Non avevo più la minima voglia di sentire quel suono.

194 10 3
                                    

Nate's POV

Lucille.
Dovevo assolutamente parlarle.
Dovevamo chiarire la situazione prima che fosse troppo tardi, infatti non appena mi svegliai mi diressi verso la porta della sua camera.
Che cosa le avrei detto? Sinceramente non ne avevo la più pallida idea. Non avrei mai dovuto baciarla e lei non sarebbe mai dovuta venire a quella stupida festa. Inoltre i miei pensieri erano già incasinati per via di Samantha.
Quella notte si era addormentata appoggiata a me, così mi era toccato portarla in braccio fino al letto di Sammy perché la sua camera era troppo lontana e volevo solo andare a dormire. Non potevo badare anche ad una ragazzina sentimentale.
Alla fine aveva accettato il fatto che la mamma si volesse sposare di nuovo, in fondo tutti hanno diritto ad una seconda occasione, no?
Bussai abbastanza forte e sentii qualcuno mugugnare qualcosa di incomprensibile dall'altra parte, così capii che la biondina stava ancora dormendo ed entrai lo stesso per svegliarla. 
Scossi leggermente il corpo dormiente di Lu per farla svegliare, però fu inutile dato che mi guadagnai solo una montagna di insulti che adesso non sto qui a ripetere.
"Lucille..." La scossi nuovamente
"Via!"
"Lu, dobbiamo parlare."
"Vaffanculo Nate, lasciami stare."
Ma davvero? Adesso faceva anche l'arrabbiata? Ma questa era proprio fuori di testa.
Nonostante tutto la ignorai e sempre continuando a chiamarla, le tolsi la coperta di dosso.
Appena finii di scoprirla si tirò su con il busto di scatto, sembrava piuttosto arrabbiata.
"Si può sapere che cazzo fai?" Sibilò piantando i suoi occhi azzurri nei miei.
"Ho bisogno di parlare con te."
"Io ho bisogno di dormire, quindi se non ti dispiace..." Fece per prendersi la coperta, però mi parai davanti a lei in modo che non potesse farlo.
"Hai intenzione di finirla?" Domandò la biondina scocciata.
"Assolutamente no."
Lei sbuffò e io le feci la linguaccia... e meno male che eravamo entrambi dei diciottenni...
Mi battei le mani sulle cosce per farle segno di sedersi sulle mie gambe e Lucille, dopo averci pensato un po' su, con la delicatezza di un elefante attraversò tutto il letto per poi saltarmi addosso.
"Uhm, scusa."
Si sistemò per bene su di me e puntò i suoi occhi azzurri nei miei facendo un cenno con la testa invitandomi a dire qualcosa.
"Dobbiamo chiarire la situazione."
Sinceramente non provavo nulla per Lucille, di fatto era una bella ragazza e mi aveva sempre attratto fisicamente, ma nulla di più. Mai.
Del resto non mi sarebbe dispiaciuto affatto tornare con lei. Stavamo bene, nessuno dei due provava qualcosa di importante nei confronti dell'altro e facevamo le cose che due persone che stanno insieme, solitamente, fanno.
"Mi dispiace per essere venuta alla festa..." Prese un respiro profondo "...E mi dispiace anche per Shawn."
Appena sentii quel nome mi irrigidii: quello stronzo aveva ancora un conto in sospeso con me.
Comunque sia, non avevo nemmeno più la minima voglia di far sentire Lucille ancora in colpa, quel che era fatto, era fatto e mi sarebbe dovuto star bene in qualsiasi caso.
"Sta' tranquilla." Le passai una mano tra i capelli biondi e questa volta fu lei ad irrigidirsi sotto al mio tocco.
Le facevo ancora un certo effetto.
"Nate?" Abbassò lo sguardo improvvisamente e iniziò ad agitarsi.
"Sì?"
"Possiamo riprovarci?"
Avevo capito benissimo quello che intendeva e no, non sapevo se volevo davvero riprovare a stare con lei.
È stata la prima ragazza con cui io mi sia voluto impegnare e alla fine aveva rovinato tutto.
Però, in fondo, chi mi impediva di divertirmi un po'?
"Va bene." Presi un respiro profondo. "Riproviamoci."
Nemmeno il tempo di farla rispondere o, perlomeno, farla reagire, che le mie labbra si erano già fiondate sulle sue.

Samantha's POV

Il mio primo pensiero quella mattina appena sveglia era stato Nate Maloley. Nonostante accanto a me ci fosse Sammy, la mia mente continuava a portare l'attenzione su quel ragazzo, e per quanto io mi sforzassi di provare ad ignorare quei pensieri, non ci riuscivo.
Nate non era assolutamente come cercava di sembrare, Sammy me l'aveva detto e assicurato, però inizialmente mi risultava abbastanza difficile crederci dato il suo comportamento.
Comunque sia, mi sentivo come se ci fosse qualcosa di sbagliato: continuavo a pensare al migliore amico del mio ragazzo e la cosa strana, è che mi piaceva.
No.
Assolutamente no. Dovevo smetterla, se avessi continuato ancora un secondo di più sapevo che mi sarei crogiolata nei sensi di colpa nei confronti di Sammy per tutto il giorno.
E sinceramente la mia voglia di rovinarmi quella giornata era pari a zero. Avevo deciso che avrei parlato a Lu e Sammy del matrimonio di mamma e volevo anche che quest'ultimo mi accompagnasse dato che avevo ricevuto due inviti.
Avendo voglia di pancakes, decisi che sarei andata a preparare la colazione per tutti, così scesi dal letto stando attenta a non svegliare il biondino. Mi diedi un'occhiata intorno e notai che il letto di Nate era vuoto, così pensai che si fosse già svegliato e fosse di sotto. Avevo davvero bisogno di ringraziarlo per quella notte e così scesi di corsa le scale, inciampando un paio di volte.
Controllai prima in salotto, non c'era.
Poi la cucina, non c'era.
L'ingresso, non c'era.
Nate non era da nessuna parte e l'unica possibilità rimasta allora era dove non volevo che fosse, assolutamente.
Ritornai su lentamente e iniziai a percorrere il corridoio diretta alla porta in fondo, ma venni interrotta da qualcuno che usciva da una stanza.
"Sammy." Sorrisi.
"Giorno." Il biondino si stiracchiò portandosi le braccia sopra la testa e dopo venne verso di me aggrappando le sue mani sui miei fianchi.
"Dove sei andata prima?" Chiese poggiando la fronte contro la mia.
"A fare i pancakes."
Il volto del mio ragazzo si illuminò improvvisamente.
"Pancakes!" Si mise ad urlare come un bambino per tutto il corridoio, ancora dovevo capire che gli passasse per la testa...
"Sta' buono! Ho detto che andavo a farli, non che li ho fatti." Ammisi.
Improvvisamente smise di urlare e si appoggiò alla parete accanto a me.
"Beh, allora andiamo a farli, no?" Propose prendendomi una mano e trascinandomi verso le scale, ma non appena misi piede sul primo scalino sentii dei rumori strani provenire dalle mie spalle.
Non riuscivo a capire bene cosa fossero, ma anche Sammy si era bloccato. Puntai lo sguardo su di lui che era accigliato, probabilmente stava cercando di capire cosa fossero. Ci girammo entrambi e andammo verso la direzione da cui provenivano: la camera di Lu e mia.
Appena fummo a circa metà del corridoio tutto mi venne più chiaro: gemiti.
Quelli erano gemiti.
Ed erano i gemiti di Lucille.
Guardai Sammy che capì al volo la situazione e andò a cercare Nate in bagno e poi in camera, ma ovviamente, non lo trovò.
Quindi una cosa era certa, Lucille e Nate erano in camera insieme e stava succedendo di tutto e di più lì dentro.
Improvvisamente mi sentii crollare il mondo addosso e non so per quale motivo, mi venne voglia di piangere e così scappai correndo fuori da quella casa. Non avevo più la minima voglia di sentire quel suono, alla fine Nate era libero di portarsi a letto chiunque volesse.

summer in LA || Nate MaloleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora