Mentre entravo in cucina non pensavo ad altro che a Jeremi. Era un'altro giorno in cui dovevo affrontarlo e già avevo lo stomaco in subbuglio. Era difficile stargli così vicino ma nello stesso momento lontano. Erano passati due giorni dal momento in cui gli avevo detto di starmi lontano, anche se ora come ora sapevo che non lo volevo affatto. Non volevo che lui mi stava lontano, lo volevo costantemente vicino a me. Volevo che si prendesse cura di me come aveva fatto ultimamente. Non sopportavo più questo distacco. Era costantemente nei miei pensieri e questo mi faceva perdere concentrazione nei diversi momenti. Come ieri quando i miei genitori erano ritornati dal lavoro prima del previsto e mi parlavano ma io ero completamente nel mio mondo. Dopo quando mi avevano risvegliata dai miei pensieri mi avevano ripetuto che la prossima settimana eravamo stati invitati da Elisabeth a cena. Io mi ero limitata ad annuire e infine mi ero decisa di dirli che all'indomani dovevo uscire con Adrian e con i suoi amici. Non appena glielo avevo detto hanno fatto un'espressione indecifrabile. Non riuscivo a capire se erano felici del fatto che uscivo con lui o meno. Avevo costantemente impressione come se mi nascondessero qualcosa ed ero decisa a scoprire cosa.
Mentre bevevo il caffè appoggiata al bancone della cucina sentii la voce di mio padre che mi richiamava.
<<Kate.>>
<<Mh...>> mugolai appoggiando il bicchiere alle labbra mentre prendevo un sorso.
<<Ti abbiamo chiamato già tre volte.>> si limitò a dire guardandomi con sospetto.
<<Ah... Ecco stavo pensando alla verifica di ieri.>> mi inventai qualcosa nel momento stesso, mettendo di mezzo la scuola, sapendo quanto ci tenevano.
<<Ah, e di cosa? Ti è andata bene?>> chiese mia madre mentre mentre sparecchiava la tavola e metteva le tazze nella lavastoviglie.
Annuii.<<Di letteratura ed ho preso una A-.>> dissi orgogliosa dopodiché posai il bicchiere ormai vuoto.
<<La materia con la quale sei stata aiutata da... Quel professore?>> chiese sedendosi di fronte a mio padre che stava leggendo il giornale com'era il suo solito. Io mi limitai ad annuire e alzai gli occhi al cielo. Per lei era impossibile che un ragazzo giovane come lui stesse facendo di mestiere il professore. <<Beh, come ho detto già l'ultima volta sarebbe il caso di ringraziarlo invitandolo a cena.>> aggiunse.
Mi fermai nel posto, mentre stavo prendendo lo zaino ed annuii ma lo sapevo che non sarebbe stato possibile invitarlo vedendo la situazione che si era creata tra noi due.
Mio padre tossii e posando il giornale sul tavolo mi fece il cenno di avvicinarmi.
<<Ma non è lui il tuo professore?>> mi chiese indicando una fotografia in alto. Lo raggiunsi e per poco non caddi per terra inciampando. Affiancai mio padre e guardai nel punto esatto in cui mi indicò. Si trattava di una fotografia sulla quale non era affatto da solo ma con una donna. Entrambi tenevano nelle mani i bicchieri di vino e con l'altra lui le cingeva la vita. Guardavano entrambi dritto nell'obbiettivo. Erano vestiti in un modo raffinato e la ragazza poteva avere all'incirca la stessa età sua. Aveva i capelli biondi e lunghi che le arrivavano fino alla vita e un fisico da mozza fiato. Si trattava di un articolo e in alto c'era scritto in caratteri grandi "INIZIO DI UNA NUOVA STORIA PER IL SIGNOR ROBINSON?" Mi sentii mancare l'aria davanti alla foto e sentivo le gambe molle. Mia madre mi cinse la vita con entrambe le mani e mi fece sedere sulla sedia dopodiché si inginocchiò davanti a me, come faceva quando ero piccola ed avevo il ginocchio sbucciato. Mi prese le mani e le racchiuse tra le sue. <<Kate, va tutto bene?>> chiese non distogliendo gli occhi dai miei. Io annuii con la testa e mi alzai dalla sedia, dopodiché senza dire una parola la sorpassai. Presi lo zaino e corsi via da casa. Non riuscivo a credere. Non riuscivo a capire niente. Una nuova storia? Chi era quella donna? Perché era con lei? E la cosa più importante perché la sua vita privata veniva pubblicata nei giornali?
Rammaricata e completamente a pezzi mi avviai a passi lenti verso il cancello di casa mia dove avevo intenzione di aspettare Ashley. Poi c'era mia madre che non si comportavano così da anni. Dovevo dire che dopo l'arrivo di Elisabeth si comportavano entrambi in modo diverso.
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In the Eye of the Storm
Romance> spinse i suoi fianchi contro i miei > mi sfiorò il collo per poi darmi un casto bacio sulle labbra. > risposi piano e lo guardai dritto negli occhi. > sussurrò. [LA STORIA È IN CONTINUA FASE DI CORREZIONE.]