2 - New York -

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«Megan, sei pronta?» urla Nadine, la mia coinquilina, un leggero sbuffo esce dalle mie labbra
«Arrivo» prendo gli stivali dallo scaffale e lì indosso, qui a New York c'è parecchio caldo essendo a inizio di Luglio. Prendo la borsa insieme al telefono e scendo le scale, vedo Nadine scrivere qualcosa nel cellulare.
«Che stai facendo?» dico facendola sobbalzare dallo spavento, ridacchio.
«Dio mio, Megan.» mette una mano sul cuore e io non posso fare a meno di ridere. La mia coinquilina si chiama Nadine, ha 21 anni e lavora come modella. Io, invece, cerco di realizzare il mio sogno, ovvero cantare. A volte, come Nadine, faccio qualche sfilata di moda, ma niente di che. Prendo le chiavi del nostro appartamento e usciamo, New York è una città molto affollata avendo poi molti turisti. Ci fermiamo in un bar non molto distante da dove abitiamo noi, apriamo la porta e entriamo. Prendiamo posto in un tavolo e, appena ci sediamo un cameriere ,con un block notes e una penna, si avvicina verso di noi.
«Cosa volete ordinare?» dice gentilmente,
«Una tazza di caffé» dice Nadine, poi il cameriere guarda me,
«Una tazza di tea» rispondo, annuisce e se ne va verso il bancone,
«La tipica inglese» dice Nadine ridacchiando, scrollo le spalle, non è colpa mia se amo il tea.
«Lasciamo stare» taglio corto, e dopo poco i nostri ordini arrivano.
«Grazie» rispondiamo insieme io e la bionda, il cameriere se ne va e inizio a sorseggiare la mia bibita. Prendo il giornale che ho trovato sul tavolo e per poco non mi soffoco.
«Che succede?» chiede preoccupata Nadine, scuoto la testa e guardo ancora quel nome per la milionesima volta mentre il mio cuore inizia a battere più forte.
"Meno male che l'avevi dimenticato, eh" mi ricorda il mio subconscio, sospiro e lascio il tea ancora pieno sul tavolo. Sono da quel giorno che non lo vedo e, prima di incontrare Nadine non uscivo neanche di casa solo perché mi sentivo in colpa. E, soprattutto le sue parole mi risuonavano nella testa. Aveva pronunciato quelle parole e io né ero rimasta talmente scioccata che neanche mangiavo. Sapevo che era famoso ma non avevo valutato che avrei potuto vedere le sue foto dappertutto.
«Stai bene? Sei diventata pallida» dice Nadine preoccupata, scuoto la testa e lascio stare, non mi va di raccontare le mie cose agli altri. Non vorrei, più che altro, annoiarla.
«Posso farti una domanda?» provo a chiedere, alza lo sguardo verso di me e annuisce.
«Li conosci?» dico facendole vedere la rivista,
«Non di persona-» la interrompono
«Lo so, infatti non intendevo in quel senso» rispondo e ridacchia
«Beh, allora, si! Le canzoni sono molto belle. Mi rispecchiano molto.» dice guardandomi, annuisco
«E poi sono una band internazione, Megan» continua, a me importava lui era così difficile incontrarlo. Dove é adesso?
«Sai dove sono ora?» dissi prendendo il giornale, spalanco gli occhi quando capisco dove si trovano. Lui è qua.

- L'amore è solo un'arma a doppio taglio e se non sbaglio, vuol dire che ho sofferto il triplo.-

||New York||~H.S.~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora