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Ad interrompere il mio sogno, di cui non ricordo assolutamente niente come sempre, è una chiamata da parte di Gennaro.

Non mi aveva cercato per circa una settimana e ora se ne salta fuori così, chiamandomi.

Anche se la tentazione sarebbe quella di rifiutare la chiamata solo per dargli fastidio, gli rispondo anche perché la curiosità di sapere cosa ha da dirmi è davvero alta.

"Pronto?" perché devo dire pronto, quando so che è Genn? Sono stupida.

Non capì molto di quello che disse, era sicuramente ubriaco.

Capì solo "sono sotto casa tua"

Mi misi una felpa pesante, dato che ormai l'estate era finita e questa sera c'era parecchio vento e poi avevo una canottiera e dei pantaloni leggeri.

Scesi le scale senza far rumore, perché mia mamma e Josh dormivano e il caro Genn non poteva venire vero l'una, nooo, meglio alle quattro.

"Ma ti pare?" gli domando, ma vedendolo incapace di intendere cosa volessi dire, gli dissi solamente di non parlare finché non saremo arrivati nella mia stanza, ma, come se non avessi detto nulla, si siede sulla panchina del mio giardino e io lo seguo, aiutandolo.

Iniziò a parlare, sembrava un bambino, le parole erano confuse e non si capiva bene ciò che volesse dire, ma qualcosa la capì.

"Io, mi dispiace, sono stato stupido e non volevo che stessi male per colpa mia" detto in italiano, disse questo.

Si fermò qualche secondo a pensare e ricominciò a parlare.

"Non ti ho scritto o cercato per una settimana e mi mancavi"
"Ho bevuto per colpa tua, mi sono ubriacato perché, non lo so, mi mancavi pensavo non che non mi avresti mai perdonato. Io ti piaccio e tu no, o almeno questo è quello che pensi tu, perché sei così stupida che non mi lasci mai parlare e spiegare, perché sono così stupido che non so parlare e non mi so spiegare"
"Mi piaci e mi hai mandato a puttane il cervello"

"Io ti mando a puttane il cervello? Sei tu che sei così lunatico e difficile da capire. Mi baci e poi mi lasci andare, non mi cerchi e poi vieni qui a cercarmi. Se solo ubriaco e domani non ti ricorderai nulla, quindi è meglio che te ne ritorni a casa"

"Voglio restare qui con te e mi ricorderai tutto"

E poi sono io che ti mando a puttane il cervello, fanculo.

Annuisco e l'aiuto ad alzarsi, per poi andare in camera mia. Meglio chiuderla, se no se entra mia madre e lo vede qui non so cosa può pensare.

Si sdraia sul mio letto ed era già senza maglia e pantaloni, perfetto.

Mi metto di fianco a lui e copro entrambi con la coperta.

"Notte, Genn" dico, dandogli le spalle.

Mette la mano sul mio fianco, per poi farmi girare lentamente e lasciarmi un bacio sulle labbra.

Fanculo, Gennaro, fanculo.

»black« [U.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora