CAPITOLO 8

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Quando il professore mi aveva lasciata a casa, erano ormai le nove. Non vidi nessuna macchina posteggiata davanti la casa. Com'era sciocco da parte mia pensare che i miei genitori si sarebbero accorti della mia assenza.

Rassegnata presi le chiavi dalla borsa. Mi girai per guardare se il professore era ancora davanti al cancello.
Ormai era evidentemente che non sarebbe partito, finché non mi avrebbe vista entrare in casa.

Entrai e la prima cosa che feci era quella di entrare sotto la doccia. Quando finii, mi diressi verso la mia camera e mi buttai sopra il letto distrutta. Presi in mano il cellulare. Trovai quindici chiamate e trentasei messaggi.

Ancora prima di aprirli, m'immaginai a chi poteva appartenere la maggior parte di essi.

Improvvisamente sussultai.
Mi era venuto un colpo.
Mi battei la fronte con il palmo della mano.
Ieri sera me ne ero andata senza di Ashley. Sicuramente si era spaventata a morte quando non mi aveva trovata. Aprii le chiamate e tutte quante appartenevano a lei. I messaggi invece erano sia suoi che di Nicholas.

Nessuna chiamata da parte dei miei. Rimasi al quanto delusa. Gli occhi iniziarono a bruciarmi, pieni di lacrime, già per la seconda volta in questo giorno. Da precisare che erano solo le nove di mattina e la giornata ancora era lunga. Battei le palpebre più volte, tentando di cacciarle via.

"Kate dove cazzo sei?!"
"Rispondi alle chiamate!"
"Ma ti sembra modo di fare così!"
"Appena ti vedo, giuro che ti strozzo!"
"Se cerchi di prendermi per il culo, sappi che non è più divertente."

Tutti gli altri dicevano la stessa ed identica cosa.

Mi fece pena e mi sentii palesemente in colpa, per non averci pensato prima a chiamarla. Le avrei almeno risparmiato tutta questa preoccupazione.

La chiamai e rispose al primo squillo.

<<Cazzo Kate! Dove sei andata a finire?! E addirittura non mi hai detto nulla! Non ti puoi immaginare cosa mi iniziava a passare per la mente! Cose orribili! Pensavo che ti avevano rapita! O chissà cos'altro che non ci voglio nemmeno pensare! E tu tutta tranquilla mi stai chiamando solo adesso! Ma ti rendi conto?! Vedi di darti una svegliata! Non è per nulla divertente! Ti ho cercata ovunque stanotte!>>

In realtà non era tanto lontana dalla verità.

Parlava a raffica senza darmi nemmeno il tempo di spiegare cosa era successo. Ma non posso per nulla biasimarla. Era ancora più arrabbiato di quanto io abbia immaginato.

<<Ashley, senti mi dispiace tantissimo. Mi sento mortificata e fottutamente in colpa...>>

<<Io ho avuto solo paura. Paura per te.>> mi interruppe.

<<Quella che si deve sentire in colpa sono io. Non dovevo lasciarti da sola, in mezzo a tutta quella folla di pazzi ubriachi e quella che ti deve le scuse sono io. La prossima volta non ti costringerò più ad uscire se non sarà il caso.>>
La sua voce pian piano iniziò ad incrinarsi fino al punto in cui divenne sempre meno udibile. Percepii i suoi sensi di colpa.

<<Ashley, non mi è successo nulla. Non ti devi assolutamente sentire responsabile delle mie azioni. Ieri sera ho bevuto solo due o tre bicchieri di birra ed avevo preso un taxi che mi aveva riportata a casa. Mi dispiace moltissimo. Non ci avevo pensato a chiamarti.>> lungo la guancia mi scivolò una lacrima.
Non volevo mentirle, ma era meglio così. Non riuscirei a sopportare di vedere la mia migliore amica che entrava in crisi, sentendosi in colpa per una cosa che lei non abbia fatto.
Non posso nemmeno biasimarla quando mi aveva lasciata al bancone, dedicandosi a Matthew.

Infondo avevo diciott'anni. Ero abbastanza matura per prendermi le mie responsabilità.
Ma guardando il fatto da un altro punto di vista, chi avrebbe mai pensato che Max si sarebbe comportato in questo modo?
Evidentemente non lo conoscevo abbastanza bene. Iniziai a sentire uno fastidioso sfarfallio allo stomaco ed i piedi iniziarono a tremarmi.

<<Kate, è stato sciocco da parte tua, azzardare a comportarti in questo modo. Ma ognuno sa i fatti suoi e non voglio sentire nessun ma... O però...>> calò il silenzio. <<importante che tu stia bene in questo momento.>>

<<Non ti devi preoccupare. Io sto bene.>> dissi cercando di falsificare il mio tono di voce, in uno più entusiasmante.

<<Ricordati che ti voglio bene. Ora devo andare che devo sistemarmi per andare dalla zia Natasha.>> la sentii sbuffare, prese un forte respiro, e detto questo, m'immaginai la sua faccia disperata.

Zia Natasha, apparteneva a quel tipo di donne raffinate. Aveva anche un cane. Un piccolo chihuahua, che ogni volta quando vedevo riuscivo a stento a nascondere la risata. Diverse volte mi avevo beccate delle occhiatacce da parte della donna. Non si poteva fare a meno quando si vedeva il cane camminare vestito con delle camicette con delle piume rosa, che lo coprivano tutto quanto, ed a malapena una persona riusciva ad intravedere la sua piccola testa.

<<Ti auguro buona fortuna.>> sghignazzai.

<<Ci vediamo domani.>> disse l'amica, intenta a sganciare la chiamata.

<<Ashley?>>

<<Si?>>

<<Ti voglio bene anche io.>> e riattaccai.

Con lei era fatta.

Aprii il messaggio di Nicholas.
Nicholas era il mio amico d'infanzia, ma per me era come un fratello maggiore che non avevo avuto mai. Era più grande di quattro anni ed aveva finito il liceo già da un bel po' di tempo e si ritrovava a frequentare il college a Cambridge. Harvard. Lo invidiavo in parte, perché per entrare in questo tipo di college doveva essere veramente un genio, ed io sapevo che non ci sarei mai riuscita ad entrare in questa università.
Dopotutto la speranza era l'ultima a morire, giusto?

Aprii il messaggio e appena lessi le due frasi in neretto, iniziai a saltellare.

"Cat, preparati che fra tre giorni arriverò a Londra. Spero per te, che tu non abbia pensato che ti saresti liberata così tanto facilmente da me."

Cat. Quanto odiavo quando mi chiamava così. Ma lui se la rideva sempre, facendolo apposta.

Gli piaceva vedermi imbronciata, dopotutto anche a me mancava tanto, dopo tutto questo tempo.

Gli risposi velocemente.

Almeno una cosa buona durante questa mattinata c'era.

Dopo circa un'ora presi i compiti, ed iniziai a studiare qualcosa, anche se era inutile, perché la mia concertazione era pari a zero.





Buona domenica a tutti e
Buon San Valentino💁❤️


Il capitolo non è un granché ed è solo di passaggio, prometto che cercherò di impegnarmi sempre di più.⭐️

[Scusatemi se c'è qualche errore.]

In the Eye of the StormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora