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Aria's pov.
Londra. La mia amata Londra.

Quella città che fin da piccola ho sempre amato.

Quella città dove è nato papà e i nonni vivono tutt'ora.

L'aereo è appena atterrato e sono le 13:45.

Ho mangiato un panino, preso la valigia e adesso sto aspettando un taxi che mi porti a casa.

Presi il taxi e, dopo aver detto l'indirizzo e il numero, arrivo in quella meravigliosa casa dove mi sono tanto divertita.

(Ovviamente parleranno in italiano, anche se sono inglesi).

'Aria, bentornata' mi saluta mia nonna, appena entro in casa.

'Ciao piccola' ecco mio nonno.

'Ciao nonna, ciao nonno'.

Dopo aver parlato un'oretta, porto la valigia al piano di sopra, dove si trovava la mia stanza, e la poso sul letto.

La svuoto e sistemo tutti i vestiti nell'armadio.

Da Genn:
Appena arrivi facciamo una viedochiamata.

A Genn:
Faccio un giro, quando torno ti chiamo.

Blocco il telefono e prendo lo zaino nero.

Esco e vado a fare un giro per Londra, quella città che mi mancava tanto visitare.

Tutti i momenti passati in questo posto mi fanno pensare, anche se io penso a lui in ogni momento.

Ogni estate venivo qui con i miei genitori e Josh.

Passavamo la maggior parte del tempo in giro per Londra, con mio padre prendavamo metro a caso per finire in un posto sconosciuto e visitarlo, scattare miglioni di foto e poi farle vedere alla mamma e lei commentava sempre con la sua solita frase "un giorno vi perderete e a casa non tornerete più, ne sono sicura" ed è successo veramente. Mio padre mi ha convinta, come sempre, ad andare in un luogo che secondo lui 'conosceva' e invece non aveva la più pallida idea di dove fossimo, fortunatamente, dopo milioni di informazioni a persone a caso, riusciamo a tornara a casa, ridendo come dei matti.

Ad interrompere i miei pensieri sono una coppia di ragazzi che si stavano baciando, ma in questo non c'era nulla di strano, sono le persone che stanno compiendo questa azione che sono famigliari.

Vado verso i due (e poi scopri che non sono le persone che pensavi e fai una figura di merda... ehm no) e mi fermo.

Il ragazzo, che vedendomi avvicinare, si stacca dalla ragazza.

'Aria?' domanda lui.

'Riccardo, Melissa che piacere vedervi qui' dico con un tono misto al nervoso e l'ironia.

'Aria, non è come pensi' cerca di difendersi la mia migliore amica.

'Oh, davvero, Melissa? Pensi sia stupida? La mia ex migliore amica e il mio ex ragazzo si stanno baciando nel luogo dove pensavo quest'ultimo andasse a studiare'

'Pensavo che fra noi fosse finita, poi ho iniziato a parlare con Melissa e ci siamo innamorati'.cerca di inventarsi una scusa Riccardo, senza successo.

'Vuoi raccontare delle cazzate a me? Ma per piacere, ti ho sempre sgamato alla prima parola che cercassi di dire. Seriamente da quanto va avanti?'

'Da quando stavate ancora insieme. Io te l'ho detto che nessuno ti vuole' cinguetta Melissa.

'Non sto parlando con te, troia. Sto parlando con Riccardo, la persona con cui volevo chiarire e rimanere amici, ma evidentemente mi sbagliavo. Avrei preferito rimanere a Somma che venire qui e vedere queste cose che mi fanno alquanto schifo'

'Ma se non volevi nemmeno viverci a Somma e poi possiamo anche rimanere amici, non muore nessuno' non riuscirai a pararti il culo con Aria Jones, stronzo.

'A Somma ho conosciuto persone migliori e se proprio vuoi pararti il culo dimmi: da quanto siamo stati insieme?'

'Sei mesi circa' risponde soddisfatto

'Un anno, siamo stati insieme un anno, stronzo' la mia mano si schiaccia sulla sua guancia.
'Gennaro e mille volte meglio di te, in tutto' aggiungo e ritorno a casa.

A Genn:
Madonna se dobbiamo parlare. Skype ora. Ti ho lasciato il mio nome sulle note del telefono. Ti voglio bene.

Da Genn:
Va bene, piccola. Ti voglio bene anch'io.

Se volete il continuo con la sclerata di Aria, ditemelo e lo pubblico il prima possibile, anche stasera.

L'ha chiamata piccola, dobbiamo preoccuparci?

»black« [U.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora