Capitolo tre.

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In foto: Esmeralda, figlia di Lily e Josh.

Appena uscite da scuola io, René e Loren ci apprestiamo ad andare al bar più vicino per prenderci il solito caffè di routine.

-Avete visto la faccia di Roberta appena il biondo non l'ha calcolata proprio di striscio ?! Epica è dire poco. Quella ragazzaccia si merita questo ed altro.- Ridacchia la mora, ricordando l'episodio visto nella mensa poco prima, dove la più fanatica e ricca della scuola ha tentato di flirtare con il nuovo arrivato.

-Ronny non è tipo di dare attenzioni a questo genere di ragazze.- Sentiamo dire da una voce femminile, ci giriamo e al tavolo di fianco al nostro ci troviamo la rossa con gli occhi verdissimi da sola, mentre gira lo zucchero del suo ginseng. -Come vi chiamate ?- ci sorride poi, alzando lo sguardo verso di noi.

-Io sono René, lei è Loren e questa qui è Jo.- Ci presenta la rossa indicandoci tutte. -E tu ?-

-Esmeralda, ma preferisco Esme.- Risponde lei raggiante: già mi sta simpatica.

-Siediti con noi.- Sorride Loren, facendo spazio sul suo divanetto e indicandogli di sedersi.

La ragazza prende la sua tazza e con un sorriso molto ampio si siede vicino a noi.

Rimaniamo a scherzare per diverso tempo, quando poi guardo l'orologio sul mio telefono e mi viene una morsa al cuore.

-Devo andare ragazze. Ho giusto il tempo di farmi un'ora di sonno, studiare un po' e andare a lavoro.- Preparo le cose e mi alzo dal tavolo.

-Jo aspetta ! Dammi il tuo numero almeno.- Sorride Esme.

Lei prende il suo telefono, ma sembra in difficoltà.

-Dammi faccio io. È nuovo e non lo sai usare ?- Ridacchio.

-Eh già...- Fa lei aggiustandosi una ciocca rossa. Sembra nasconda qualcosa.

Salvato il mio numero, saluto tutte e vado immediatamente verso l'uscita.
Durante il tragitto, ecco che entra la ragazza bassa e dallo sguardo dolce. Appena incrocia il mio sguardo è come se qualcosa si fermasse, è come se mi conoscesse da una vita, come se già avesse incontrato i miei occhi, come se d'un tratto sapesse tutto di me. Mi regala un sorriso carico di dolcezza e va verso il tavolo occupato dalle mie amiche.

Esco fuori e prendo una grandissima boccata d'aria, Dio, questi nuovi ragazzi sono così strani.

Inizio ad andare verso la mia macchina, ma come al solito inizio a cercare le chiavi nella borsa molto prima, e ovviamente, vado nuovamente a sbattere contro qualcuno.

-Ma è un vizio...- Mi massaggio la testa dolorante.

-Scusami...- Sussurra un ragazzo. Alzo lo sguardo ed ecco il rosso con le lenti a contatto marroni.

-Scusami tu...oggi sono andata a sbattere anche contro la tua amica bionda.- Mi sento buona, e cerco di prendere la cosa sull'ironia.

Lui fa una leggera risata, sfoggiando un sorriso impeccabile e ammaliante. -Piacere Alejandro.- mi porge la mano, ed ecco che il suo sguardo diventa stracolmo di malizia.

-Jo...- Dico a disagio. Dannazione, sempre la stessa storia. Lui fa per proferire parola ma io lo interrompo. -Scusami devo andare. Ci vediamo.- detto questo mi dileguo.

Arrivata a casa mi metto subito sul letto e dopo un oretta mi sveglio, studio e mangio. Quando poi verso le dieci mi incammino verso il pub in cui lavoro.

Faccio il turno di notte, ed è un locale molto trafficato tutti giorni ed aperto 24 ore su 24. Nonostante ciò anche di notte è pienissimo e la paga molto soddisfacente.

-Buonasera Carlos.- Sorrido al proprietario appena entro.

-Giusto in tempo Jo ! C'è un tavolo di dieci persone appena arrivato. Veloce !- Ordina ed io sbuffo.

Carlos è un'uomo di mezza età, con i capelli grigi e molto alto. Il viso ormai solcato dagli anni è molto più ovale del solito. Molto magro e all'antica.

Corro negli spogliatoi dello staff ed ecco che incontro Percy, l'unico ragazzo che mi "interessa" al di fuori di Elliot.

-Ciao bellissima.- Sorride, sistemandosi il ciuffo marrone.

-Ma smettila.- Ridacchio arrossendo.

Lui si avvicina a me e mi bacia le guance scrutandomi con quei suoi occhi nocciola.

-Domenica ci vediamo di nuovo va bene ? Che domenica scorsa sono stato troppo bene...però ti fai troppo desiderare...- Ridacchia, mettendosi la giacca.

-Se mi vuoi, devi aspettare.- Sorrido in modo fiero e lui alza gli occhi al cielo.

-Ci vediamo zuccherino.- Mi bacia in modo svelto la guancia, prima di andare via.

Ah, domenica scorsa...una giornata come si deve allo zoo con un ragazzo dalle credenziali piuttosto perfette.

Esco dallo spogliatoio ancora con la testa tra le nuvole, ed inizio a girare per i tavoli, prendendo le ordinazioni di qualche antipasto oppure di vari alcolici.

Arrivata a fine serata ho giusto il tempo di fumarmi una sigaretta fuori. Si, fumo qualche sigaretta ogni tanto, giusto per calmare i nervi a fine serata e scaricare la tensione.

Mi osservo attorno, come faccio di solito. Mi guardo attorno di normale, ma stavolta noto qualcosa che non va...

D'un tratto, dall'altro lato nella strada dove si trova un piccolo bosco, noto qualcosa muoversi, un qualcosa di bianco, ed allora mi stranisco.

Con la stessa logica insensata dei film horror: vado a controllare.

-Tu devi essere proprio matta Jo.- Faccio un sorriso amaro, buttando la sigaretta per terra con forza e spegnerla col piede mentre mi incammino verso la boscaglia.

Superato il parcheggio del locale e il tratto di strada che viene dopo, salto il guardrail e mi immergo nella fitta vegetazione.

Sfrutto la luce dei lampioni vicini per darmi un orientamento e dopo un po, poco lontano, noto l'ombra bianca risalire un'albero con una velocità sorprendente.

Ho un difetto: la curiosità.

Lo sapevo che non era una mia impressione !

Iniziò a camminare verso l'albero che ha risalito l'ombra bianca e la luce diventa sempre più fioca.

Arrivata sotto l'albero, un colpo al cuore non può fare a meno di trafiggermi il petto.

E lui che ci fa qui ?!

La figlia del maledetto. (IM2) ||SOSPESO||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora