Capitolo sedici.

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E sono già due settimane che è successo il tutto.
Elliot si è ripreso meravigliosamente e abbiamo deciso di sentirci, in amicizia, senza doppi fini, quindi messaggiamo e ci chiamiamo spesso, oltre che chiaccherare la mattina all'università.

In quanto ad Anron, beh, non l'ho più visto, mentre ho troncato tutti i rapporti con quella famiglia, riducendoci solo ad uno striminzito 'ciao'.

Una volta persino Lily, la sorella di Esme, mi ha chiamata chiedendomi se li raggiungessi per un caffè, ma ho declinato subito inventando una scusa banale.

Ormai i giorni passano e sono sempre più demoralizzata, René e Loren non fanno altro che ripetermi che me ne devo fregare, che se non mi ha creduta vuol dire che non ci tiene a me, ma non mi importa, sento un dolore al petto strano e l'immagine di quei suoi occhi pieni di rabbia si fa strada nella mia mente.

-Jo, muoviti con quelle pizze sennò si freddano.- Percy mi sveglia dai miei pensieri preoccupato, alla fine ha trovato una ragazza e non mi interessa, solo che poteva anche non farmi la forte mentre usciva con lei.

-Ah si scusa.- Mi riscuoto e vado verso il tavolo 7, ancora assorta nei pensieri.

Ma è quando alzo lo sguardo verso il tavolo che sussulto.

Davanti a me, Alejandro, Alexandra, Esme e Lola mi guardano come se avessero fatto centro, ed io inizio a sudare freddo.

-Ehm...ciao ragazzi...mh...serve qualcos'altro ?- Sorrido imbarazzata, prendendo il mio taccuino tra le mani, che però tremano senza controllo.

-Oh si, in realtà ci serve qualcosa.- Annuisce Alejandro verso gli altri con un ghigno in faccia, che annuiscono decisi anche loro verso di lui.

-Ad esempio...- Lola si picchietta l'indice affusolato sulle sue labbra sottili ma perfette, assumendo un'espressione di riflessione.

-Ah ma certo ! Ad esempio una spiegazione del perché sei scomparsa !- Dice poi Esme, fingendo entusiasmo, mentre Alex sembra guardarmi con tenerezza, sicuramente fuori da questa ridicola messa in scena.

-Ehm...ho avuto da fare...scusate...- Borbotto, facendo per andare ma Lola mi blocca per un braccio, facendomi voltare nuovamente verso di loro.

-Menti.- Mi guarda dritta negli occhi quest'ultima ed io inizio ad agitarmi ancora di più, ormai messa all'angolo.

-Sentite...non ho niente contro di voi, in realtà non ho niente contro nessuno. Vi prego, non posso dirvi niente.- Confesso con sincerità, guardandoli uno ad uno negli occhi, mentre loro iniziando a guardarsi sentendosi in colpa, tranne Alexandra, che alza gli occhi al cielo e sembra costretta a fare qualcosa.

-C'entra Ronny vero ?- Mi guarda con la fronte aggrottata, e tutti la guardano confusi, per poi posare lo sguardo su di me, che dopo un sussulto ho abbassato il volto.

-Oh ma certo ! Quell'ingrato osa anche portarmi via le amiche, giuro che appena esce da quella stanza...- Ringhia Esme ma io la interrompo.

-Si è chiuso in camera ?- La guardo torva e lei annuisce.

-Da quel giorno in ospedale si è barricato in camera e non esce più.- Sbuffa lei, facendo svolazzare un ciuffo rosso.

Questo mi porta a riflettere, insomma, perché fare un gesto del genere ?!

-Sentite...devo lavorare...- Li liquido e corro verso il bancone prendendo le ordinazioni.

Loro vanno via poco dopo ed io finisco il mio turno tra pensieri che ingombrano la mia mente e che fanno aumentare notevolmente lo stress.

La figlia del maledetto. (IM2) ||SOSPESO||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora