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L'appuntamento con Harry è tra tre quarti d'ora davanti alla caffetteria in centro, famosa per il buon caffè all'anice che propone ai clienti.

"Come sto?" chiedo a Tay, mentre faccio una giravolta su me stessa.

"Se avessi un altro corpo e un'altra faccia ti direi che stai bene!" mi risponde mia sorella.

"sei una merda!" le rispondo a mia volta.

Lei ride, e poi mi tranquillizza. "stai benissimo!"

"Grazie!" rispondo, guardandomi allo specchio, sorridendo.

"Dove hai detto che vai?"

Inizia il terzo grado, e se fa come al suo solito, entro cinque minuti capitolerò.

"Con una amica della mia vecchia scuola" dico, cercando di ricordare cosa ho detto ai miei genitori a colazione.

"E perchè, se ti vedi con una tua amica, ti sei messa l'ombretto?"

Non mi trucco quasi mai, e lei lo sa.

"Ogni tanto mi piace farmi carina!" sbuffo.

"E perchè è tutto il giorno che hai quell'aria da tenera ragazza innamorata?" continua lei.

"io non sono innamorata di nessuno, ed esco con una mia amica!"

"Come si chiama?"

"Chi?"

"L'amica!"

"Sarah!"

"OK!" dice tay.

"Ok", rispondo io!

Le do' un bacino, e scendo di corsa le scale.

Mamma è in cucina, papà sul divano che legge il giornale.

"Io escooo!" urlo, dirigendomi verso la porta.

"Ricorda che alle tre ci vediamo con gli Styles!" urla mia mamma.

"Torno alle due e mezza!" rispondo frettolosa, uscendo in questa mattinata fredda di fine novembre.

Prendo il pullman che passa davanti a casa mia ogni ora e un quarto, ma ho calcolato bene i tempi, quindi riesco a salire su quello che mi porterà in orario davanti al luogo dell'appuntamento.

Inizio a giocare ad angry birds, quando il telefono mi vibra in mano.

Mi disconnetto dal gioco, e leggo <RC>

Che cazzo vuole, adesso Taylor.

*salutami il piccolo Styles*

Digito un veloce *ok, ma fatti i cazzi tuoi* e guardo fuori dal finestrino.

Vedo la città passare veloce, e persone anonime che vivono la loro vita senza badare al mondo che gli gira intorno.

un cagnolino al guinzaglio abbaia ad un gatto, un ragazzo in bicicletta lancia il giornale nel giardino dei signori Johnson, Una mamma spinge il passeggino parlando e ridendo al telefono.

La prossima fermata è la mia.

mi alzo dal sedile e mi avvio verso la porta anteriore.

Scendo sorridendo all'autista e cammino a passi svelti verso la caffetteria.

Non trovo Harry, ma subito sento un fischio.

Un unico, inconfondibile fischio.

Mi volto e, quando lo vedo, vorrei morire.

Harry è in piedi, affianco all'auto con cui mi ha dato un passaggio il giorno che mi ha accompagnato in stazione.

Sono trascorsi solo tre giorni, ma mi sembra una eternità.

Senza Di Te- Harry Styles  #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora