Chapter34: Female Dogs Everywhere.

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34 - Cagne da ogni parte.

'Certo che la vita è una stronza. Se fosse una puttanta, sarebbe facile.' -Anon

Sembra che siano passati secoli dall'ultima volta che ho messo piede a scuola, quando in realtà sono solo pochi giorni. Gli eventi che si sono verificati di recente mi stanno mettendo a dura prova. Di nuovo. Perché la vita non può darmi una pausa?

Con un sospiro, mi avvio verso il mio armadietto.

Ogni mattina sembra una sceneggiata. Justin cerca di essere "normale", ma i sorrisi a labbra strette, gli occhi stanchi e i sospiri non mi ingannano. Ci sono tante cose da dire ma nessuno ha abbastanza coraggio per dirle. La tensione è troppa per essere ignorata ma, per quanto possibile, non lo riconosciamo. Non possiamo. Sappiamo entrambi che  in un modo o nell'altro farebbe del male a uno di noi.

"Ho sentito che hai avuto un attacco." In qualche modo, mi sono già abituata alla voce di Jacques che appare da dietro lo sportello del mio armadietto. Afferro il mio libro di aritmetica e chiudo l'armadietto.

"Buongiorno anche a te Jacques. Ancora non sai salutare qualcuno come farebbe una persona normale." Dico senza stabilire alcun contatto visivo mentre inizio a percorrere il corridoio della scuola tra la folla di studenti. Jacques mi raggiunge, affiancandomi. 

"Andi. Mi stai facendo preoccupare."

Alzo gli occhi al cielo. "Cosa che non dovresti fare perché non ce n'è bisogno."

"Andi." Sento la mano di Jacques che mi strattona dolcemente il gomito, facendo fermare entrambi.

Sospiro. "Jacques."

"Ho sentito che l'attacco non era qualcosa da sottovalutare."

"Sto bene." affermo.

"Per favore Andi. Voglio aiutarti. Non nascondermi niente."

Stringo le labbra e sospiro nuovamente. "Jacques, davvero. Sto bene. Vedi?" mi indico con un gesto e faccio un piccolo, breve sorriso.

"Allora perché poco fa sembrava tu stessi tutt'altro che bene?" chiede, non volendo lasciar cadere l'argomento.

"È... per Justin."

"Cosa ha fatto?" chiede con rabbia. Alzo gli occhi al cielo mentre gli schiaffeggio scherzosamente il braccio.

"Smettila. Non ha fatto niente di male. Beh... voglio dire, non aveva scelta."

Inarca un sopracciglio, scrutandomi. "Su cosa?"

"Selena è tornata." Sussurro, distogliendo lo sguardo. Sforzo un sorriso. "Vuole tornare con Justin."

"Andi."

"Le parlerò dopo le lezioni-"

"Cosa?! Sei pazza? Sei fragile in questo momento. Litigare con-" lo interrompo.

"Non ho intenzione di litigare con lei, Jacques." Ribatto enfatizzando le parole. "Le parlerò. E non sono fragile." insisto. "Posso difendermi se sarà necessario."

"Andrea."

"È malata Jacques."

"Lo so. È malata contorta-"

"Non intendevo questo, cattivone. Voglio dire che è malata, ha una malattia."

"Oh." Si ferma mentre i suoi occhi si fissano sulla mia figura, cercando di capirmi. "Ha detto a Justin che sta male?"

"Si." sussurro.

"Ecco perché lui è-"

"Le chiederò di fare marcia indietro per adesso. Lui... Justin è in un periodo difficile. È dura vederlo così. Se... se solo lei potesse concedermi un po' di tempo prima-"

His Hidden Wife [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora