Rimasi stesa sul letto per quasi tutto il pomeriggio, ripensando a quello che era successo questa mattina in classe.
Tutto sembrava così surreale. Non riuscivo a capire dove io abbia trovato tutto quel coraggio per parlargli in quel modo ed espormi completamente davanti a lui. Confessandogli alcuni i miei pensieri, che avevo sempre riservato solo a me.
Mi sentivo come se fossi spoglia, sapendo che inconsapevolmente mi ero aperta di fronte a lui.
Nel profondo del mio cuore però sapevo che potevo fidarmi, anche se non ne ero poi così tanto sicura.
Ad interrompere i miei pensieri era stato proprio il suono del telefono.
Sbuffai e lo presi.
Sul display mi spuntò il numero di mia madre. Sorpresa ma nello stesso momento incuriosita, decisi di rispondere.
<<Pronto?>>
<<Kate, che fai?>>
Mi stava chiedendo cosa stavo facendo?
Cercai di non crearmi troppi problemi, nonostante io abbia notato in questi giorni il loro strano comportamento. Ma dopo quella sera, quando era venuta Elisabeth e mio padre mi aveva detto di volermi bene, notai che i miei genitori cercavano di riallacciare i rapporti in un modo o nell'altro.
L'unica cosa che non capivo era il perché di questo comportamento.
<<Niente, stavo andando a fare i compiti.>> dissi pur sapendo che le stavo dicendo una balla.
<<E a scuola?>> disse. Anche attraverso il telefono riuscii a capire che era agitata, ma cercai di non farci caso.
<<Tutto bene, ieri il mio professore mi aveva aiutata a recuperare un po' il programma e ora sto andando a studiare.>> dissi alzandomi dal letto per raggiungere a passi svelti la scrivania dove si trovava il quaderno con gli appunti.
<<Cosa? Prendi le lezioni di recupero?>> disse un po' nervosa e sorpresa.
<<Si, te lo avevo detto ieri sera.>> sbuffai consapevole del fatto che come al solito non mi aveva ascoltata.
Ma si poteva continuare ad andare avanti in questo modo?
<<Ah...>> dall'altra parte ricevetti come risposata un lungo momento di silenzio. <<...quando torno a casa poi ne parliamo.>> disse e il suo tono ritornò ad essere quello di sempre.
<<Certo mamma, ci vediamo stasera.>>
<<Non c'è bisogno che ci aspetti per cena, perché molto probabilmente ritorneremo tardi io e papà, perché dobbiamo sbrigare diverse cose.>>
Ed ecco che in questi momenti il mio entusiasmo per questa stupida chiamata, che per me valeva davvero molto, era scoppiata e sparita come una bolla.
Annuii e riattaccai il telefono.
Presi in mano il quaderno e iniziai a studiare, anche se la mia concentrazione era pari a zero.
Domani pomeriggio dovevo di nuovo incontrare il professore per le lezioni di recupero.
Non volevo sembrargli, che in qualche modo mi stavo approfittando di lui, perché infine non era assolutamente vero.
Ero rimasta fino a tardi a studiare quando in mente mi era venuta un'idea.
Guardai l'orologio e dedussi che erano le sette e mezza.
Fra un'ora i negozi al centro avrebbero chiuso.
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In the Eye of the Storm
Romance> spinse i suoi fianchi contro i miei > mi sfiorò il collo per poi darmi un casto bacio sulle labbra. > risposi piano e lo guardai dritto negli occhi. > sussurrò. [LA STORIA È IN CONTINUA FASE DI CORREZIONE.]