Chapter29: A risk and a bet.

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29 - Un rischio e una scommessa.

'Amare è un rischio. Che succede se non funziona? E se funziona?' - Peter McWilliams

Quando sento i raggi del sole farsi strada tra le tende, apro gli occhi. Stiracchiandomi, allungo la mano dall'altra parte del letto per trovare Andi ma, con mia sorpresa, sono solo. Aggrotto le sopracciglia mentre mi siedo velocemente, scrutando la stanza.

"Andi." la chiamo, pensando che forse è in bagno. "Andi." la chiamo ancora una volta, la mia voce sembra rauca.

Mi sento un po' meglio ora, ma il mio corpo è ancora un po' stanco. Quando non ricevo alcuna risposta, mi alzo dal letto e decido di uscire dalla mia stanza e cercarla.

Dove può essere?

Voglio dire, è domenica mattina. Quando guardo il telefono, vedo che sono solo le sei del mattino.

Non appena apro la porta, una Andi sorridente mi accoglie con un vassoio di cibo in mano. "Buongiorno!" Dice raggiante.

Sorpreso, mi sento bloccato sul posto. Mi limito ad osservarla con stupore. Questa è la prima volta che la vedo così vivace da quando è tornata.

"Scusa." Dice entrando nella stanza. Faccio un passo, permettendole di entrare, senza proferire parola. "Perché ti sei alzato dal letto? Non sei ancora malato?" domanda appoggiando il vassoio sul comodino.

Raccoglie i cuscini sparsi e inizia a rifare il letto. "Dovresti riposare altrimenti potresti avere una ricaduta. Non vuoi-"

"Va bene mamma." La stuzzico mentre incrocio le braccia e continuo a guardarla. Le sue iridi saettano verso di me.

"Nessun problema bambino testardo."

Ansimo scherzosamente. "Mi hai chiamato bambino?"

"Mi hai chiamata mamma?" Mi guarda in attesa prima di tornare a sistemare il letto. "Voglio dire, beh, Elise mi chiama mamma quindi..." si interrompe.

Ridacchio. "Va bene. Ma come puoi vedere, ora posso stare in piedi perfettamente, quindi non sono più malato."

"Beh, sono abbastanza sicura che tu sia ancora un po' disorientato. Non puoi stare bene magicamente dopo tutte quelle ore di lavoro eccessivo. Non dovresti perdere la salute per il tuo mestiere, la salute è importante Justin. Non puoi fare qualcosa che ami se sei malato."

Sorrido per il suo rimprovero. "Non vuoi perdere questa discussione, vero?"

Sorride sfacciatamente. "Non lo farò."

"Intelligentone."

Mi fa la linguaccia e all'improvviso lancia un cuscino nella mia direzione che atterra sul mio viso. Sbuffo. Non mi aspettavo una lotta con i cuscini di prima mattina. "Cretino." aggiunge.

"Ehi. Sto ancora male!"

"Ora puoi stare in piedi perfettamente, quindi non sei più malato." mi deride scoppiando a ridere. "Dannazione. Dovresti vedere la tua faccia."

I miei occhi si trasformano in fessure mentre la guardo tenersi la pancia e asciugarsi le lacrime dagli occhi. Senza che se ne accorga, furtivamente, mi avvicino a lei. Quando è vicina alla mia portata, le avvolgo i fianchi e lascio cadere entrambi sul letto. Strilla così forte che per un secondo temo di diventare sordo. Mi metto sopra di lei, sorreggendomi con le mani ai lati della sua testa. Un sorriso sbilenco appare sul mio viso.

"Spero che tu non stia pensando a quello che penso tu stia pensando in questo momento, signor Bieber." mi avverte, ma continua a dimenarsi dalla mia presa. "Ti farò causa!"

His Hidden Wife [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora