e maglia al contrario. «Che ci fai qui?»
«Sono tornata!» esclamò la mora, allargando le braccia per poi lasciarle cadere mollemente sui fianchi. «Lascio la valigia, mettila nella mia stanza, tanto lo so che ce n'è una per me nonostante vi siate trasferiti, me l'ha detto Marten un paio di settimane fa.»
«Ma in quella stanza ci sono...» cominciò Camilla, ma Sara fece un gesto disinteressato con la mano destra.
«Lo so, sfrattali.» affermò duramente la mora, irrompendo in casa. «Quella stanza è piena di cose mie, ergo, si trovassero un'altra camera!»
«Ma non possiamo sfrattarli!» esclamò Giò, intromettendosi nella conversazione. «Fossero stati altri, potrei anche capirlo, ma sono Alex e Meg!»
«A maggior ragione!» esclamò la mora, sorridendo falsamente. «L'ultima stanza sulla destra, vero?»
«Sì» affermò Camilla, seguendo l'amica, per poi lanciare uno sguardo dispiaciuto ad un Giò sempre più confuso. «Abbiamo fatto un patto anni fa, non posso cacciarla.»
«Voi e i vostri stupidi patti adolescenziali.» imprecò Giò.
«Okay, la valigia è di là, tutte le mie cose sono a posto.» comunicò l'ultima arrivata, con un sorriso smagliante sul volto. «Ora vado dal parrucchiere. Freilos!»
«Che diavolo era l'ultima parola?»
«È tedesco, almeno credo.» borbottò Camilla, scuotendo piano la testa con un sorriso. «Quando Marten e Genn la vedranno daranno di matto.»
«Per non parlare di Alex.»
***
«Francesco!» quando Sara irruppe nella sala da parrucchiere, il suo parrucchiere di fiducia lasciò perdere il lavoro per abbracciarla.
«Da quanto tempo!» esclamò lui, sciogliendo l'abbraccio.
«Abbastanza! Quattro anni sono tanti!» affermò la mora, sorridendo ampiamente. «I parrucchieri americani mi hanno rovinato tutti i capelli, ho bisogno di un bel taglio e di cambiare colore.»
«Bionda di nuovo?»
«Bionda di nuovo.»
***
Se ne stava seduta sul divano della sala di registrazione, tremendamente annoiata.
Genn ed Alex dovevano registrare alcuni pezzi, e lei s'era offerta di stare con loro.
In quel momento però, c'era solo Genn, che registrava lo stesso pezzo da due ore.«Cristo Genn, erano tutti perfetti, possiamo andare via?» chiese, parlando al microfono.
«L'ultima e andiamo, promesso.» disse Genn, sistemandosi le cuffie con aria seria.
«L'hai detto anche dodici volte fa.» borbottò contrariata Marten, tornando a sedersi.
«Oh wow, quindi gli studi di registrazione sono fatti così!» una voce irruppe nella stanza, e Marten si girò spaventata.
«Sei un ologramma.» sussurrò Marten, guardando con tanto d'occhi la sua migliore amica sulla soglia della porta. «Fatto anche male, tra l'altro.»
«Umh no, sono io!» affermò convinta la neo bionda, allargando le braccia per accogliere Marten. «Sono appena stata dal parrucchiere ed ho chiamato Cams per farmi dire dov'eravate.»
«Quando sei atterrata?» chiese la riccia, posando le mani sul volto di Sara, ancora sotto shock.
«Un qualcosa come quattro ore fa?» fece mente locale la bionda, mentre dalla porta principale entrava un ragazzo moro.
***
Quella mattina aveva salutato Meg con un lieve bacio sulle labbra, stranito.
Si sentiva strano, Alex, difatti aveva sbagliato più di una registrazione. All'ennesimo errore, Genn l'aveva mandato a prendersi una boccata d'aria, giusto per non fargli combinare guai durante la mezz'oretta in cui sarebbe rimasto solo.
Poi, Marten l'aveva guardato con la faccia intrisa di preoccupazione.
Si preoccupava tanto per lui da quando Sara era partita ed avevano rimesso a posto i pezzi del suo cuore, con l'aiuto di Meg.
D'altronde, da come le raccontava Marten, Sara se n'era andata anche per togliersi dai piedi e lasciare spazio a Meg, perciò durante i primi tempi ch'erano stati assieme, Alex non s'era fatto problemi ed aveva accolto Meg a braccia aperte.
Quella mattina si sentiva davvero più strano del solito, come se dovesse succedergli qualcosa di strano.
Tutto gli parve più chiaro quando entrò nella stanza e vide Marten parlare con una figura bionda che dava le spalle alla porta.«Un qualcosa come quattro ore fa?» disse la bionda, ed Alex perse un battito. Non poteva essere lei, non di nuovo. «Poi sono passata a casa, ho appurato che Cams e Giò stavano per fare sesso come i conigli, ma li ho interrotti. Poi sono andata dal parrucchiere ed ora eccomi qua!»
«Non puoi essere sul serio tu.» mormorò Alex, intromettendosi nella conversazione.
Vide chiaramente Sara sobbalzare e cercare di nasconderlo sorridendo ampiamente nella sua direzione. «Che ci fai di nuovo qui, sei tornata a rovinarmi la vita?!»«Quanto siamo scontrosi, sono appena tornata!» disse la bionda, apparentemente calma. «È così che mi dai il bentornato?»
«Tornatene a New York, si sta meglio senza di te.» disse il ragazzo duramente, sotto lo sguardo di rimprovero di Marten.
Sara incassò il colpo in silenzio, sentendo un groppo formarsi in gola, ma non ci badò e restò a testa alta, lo sguardo puntato negli occhi castani di Alex.«Oh, io non credo che tu sia stato meglio senza di me.» lanciò quella frecciatina, trasformando il suo sguardo da sicuro ad altezzoso. «O devo ricordarti i trilioni di messaggi che mi hai mandato, oppure che mi hai rimpiazzata con Meg?»
«Ma ti senti?!» esplose Alex, fremendo dalla rabbia. «Tutto questo l'hai voluto tu, tu sei sparita nel nulla, tu credevi di non essere all'altezza, tu te ne sei andata senza dire nulla pensando che fosse meglio per tutti, e sempre tu hai pensato prima alla carriera che al tuo cuore.»
«L'ho fatto per te!» sussurrò la bionda, portandosi una mano tra i capelli.
«Bene, ti dico una cosa: devi sapere prima cosa vuoi, altrimenti devi prenderti ciò che viene.»
Ciao.
Ci ho messo trentasettemila anni ad aggiornare, lo so.
Ma non ho più idee per questa storia e stavo già pensando di scrivere un epilogo, ma Marten mi ha tipo fermata perché avevo promesso un capitolo Gerten.
Non sono dell'umore per scrivere, non ho idea se questa storia mi sta piacendo o meno, non so se la piega che ha preso mi fa schifo oppure mi piace, non so se il personaggio di Sara è diventato troppo complesso e stronzo, non so nulla.
Siate felici per me e Meg che ci incontreremo (forse), tra poco!
Tra tipo 100 giorni ho il concerto dei 5SOS, qualcuna di voi ci va?E nulla, a presto!
Wen xx

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School Trip. || Urban Strangers
Fanfiction«Somma Vesuviana?! Che cazzo è Somma Vesuviana?!» story written by baernardeschi. 10/01/2016; #27 in Fanfiction.