Che l'incubo abbia inizio.

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Nate's POV

L'imbarazzo era percepibile.
Samantha non mi aveva più rivolto la parola dopo avermi 'rimproverato' per averle dato qualche bacio.
Che poi, Dio, doveva sempre rendere tutto così complicato. Ormai era passata una mezz'oretta ed eravamo atterrati, subito dopo aver preso le valigie ci dirigemmo verso l'uscita.
Quello non era un aeroporto, era un fottutissimo labirinto, se non fosse stato per la piccoletta, sicuramente ci saremmo persi.
"Sam?" Ruppi il ghiaccio.
Mi lanciò un'occhiata e poi si mise a fare l'indifferente, che bimba.
"Mh?"
Chiusi gli occhi per un momento, concentrandomi sul fatto che non dovevo litigarci, anche se lei rendeva la situazione più difficile del normale.
"Chi ci viene a prendere?"
La vidi sbiancare del tutto.
"Sam..." La scossi un po' per la spalla "sicura che vada tutto bene?"
Provò a dire qualcosa, ma prima che riuscisse ad aprire bocca, mi ritrovai davanti l'ultima persona che potessi mai desiderare.
"Ciao ragazzi!"
Shawn.
Ovviamente, la persona che ci veniva a prendere era quel demente e, ovviamente, io non mi ero minimamente ricordato -quando avevo accettato di venire- che Shawn fosse il fratello di Sam. Questo significava che avrei dovuto sopportarlo per due giorni?
Mi feci il segno della croce e okay, stai calmo Nate, su.
"Lurido coglione." Sputai oltrepassandolo e andando... Dove? Non avevo la più pallida idea di dove stessi andando ma chissenefrega. Se mi fosse rimasto altri due secondi davanti agli occhi, sicuramente l'avrei fatto nero, ma dettagli.
"Nate! Nate!? Dove diamine vai?"
Samantha. Cosa mi aspettavo? Doveva per forza mettersi in mezzo anche lei.
"Senti, io non lo sopporto quello!"
"Lo so." Sbuffò.
"Sapevi anche che sarebbe venuto lui, a prenderci, non è vero?" Cercai di farmi venire l'espressione più irritata possibile e non mi fu molto difficile, così iniziai a guardarla in cagnesco.
"Io..."
Alzai un sopracciglio.
"Tu... Cosa?"
"Volevo solo farvi riappacificare." Abbassò lo sguardo "credevo che con una chiacchierata avreste risolto tutto."
"Dio, Sam! Non siamo mica all'asilo! Non serve solo incrociare i mignoli ed è tutto risolto!" Allargai le braccia con un gesto violentemente teatrale e colpii qualcosa col dorso della mano.
Mi girai per controllare e cominciai a ridacchiare tra me e me, Dio, adoravo il karma.
Colpii la faccia di Shawn.
Giuro, è stato tutto casuale, il fatto che lui si trovasse precisamente accanto a me, ma fu abbastanza gratificante colpire la faccia da cazzo che si ritrovava.
"Bene, direi. Ora possiamo andare." Annunciai facendo un sorriso soddisfatto.
Sentii un "figlio di puttana" alle mie spalle e quando mi girai la scena era abbastanza divertente, Samantha con la bocca spalancata a fissare Shawn e Shawn con la mano destra a massaggiarsi il naso.
"Beh? Avete intenzione di restarvene lì tutto il tempo? Non so voi, ma sono stanco, è tardi e vorrei andare a riposarmi. Quindi se non vi dispiace..." Misi su l'espressione più scocciata che potevo e dopo un altro paio di insulti dal ragazzo, lo seguii diretto alla macchina.
Il viaggio durò poco, purtroppo. Non volevo conoscere la madre di Samantha, sarei stato in imbarazzo e sicuramente avrei fatto una brutta figura.
Controvoglia scesi dalla macchina e mi ritrovai sul vialetto davanti ad una casa bianca distribuita su due piani. Il giardino intorno era tenuto perfettamente e si riusciva a sentire un profumino delizioso proveniente da una finestra, probabilmente della cucina. Qualsiasi cosa fosse, avrei dovuto assaggiarla, l'odore era decisamente troppo invitante e il mio stomaco stava chiedendo pietà.
Un buon motivo per mettere piede in quella casa, no?
Subito dopo che Sam suonò il campanello, una signora ci venne ad aprire con un grande sorriso stampato sul viso.
Sorriso che svanì non appena si accorse della mia presenza.
"Sam?" La chiamò la donna.
La ragazza era diventata completamente rossa, non aveva nemmeno salutato quella che doveva essere la madre, ma aveva tutta l'aria di volersi sotterrare all'istante.
"Sì, mamma?"
La donna la guardò scettica e subito dopo parlò, cominciando a fissarmi.
"Da quando Lucille è improvvisamente diventata un uomo?"
Non stavo capendo. La donna continuava a guardarmi e io non capivo.
Cosa c'entrava adesso Lu?
"Ehm.. Mamma. Volevo dirtelo, davvero!"
'Volevo dirtelo' cosa?!
"Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?" Chiesi io, di punto in bianco. Shawn si avvicinò a me mentre le due donne continuavano la loro discussione sull'uscio della porta.
"La mamma pensava che venisse Lucille, non tu. Non sa nemmeno chi sei." Mi sussurrò all'orecchio Shawn.
Adesso ero decisamente su tutte le furie. Perché Samantha non le aveva detto nulla?
Già avrei fatto una figuraccia di mio, poi ci si doveva aggiungere quella ragazzina a rendermi tutto complicato...
"Ehm, salve signora." Provai a presentarmi, non appena pronunciai quelle parole, la donna si girò verso di me. Provai a sfoggiare il mio sorriso più bello, con tanto di fossette, dato che ancora mi guardava scettica.
"Mi chiamo Nate Maloley, sono un amico di sua figlia..." E le porsi la mano.
Riluttante, la donna la strinse.
Okay, la tattica delle fossette non aveva funzionato.
"Karen, piacere."
Ci invitò ad entrare e non appena misi piede in quella casa, mi sentii subito a mio agio, nonostante Karen che non mi scollava gli occhi di dosso nemmeno un secondo.
La casa era molto più che accogliente e il profumo delizioso proveniente dalla cucina si fece sempre più intenso.
Biscotti, decisamente erano biscotti.
"La cena è pronta tra un minuto." Annunciò Karen e si ritirò in cucina, seguita da Shawn.
Mi girai verso Samantha che cercava di guardare di tutto tranne che me.
"Mi devi delle spiegazioni, assolutamente."
"Non avrebbe voluto, se glielo avessi detto!" Iniziò a gesticolare come un'ossessa alludendo a sua madre, faceva paura.
"Ma non volevo farmi odiare da subito!" Roteai gli occhi.
"Ma non ti odia! Deve solo inquadrarti, poi quando capirà bene che tipo di persona sei, allora ti odierà davvero." Si strinse nelle spalle mentre io strabuzzavo gli occhi. Era seria?
"Sei veramente molto rassicurante, Sam. Complimenti!"
"Stavo scherzando! Tranquillo, le piacerai." E detto ciò mi stampò un bacio sulla guancia e si diresse verso quella che doveva essere la sala da pranzo.
Che l'incubo abbia inizio.

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Mi dispiace per chi aveva letto metà del capitolo, mi si era pubblicato da solo ahah.

summer in LA || Nate MaloleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora