CAPITOLO 6

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Pov. Jeremi

Iniziai a seguire con lo sguardo la ragazza, che vidi scomparire circa dieci minuti fa, fuori dalla porta da sola, ed ancora non era rientrata.
Senza sapere nemmeno la ragione, cominciai a preoccuparmi.

Istintivamente mi diressi verso quella porta e iniziai a spingere tra la folla per eliminare la differenza che ci separava.

Una volta fuori mi era venuto un colpo per quello che avevo visto.

La ragazza era appoggiata al muro che stava per perdere coscienza.

Prima di permetterle di svenire per terra, la presi in braccio. Ero confuso, non sapevo cosa fare. Non si trovava mica ogni giorno una ragazza priva di coscienza in mezzo alla strada.
Tenendola nelle mani mi diressi verso la macchina, dove la posai sul sedile posteriore.

Misi le mani nei capelli non sapendo cosa fare. Cominciai a camminare avanti ed indietro, senza perderla di vista.

Mi avvicinai e la vidi aprire gli occhi. Si guardò attorno, come per capire dove si trovava in quel momento.

Iniziò ad agitarsi ed ancora prima di permetterle ad alzarsi, glielo impedii.

<<Non credo che sia una buona idea. Se fossi in te non lo farei.>>

Spaesata mi guardò attentamente e si era fatta più tranquilla.
Con lo stupore vidi che aveva seguito il mio consiglio.

<<Dove mi trovo?>> disse piano mettendosi le mani in testa.<<Mi fa male la testa.>>

<<Nella mia macchina.>> mi limitai a dire.

<<Cosa è successo? Perché mi trovo qui?>>disse bruscamente.

Non potei fare a meno di accorgermi di quanto era bella, nonostante le condizioni in cui si trovava.

<<Lo dovresti sapere tu stessa. Visto che ti trovavi da sola fuori. Non mi sembra una cosa matura da fare, visto che ci troviamo nel bel mezzo di gente fatta.>> azzardai a dire con una voce roca. Non riuscivo a capacitarmi ancora perché l'aveva fatto. Nervosamente mi passai una mano tra i capelli.

La vedi irrigidirsi e spalancò gli occhi, dopodiché si alzò come se fosse stata punta da qualcosa. Nei suoi occhi riuscii a percepire paura e questo mi mise solamente ancora di più in confusione ed agitazione.

Si posizionò in piedi accanto alla macchina ed cominciò a guardarsi attorno.

<<Dov'è lui?>> le si incrinò la voce.

Lui chi? Non capivo.

<<Non capisco di cosa tu stia parlando.>>

Mi guardò dritto negli occhi e questa volta arrabbiata si mise a gridare.

<<Dimmi dov'è quel bastardo!>>

Non seppi che dirle. Non capivo assolutamente cosa intendeva. Che cosa era successo con questa persona, della quale mi stava parlando? A dire il vero, urlando.

Inizialmente pensavo che questa reazione era dovuta dalla botta che aveva preso. Ma con il passare dei minuti, più continuava a parlare e sempre di più mi accorgevo che non era così.

<<Non fare finta di non capire! Vi siete messi d'accordo tutti quanti, vero?! Hai l'intenzione anche tu di prenderti il gioco di me?!>> buttò fuori tutto d'un fiato.<<Perché alla fine è questo che fate!>>

Rimasi in silenzio. Non potei fare il contrario visto che ero completamente sconcertato dalle sue parole.

Mi avvicinai per calmarla, ma lei iniziò ad indietreggiare come se avesse paura di me. Ancora prima di poter fare un'altro passo, la vidi cadere per terra. Il panico cominciò ad impossessarsi di me, per la seconda volta nel giro di pochi minuti.

In the Eye of the StormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora