Marten, il giorno in cui lei, Camilla e Sara erano 'da qualche parte'.
Da qualche parte a Somma Vesuviana, foto di Sara, probabilmente.«Okay, adesso chi pulisce tutto questo casino?» chiese Sara, seduta tranquillamente su uno sgabello, mentre sgranocchiando tranquillamente un Oreo superstite.
Se qualche ora prima la cucina di casa Iodice era linda, pulita e tranquilla, adesso sembrava ci fosse passato un uragano.
L'uragano aveva anche un nome ed un volto.
Genn aveva rassicurato Sara, dicendole che aveva fatto l'alberghiero ed Alex aveva anche detto che era bravo a cucinare.
Ma nessuno aveva accennato al disordine che seguiva la realizzazione delle prelibatezze culinarie di Gennaro Raia.«Umh, in realtà dovremmo sbrigarci, visto che mia madre rientra tra tipo...» lo sbattere della porta d'ingresso interruppe l'affermazione di Alex. Sara scoppiò a ridere per la coincidenza e si scambiò uno sguardo d'intesa con Genn. Il moretto era impallidito vistosamente, ed aveva spalancato gli occhi.
«Salve signora Iodice!» esclamò Sara, non appena la donna fece capolino dalla porta con in mano un paio di buste della spesa.
La donna le sorrise, poi volse lo sguardo verso Genn ed Alex, e la sua espressione mutò radicalmente.«Alessio! Che cos'è tutto questo macello?!» esclamò, un tantino isterica, a detta di Sara. «Genn! Caro ragazzo, come stai? È un po' che non ti si vede qui!» sorrise gioviale al biondo, che salutò con una mano.
«C'è stato un po' da fare a casa, sai com'è, ho dovuto ristrutturarla tutta, poi vivere da solo è un casino.» sospirò Genn.
Sara lo guardò sorpresa: viveva da solo?!«Capisco.» affermò la donna minuta, sospirando stanca. «Adesso spostatevi in salotto, mentre Alex mette a posto tutto questo macello.» a quell'affermazione, Alex, abbassò il capo e cominciò a togliere le varie stoviglie sporche dal tavolo, mentre la signora Iodice prendeva Sara e Genn a braccetto.
«Ragazzi, io vado a stendere i panni, è uscito un bel sole.» si congedò la donna, mentre Sara e Genn si sedevano sul divano.
«Ho lasciato il cellulare di là, torno subito.» Sara si scompigliò i capelli ed andò in cucina.
«Si, certo! Il cellulare.» disse il biondo, lanciando uno sguardo eloquente alla tasca posteriore dei jeans della ragazza.
Sara non si girò neanche, semplicemente gli fece un gestaccio con la mano destra, causando la risata genuina del biondo.
***
«Perché cazzo quel deficiente non c'è!» si lamentò Marten, non appena la professoressa le aveva lasciate a casa Raia.
Nessuno rispondeva al citofono e non trovavano nessuna possibile chiave di riserva.«Sara? Noi siamo chiuse fuori...possiamo venire da te? Ah sta là. Okay, arriviamo.» Camilla aveva scelto l'opzione "chiediamo asilo a Sara". «È da loro.» affermò semplicemente, rimettendosi la borsa nera in pelle sulla spalla.
«Ma a me non va di...»
«Smettila a Camilla tua ed inizia a fare la persona matura, che a giugno fai diciotto anni e quel povero cristiano non ti ha fatto nulla di male, okay?» Camilla l'ammonì sia con lo sguardo che con le parole.
Beh, era pur vero che Genn non le aveva fatto nulla, se non giocarsi la sua poca fiducia facendo il cazzone.
Ma era anche vero che se non fosse stata ospite a casa sua, non l'avrebbe più rivisto in vita sua.«Odio quando hai ragione.» sbuffò la mora, mentre Camilla gioiva in un modo tutto suo.
Camminarono parlando del più e del meno, finché, a pochi passi da casa Iodice, Camilla non ne disse una delle sue.
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School Trip. || Urban Strangers
Fanfiction«Somma Vesuviana?! Che cazzo è Somma Vesuviana?!» story written by baernardeschi. 10/01/2016; #27 in Fanfiction.