•Per te ci sarò•
CAPITOLO 14
Il silenzio della stanza era interrotto dai loro sospiri, dai rumori dei baci, dal fruscio delle lenzuola.
Anna si sciolse sotto la dolcezza delle sue labbra e delle sue carezze.
Era certa che prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con la star mondiale, ma non quella notte, non adesso, decise di godersi ancora i momenti in cui potevano essere solo lei e lui, semplicemente Anna e Gianluca.
Anna gli sfilò la maglietta bianca.
Si rotolarono avvinghiati, ora era Anna a stare sopra di lui, restando
seduta sulla sua zona pelvica, lui le teneva le mani sui fianchi, a stringerla forte, Gianluca stava per cedere all'istinto più selvaggio
quando Anna smise di accarezzarlo, sentiva chiaramente la risposta del corpo di lui ai suoi tocchi, non voleva provocarlo.
Anna tornò ad accarezzargli il petto, respirando il suo profumo, il profumo della sua pelle che diventava sempre più familiare.
Anna: "Posso ascoltare la mia musica preferita? Ti da fastidio se lo faccio? Ho scoperto da poco che mi rilassa prima di dormire.
Gianluca allentò la presa su Anna, convinto che dovesse alzarsi per accendere lo stereo ed invece lei, semplicemente fece scivolare la sua testa dalla spalla di lui sul suo petto. Si posizionò con il viso sul suo cuore e stette un attimo in silenzio, in ascolto dei suoi battiti.
Si strinse a lui, lasciando che i suoi battiti le entrassero sotto pelle, che anche il suo cuore prendesse lo stesso ritmo del cuore di lui.
Anna sentì l'emozione salire, cullata dai suoi battiti, sentì le lacrime spuntarle dagli occhi, le lasciò uscire, trattenerle sarebbe stato impossibile: "Io ti amo."
Quelle semplici parole tagliarono il silenzio nella stanza, Gianluca se le sentiva riecheggiare nella mente all'infinito.
Si era sentito urlare 'ti amo' milioni di volte, ma mai gli aveva lasciato un brivido addosso come in quel momento.
Aveva bisogno di sentirselo dire, non da milioni di persone, ma da una sola, nel più intimo dei momenti, niente foto, niente paparazzi, una frase udita solo da lui, un momento da condividere insieme a lei.
Rimase in silenzio, avrebbe voluto avere il coraggio di risponderle ma non ci riuscì, nemmeno questa volta, lui che con le parole aveva incantato il mondo intero, ma per lei non fu un problema, aveva sentito chiaramente il suo cuore accelerare il ritmo dei battiti.
Dalla finestra iniziava a filtrare un raggio di sole, Anna si girò piano nel letto, allungando la mano verso di lui, ma trovò il suo posto vuoto e
freddo, si alzò di scatto guardandosi intorno pensando che se ne fosse andato senza dirle niente, il cuore le saltò in gola, ma il rumore della doccia in bagno la tranquillizzò.
Si buttò indietro sprofondando nel soffice cuscino, sospirando sollevata, aveva ancora bisogno di acquistare sicurezza, doveva imparare che vederlo andare via non era un addio.
Dei rumori in bagno la fecero trasalire, si avvicinò alla porta chiusa e bussò con delicatezza.
Anna: "Gian tutto ok?"
Gianluca: "Scusami, ti ho svegliato, è che cercavo altri asciugamani ed ho fatto cadere alcuni barattoli delle tue creme."
Anna: "Gli asciugamani grandi sono qui nell'armadio, aspetta che te li prendo." - aprì la porta del bagno senza pensare minimamente di trovarlo nudo davanti a lei, intento ad asciugarsi i capelli con un asciugamano.
L'espressione di Anna era sorpresa, gli occhi sgranati e la bocca spalancata, il suo viso si accese in un attimo, abbassò lo sguardo per l'imbarazzo.
Chiuse di colpo gli occhi, sentì le guance in fiamme, si vergognò terribilmente, gli lanciò gli asciugamani addosso e chiuse la porta sbattendola energicamente - "Oh porca vacca indigena! Scusa... È che pensavo avessi gli altri asciugamani addosso, io non pensavo che..." - balbettò frasi scomposte cercando di giustificarsi, mentre passeggiava nervosamente massacrandosi le dita dall'agitazione - Gianluca uscì dal bagno con l'asciugamano legato in vita, la sua espressione era divertita, un dolce sorriso gli illuminava il volto, incrociò gli occhi di lei, ma Anna lo evitò, sentendo le guance sempre più rosse - "Ti chiedo scusa... Io...".
Gianluca: "Non è successo niente, non ti sarai mica spaventata?".
Anna sgranò gli occhi verso di lui evitando di incrociare il suo sguardo, la prendeva pure in giro, per un attimo mise da parte l'imbarazzo e tirò fuori il suo caratterino.
Anna: "E di che mi sarei dovuta spaventare? Sentiamo!"
Gianluca scoppiò a ridere, adorava quando faceva la permalosa, rendeva più divertente prenderla in giro.
Le si avvicinò con dolcezza ed Anna si sentì di nuovo a disagio, teneva lo sguardo perso nel vuoto ad evitare i suoi occhi, ripensò alla sua immagine nuda, sentì di nuovo le guance farsi rosse.
Gianluca le prese il mento tra le dita, voltandole il viso in modo che guardasse di nuovo nei suoi occhi, Anna aveva gli occhi tremanti e lucidi dalla vergogna, pensava a lui con solo quell'asciugamano addosso e si sentì morire dall'imbarazzo.
Gianluca avvicinò la sua bocca a quella di lei, la baciò piano.
Anna: "Ti prego Gian vestiti non riesco a pensarti così... Mi imbarazzi..." - la sua voce tradiva l'emozione che provava.
Gianluca: "Hai ragione, scusami e poi si sta facendo tardi ed io devo andare. Devo provare con i ragazzi." - rispose a malincuore.
Anna sentì tornare quel senso di angoscia.
Anna: "Hai impegni per oggi?"
Gianluca: "Parto per l'America, c'è un asta di beneficenza alla quale devo partecipare con Piero ed Ignazio, un paio di incontri per delle partecipazioni ad alcune serate... Bè! Credo di non dimenticarmi niente, starò via almeno quattro giorni."
Il cuore di Anna si fermò un istante, separarsi da lui anche solo per quattro giorni le faceva salire quello strano senso di paura che aveva avvertito la sera prima.
Non era pronta alla lontananza, non si sentiva abbastanza sicura del loro rapporto per sentirsi tranquilla e poi, quella strana sensazione non le dava tregua.
Si chiese perchè temeva così tanto la sua lontananza, perchè aveva l'impressione che stesse per accadere qualcosa.
Si sentì una stupida, cercò di scacciare l'angoscia, di togliersi dal viso quell'espressione turbata, lo guardò con un finto sorriso sulle labbra cercando di sembrare felice per lui.
Anna: "Wow che bello... Sai, quasi ti invidio. Puoi prendere e partire quando vuoi!"
L'espressione di Gianluca si fece seria.
Anna pensò che non sarebbe riuscita a lungo a far finta che la cosa non le spezzasse il cuore, ma questo lui l'aveva già capito.
Scesero in strada, la sua auto era già li ad aspettarlo, si avvicinò a lei per salutarla, i suoi occhi erano dolci come sempre.
Ignazio: "Amunì Gianlù!"
Gianluca lo guardò male, poi rivolgendosi ad Anna: "Stai tranquilla. Mi prometti che starai bene?" - nel sentire quelle parole Anna si sciolse in un pianto irrefrenabile, si strinse a lui singhiozzando, aveva lasciato uscire tutta l'angoscia che le si era accumulata dentro - "Ehi va tutto bene, sono solo pochi giorni!" - le prese il viso tra le mani, guardandola negli occhi.
Anna: "Ma torni da me?" - gli chiese tra le lacrime.
Gianluca: "Prima di quanto tu immagini! Hai il mio numero puoi anzi devi chiamarmi, anche di notte se ti va! Te lo prometto, ci sentiremo." - posò dolcemente le labbra su quelle di lei, lei cercò di trattenere il contatto con la sua bocca il più possibile ma le sue labbra pian piano si allontanarono dalle sue.
Gianluca le teneva ancora il viso tra le mani, con i pollici le tolse le lacrime da sotto gli occhi, le lasciò andare il viso lentamente, come ad accarezzarla, salì sull'auto lasciandola in lacrime.
Nel silenzio dell'auto, Gianluca sentiva le sue dita ancora umide dalle sue lacrime.
Si tormentava sul perchè non riuscisse mai a trasmettere serenità e fiducia alle sue compagne, ripensò a Martina, anche lei era angosciata nei periodi di lontananza.
Con questo peso sul cuore arrivò a casa per prendere il suo bagaglio, si diresse diritto in camera, trovò le valige già pronte, sua madre aveva provveduto
Arrivò in Hotel pomeriggio, ad attenderli c'era già un enorme folla acclamante.
Scese dalla macchina rivolgendo subito un saluto ai fans e scattando dei selfie con loro.
Attraversò la hall di fretta e prima di sistemarsi nella camera andò nella zona commerciale dell'hotel.
Lungo l'immensa galleria si aprivano numerosi negozi di lusso, gioiellerie, negozi d'arte ed antiquariato, i negozi di moda più glamour e costosi, ma Gianluca cercava il laboratorio di un orologiaio della quale era cliente da tanto, questa volta aveva per lui una richiesta particolare.
X: "Oh Gianluca che piacere riaverti nel nostro negozio."
Gianluca: "Buongiorno Saverio, sono qui perchè ho bisogno di commissionarti un carillon! Vorrei che la musica fosse quella di 'Romantica', nei suoi movimenti dovrebbe..." - continuò a spiegargli il tipo di lavoro che desiderava, fu molto preciso nei dettagli, come sempre del resto, aveva sempre le idee chiare su cosa volesse - "È per una persona speciale. Ti chiedo scusa per i tempi, so di metterti in difficoltà per questo, ma mi trattengo qui solo per pochi giorni ed ho bisogno di quest'oggetto per il mio rientro a Montepagano."
Saverio: "Non ti preoccupare."
Gianluca: "Ti ringrazio."
Uscì dal negozio dove c'era già tanta gente, si trovò circondato da paparazzi e fans urlanti.
Ignazio era in una polleria, invece Piero in palestra.
Anna era a lavoro, ma il suo pensiero era con lui in America.
Approfittò di una pausa per prendere il cellulare e chiamarlo, aveva bisogno di sentire la sua voce, doveva chiamarlo in quell'istante, sentiva che doveva farlo, al diavolo se avesse impegni.
Gianluca era disteso sul letto, stremato, e in quell'istante sentì il cellulare suonare, si apprestò a vedere chi fosse: 'Amore'.
Sorrise.
Anna: "Gian, tutto bene? Scusami se ti disturbo ma... È che avevo bisogno di sentirti."
Gianluca: "Hai fatto bene."
Anna gli chiese com'era la sua stanza, cercava di immaginare quanto fosse bella una suite.
Anna: "Allora niente a che vedere con la mia stanzettina microscopica."
Gianluca: "Credimi, molto più calda e bella la tua piccola stanzettina, poi da te ogni mattina succede qualcosa." - rise di gusto ripensando all'inconveniente di quella mattina.
Anna dall'altro capo del telefono sentì di nuovo le sue guance divampare ripensandolo nudo e per di più presa in giro.
Anna: "Un consiglio, la prossima volta chiuditi a chiave in bagno, oggi ti è andata bene ma se ricapitasse potrei ucciderti. Ora devo andare, ci sentiamo."
Riattaccò, mantenendo un sorriso soddisfatto sulle labbra.
La sera Gianluca ricevette la chiamata dalla reception da uno dei suoi assistenti.
X: "Signor Ginoble ci sono i suoi genitori, li faccio salire."
Gianluca esitò, desiderava vedere i suoi genitori.
Diede ordine di farli salire.
Gianluca: "Papà!"
Ercole: "Bello de papà!"
Gianluca: "Mamma!" - l'abbracciò.
Eleonora: "Amore mio, come stai?" - Ercole uscì dalla stanza lasciandoli soli.
Raggiunse i ragazzi i Gaetano.
Eleonora si avvicinò a Gianluca, lo strinse tra le sue braccia.
Ercole: "Andiamo Ele. Gianluca ci sentiamo dopo!"
Eleonora prese il viso di suo figlio tra le mani, gli diede un lungo bacio e usci dalla stanza.
Anna era rientrata a casa sfinita. Diede un'occhiata al cellulare per vedere se c'erano messaggi o chiamate di Gianluca.
Niente, pensò che l'avrebbe richiamato prima di mettersi a letto, cosi si infilò sotto la doccia.
Gianluca era a pezzi.
Prese il cellulare e chiamò Anna.~Iris
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