Capitolo nove.

3.8K 332 37
                                    


Sono passate ore ed ore, ma di Anron nemmeno l'ombra.

Girovago per questa casa enorme, dannazione qui dentro mi perdo. Però...ho trovato una cosa molto interessante nel lato est della casa: una piscina al coperto.

Non faccio in tempo a vederla che già sono senza vestiti.

Illuminata dal tramonto invernale, freddo e bellissimo, la vasca è un'esplosione di quiete e colori. Inizio a non pensare più a niente, penso solo che voglio entrare in quella piscina. Rimango solo in mutande e non mantengo nemmeno il reggiseno. Cammino verso il bordo piscina e immergo la punta del piede dentro. -Fredda...- Bisbiglio. Ma la temperatura non mi importa, faccio un passo indietro...e con un salto ecco che mi tuffo in acqua.

Non mi interessa del freddo che sto provando, mi sento calma, libera, qui immobile sul fondo dell'acqua. Trattengo il respiro per non so quanto tempo...so solo che ad un certo punto sono dovuta tornare in superficie a malincuore.

Vado nella parte della piscina dove c'è il litro massaggio e decido di sedermi li.

-Ma guarda un po' cosa ho appena visto...- Sussurra una voce.

Sbarro gli occhi e cerco con lo sguardo il ragazzo, tirandomi istintivamente le braccia al petto.

Ma dove diamine è ?!

-Penso proprio che oggi è il mio giorno fortunato. Sai, allora sotto quei vestiti larghi nascondi un fisico niente male...- La sua voce continua a riecheggiare per tutta la stanza, quando poi alzo lo sguardo.

Su di una trave di legno messa in verticale sul tetto, ecco che vedo una gamba penzolare, metto a fuoco la figura ed ecco Anron seduto la sopra mentre i suoi occhi chiari brillano in quella leggera ombra.

-Non dirmi che...eri lì per tutto questo tempo...- Sussurro, guardandolo negli occhi.

-Si...e se non fosse per il fatto che sono tremendamente incazzato con te, ti sarei saltato addosso.- Sibila ogni singola parola con una perversità abbastanza maligna.

-C...Che ho fatto ?- Balbetto, abbassando lo sguardo e stringendomi più a me.

Ma appena rialzo gli occhi non vedo più nessuno, solo un mucchietto di vestiti.

-I tuoi occhi.- Bisbiglia alla mia destra.

Caccio un gridolino stridulo e scivolo verso sinistra.

-Ma sei scemo ?! Non ho nemmeno sentito che ti tuffavi !- Sbotto.

-Forse perché sei troppo occupata a proteggere le gemelline, chissà.- Dice vago.

È immerso nell'acqua senza vestiti, menomale intravedo i boxer.

-È tutto il giorno che ti sto cercando, ad urlare come una dedicente in questa enorme casa nella quale mi sono persa la bellezza di tre volte, due delle quali nel bosco ! E tu eri qui. Sei un ingrato !- Sbotto nuovamente e vorrei tanto gesticolare, ma purtroppo sto coprendo il mio seno.

-Perché ti sei messa le lenti a contatto quando sono venuti i miei genitori ?!- Dice però lui apparentemente freddo, ma sembra quasi una minaccia.

-Perché non mi andava di mostrare i miei occhi.- Dico ferma e risoluta, ma che vuole questo ?! A malapena ci conosciamo e già si sta prendendo troppe confidenze.

-Cosa nascondi...?- Sibila, venendo verso la mia direzione e bloccandomi in un angolo.

-Cosa nascondi tu.- Ringhio io, non staccando i miei occhi dai suoi, fronteggiandolo.

Anron fa' un'espressione contrariata e quasi furiosa, ma il suo nascondere le emozioni lo rende quasi impassibile, ma io riesco a vedere ciò che non vuole trasmettere, non so come ci riesco, ma riesco quasi a sentire tutto ciò che porta dentro.

La figlia del maledetto. (IM2) ||SOSPESO||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora