CAPITOLO 19

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Vidi davanti a me mia madre in piedi con la divisa d'infermiera e dietro di lei mio padre.

Ma non dovevano essere al lavoro?

<<E tu saresti?>> chiese mio padre guardando dietro le mia spalle.

"Stiamo iniziando già bene." pensai.

Dallo stupore, non mi ero nemmeno accorta che mi trovavo con le spalle appiccicata al petto di Jeremi.

Mi spostai immediatamente posizionandomi accanto a lui.

Era una situazione abbastanza imbarazzante.

Non solo gli avevo detto che i miei non c'era a casa, ma ora anche deve dire ai miei di essere il mio professore che verso le ventidue di sera era a casa mia.

Meglio di così in si poteva.

Che situazione stupida che si era creata.

Mi pentii di averlo invitato a casa mia, ma mica potevo sapere che c'erano loro.

Ma poi non capisco cosa li interessi a chi porto a casa o meno. Mai si erano soffermati su questa cosa più di tanto e non capisco perché questa volta debba essere diversamente.

<<Ecco io sono...>> iniziò a dire e nei suoi occhi potei giurare di aver visto un insieme di confusione ed imbarazzo, anche se era composto e aveva quell'aria da un uomo autoritario.

Iniziai mentalmente a insultarmi.

Prima di permettergli di finire di parlare lo interruppi.

<<Lui è il mio professore di letteratura.>> dissi senza pensarci e anche se non lo guardavo, riuscii a sentire il suo sguardo sulle spalle.

Vidi i miei genitori guardarci.

Notai il viso di mio padre diventare di tutti i colori e capii che voleva dire qualcosa ma cercava di trattenersi. Con la mano raggiunse la cravatta che iniziò a slegare per avere più aria.

<<E così tu porti il tuo professore a casa?>> disse mia madre regalandomi uno sguardo omicida. <<E poi guardalo. A chi vuoi prendere in giro? Lui è il tuo professore?>> disse non staccando gli occhi dai suoi e con grande sorpresa riuscii a notare che era in grado di reggere il suo sguardo.

<<Scusi, con questo lei cosa vorrebbe dire?>> lo sentii dire da dietro di me e mi girai verso di lui per guardarlo e istintivamente mi avvicinai.

<<Quanti anni hai? Ventidue?>> disse con disprezzo, come se le stessimo dicendo una bugia.

Lo vidi irrigidirsi nelle spalle e diventare sempre più teso. Prima di permettergli di parlare iniziai a farlo io.

<<Veramente è il mio professore e non vedo il motivo per il quale dovrei mentirvi.>> dissi quasi urlando, non riuscivo a capacitarmi che mi stavano dicendo di essere una bugiarda. <<Quando porto qualcuno a casa non vi fate mai i problemi e questa volta invece si, anche se non ve ne frega mai nulla. Dov'è finita la vostra coerenza?! Ma per favore smettetela di fare finta di essere dei genitori che si preoccupano, perché non è assolutamente così e lo sapete benissimo entrambi.>> feci un passo avanti non facendomi intimorire dalla espressione di mio padre e puntai il dito su entrambi. <<Lui è stato solamente disposto ad aiutarmi con la letteratura visto che ho dei problemi ma questo vi interessa poco e niente. Dovreste ringraziarlo e non fare questa scenata inutile davanti a lui. È inutile che fate così.>> sentii Jeremi avvicinarsi e posarmi la mano sulla spalla per calmarmi.

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