CAPITOLO 12

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Sentii un rumore assordante provenire dal comodino.

Senza nemmeno guardare nella direzione della sveglia, stesi la mano per spegnerla.

Non facendolo apposta cadde per terra, e dal rumore che aveva fatto, potevo dire con enorme piacere che si era spaccata in piccoli frantumi.

Inizialmente aprii il primo occhio, dopodiché lo richiusi a causa della luce, che entrando dalla finestra mi accecava.

Scostai le coperte e con le mani in faccia mi sedetti sul letto. Aprii gli occhi cercando di abituarli alla luce che regnava nella stanza.

Mi alzai ed andai a vestirmi. Scesi le scale e trovai i miei genitori a tavola che parlavano di qualcosa al riguardo del loro lavoro.

Li salutai, presi il caffè e quando finii, salii le scale per andare a lavarmi i denti.

Quando uscii dal bagno, vidi steso sul mio letto Nicholas. Ma era sonnambulo?

Risi silenziosamente.

Vedendolo coricato con gli occhi chiusi, mi avvicinai lentamente e lo scansai dal letto facendolo cadere a terra.

Lo vidi spalancare gli occhi. Evidentemente non si aspettava questo svolgimento dei fatti.

Per sua fortuna aveva dei riflessi pronti e riuscii a cadere a terra con le mani stese e rivolte verso il pavimento.

<<Non cambi mai.>> era l'unica cosa che aveva detto in quel momento mentre cercava di alzarsi. Nei suoi occhi riuscii a intravedere una scintilla di divertimento.

<<Buongiorno anche a te, eh...>> mi limitai a dire.

<<Non posso dire la stessa cosa.>> effettivamente aveva ragione.<<Sai che se mi avessi chiesto di alzarmi io l'avrei fai, giusto?.>> e corrugò la fronte.

<<Ma non sarebbe altrettanto divertente.>> gli mostrai la linguaccia. <<Ora alzati che mi devi accompagnare a scuola, visto che Ashley non può venire oggi a prendermi.>> appena dissi il nome della mia amica, lo guardai sottecchi.

Lo vidi sbattere il palmo della mano contro la fronte, dopodiché cadde con la schiena sul letto facendo finta di lamentarsi.

Sia lui che Ashley stavano insieme da tanto tempo. Se non mi sbagliavo circa un anno, ma non appena Nicholas partì per l'università tutta la magia tra i due sparì in un batter d'occhio. Non riuscivano a sopportare la distanza e decisero di chiudere la loro relazione.

Annuii e dopo cinque minuti uscimmo da casa e salimmo in macchina.

Erano le otto meno dieci, ma nonostante questo arrivai a scuola lo stesso in ritardo di mezz'ora. Il traffico a Londra, a quell'ora era pazzesco, ed inevitabile.

Salutai Nicholas con un bacio sulla guancia e uscii in fretta dalla macchina, sbattendo più del dovuto la portiera.

Mimai con le labbra un veloce "scusa" all'amico, sapendo quando ci tenesse alla macchina e corsi verso la scuola.

Da lontano notai correre verso l'edificio una chioma nera. Inutile dire che era Margaret.

Quando mi trovai ormai davanti la classe, bussai e la prima cosa che vidi era il professore Robinson.

<<Buongiorno, scusi il ritardo.>> dissi velocemente, dopodiché mi sedetti al mio posto.

Stranamente non mi disse nulla, fece solo un cenno con il capo.

<<Com'è finita ieri?>> mi sentii sussurrare da Ashley.

<<Ancora dobbiamo organizzarci.>> dissi di rimando e sorrisi al solo pensiero.
Mi piaceva questa piega della situazione.

In the Eye of the StormDove le storie prendono vita. Scoprilo ora