43- FINALE

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Lui era lì, tra tutte quelle persone che mi rendevano tanto felice come nessuno altro riusciva a fare, eccetto lui.

Ma un giorno lui ha deciso di lasciarmi, di abbandonarmi, così da un giorno all'altro per una cazzata, per la sua gelosia del cazzo.

Mi guardava e mio guardavo lui con le lacrime agli occhi ormai.

Ritorno da Alex e lo tiro verso di me.

'Perchè c'è anche Genn?' gli domando semplicemente.

'Lui.. ci teneva ad essere qui oggi, per il tuo compleanno'

'Ma io non ci tenevo ad avere lui'

Vado verso una panchina che si trovava davanti all'entrata del ristorante e mi siedo lì, a pensare.

'Allison' quella voce.

'Voglio restare sola, Gennaro' lo evito velocemente continuando a guardare un punto fisso.

Senza dire niente lascia un pacchetto sulla panchina e se ne va.

Lo prendo fra le mani e leggo il biglietto che aveva scritto.

Cara Allison è ora di svegliarsi, è il tuo compleanno e vogliono che tu ti svegli.

Lentamente i miei occhi si aprono, per poi chiudersi di nuovo per colpa della luce del sole.

Dai Allison ormai è fatta.

Li riapro, mi abituo alla luce, ma non capisco dove sono.

Mi alzo lentamente e guardo la stanza, era totalmente bianca.

Mia madre era seduta su una sedia, la chiamo dolcemente cercando di farla svegliare.

'Allison?' sembrava confusa e felice allo stesso momento, ma io non capivo.

Cercavo di chiederle spiegazioni, ma lei corre via, cercando o chiamando qualcuno.

Entrano una dottoressa, Davide ed Emma, sorpresi, felici, ma io continuavo a non capire.

'Dove sono? Cos'è succeso?' quasi urlo.
'Dov'è Genn, Alex e tutti i ragazzi che c'erano ieri alla festa?'

'Amore, non c'è stata nessuno festa' inizia mia madre.

'Sei stata in coma per tutto questo tempo, finalmente ti sei svegliata cara Allison. Per colpa di un ubriaco, sei stata investita' finisce la dottoressa.

***
'Ecco, in quel momento il mondo mi è crollato addosso. Quell'ubriaco mi ha investita, sono andata in coma e ci sono rimasta per tre mesi, forse è poco o forse è tanto, non lo so, ma sono stati tre mesi bellissimi prima di risvegliarmi. Mi ero creata il mio mondo, un mondo surreale, fin troppo falso, ma era il mondo dei miei sogni, dove stavo realmente bene. Non so perchè nella mia vita parallela, se posso chiamarla così, c'erano proprio gli Urban Strangers, forse perchè era da poco finito X Factor e mi ero innamorata di loro, ma vorrei che fosse stato tutto vero e che questo fosse un sogno. Domani mattina mi sveglierò e sarò lì con Alex, vero signor Rossi?'

'No, Allison, mi dispiace, ma questa è la realtà, ti farà schifo e non lo riuscirai a sopportarlo, ma ce la faremo insieme'

Il timer suona, la seduta è finita.

È finitaa, ma ci sarà il sequel.
Se non avete capito vi spiego brevemente: tutta la storia di Allison è stata un sogno durante il suo coma e quando si sveglia non vuole credere che fosse tutto finto. Inizia a cadere in depressione e a chiudersi in se stessa, riesce a parlare solo con lo psicologo.

Urban Strangers.||Genn ButchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora