Sì, piccola.

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Lucille's POV

Ero seduta sul pavimento in camera mia, Samantha mi aveva portato di sopra la pizza perché le avevo detto che non mi sentivo bene e che sarei voluta rimanere a letto. Di sotto si sentivano le tre voci di Sammy, Sam e Nate ridere e scherzare come se nulla fosse. Invece per me, era la seconda volta in un giorno che mi chiudevo in stanza perché ero giù di morale.
A quanto pare per Nate non ha significato nulla quel bacio e sinceramente se a lui non importava allora non importava nulla nemmeno a me.
No, no. Che cazzo andavo pensando? A me importava, e pure tanto! Sentivo le lacrime accumularsi e non era per niente una bella sensazione, ma io solo gli idioti mi andavo a trovare!?
Provavo emozioni abbastanza contrastanti al momento: una parte di me voleva dimenticarsi di quel bacio, un'altra parte invece voleva che lui venisse lì, che mi abbracciasse e che mi dicesse che quelle cose non le pensava veramente, che le aveva dette solo per paura della mia reazione, che lui provava esattamente quello che provavo io. Sì, ma cosa provavo io?
Beh, Nate è come un fratello anche se non l'ho mai sopportato, ma è normale che con un singolo gesto mi abbia fatto cambiare del tutto idea? Dio... Che situazione di merda.
Proprio quando le lacrime avevano avuto la meglio, qualcuno bussò e senza che io dessi il permesso, la porta si aprì. Il viso di Nate assunse una stranissima espressione appena mi vide. Non volevo che qualcuno mi vedesse in quelle condizioni, soprattutto se quel qualcuno era Nate. Certo che aveva proprio un tempismo di merda quel ragazzo.
"Uhm... Sam mi aveva chiesto di prenderle il caricatore che aveva lasciato qua... Credevo stessi dormendo." Abbassò gli occhi. E ora? Cosa gli dicevo?
Gli indicai il punto in cui il caricatore era rimasto e lui si affrettò per andarlo a staccare dalla spina, la situazione si era fatta a dir poco imbarazzante. Prima di uscire dalla porta si fermò a guardarmi.
"È colpa mia vero?" Mi indicò.
"Io non sono 'usa e getta' Nate." Lo fissai dritto negli occhi, ma il suo viso era offuscato dalle lacrime. Non volevo sembrare vulnerabile o fragile ai suoi occhi, ma a quanto pare era proprio così che mi vedeva.
"Lucille, per me ha significato quel bacio. Ci ho riflettuto quando sei corsa via prima e sarei venuto da te domattina per parlarti, ma adesso ti ho trovata qua e in queste condizioni..."
Alle sue parole mi si strinse il cuore e mi sbucò un sorriso. A quanto pare il sentimento non era più a senso unico, ma reciproco!
"Dici sul serio?" Non sapevo se stesse dicendo la verità o volesse solo provare a non ferirmi...
"Vieni qui." Spalancò le braccia e mi fece segno di andare verso di lui. Non me lo feci ripetere due volte che in meno di due secondi ero già stretta al suo petto.
"Tu mi piaci, Lucille." Quelle parole suonarono così bene al mio orecchio. Non potevo crederci, mi feci anche un pizzicotto per capire se era tutto reale e no, non stavo sognando.
Mi prese il volto tra le mani e mi alzò la testa leggermente, improvvisamente mi ritrovai a guardarlo negli occhi. Quel momento durò veramente poco, perché fui interrotta dalla sue labbra che si posarono sulle mie.
Sentii una strana sensazione allo stomaco, ma era piacevole. Mi staccai dalla sua bocca e da quelle labbra così incredibilmente morbide.
"Quindi ora noi... Ehm... Stiamo insieme?" Probabilmente ero diventata rossa, sentivo le guance andare letteralmente a fuoco.
"Sì, piccola." Sul suo volto spuntò un sorriso che mi fece venire voglia di saltargli addosso. Dio, Lucille contieniti!
L'unica cosa che feci, però, fu quella di ricominciare a baciarlo e non mi dispiacque affatto.

summer in LA || Nate MaloleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora