CAPITOLO 38

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•Per te ci sarò•
CAPITOLO 38
L'animo umano e le sue turbolenti tempeste, non conoscono ragione. L'istinto li domina.
Si può scegliere di rinunciare alla felicità, alla passione, all'amore per allontanare la paura di restare soli?
Il fuoco della passione continua a covare sotto la cenere e prima o poi torna con forza a bruciare l'anima.
Anna continuava a chiederselo, mentre si lasciava andare tra le braccia di Michele.
Quando si è amato qualcuno, lo si ama per sempre? Resta nel cuore la traccia di quell'emozione? Può bastare una scintilla a far riesplodere la fiamma?
Il destino sa essere strano, mentre ci si affanna per cambiare le cose ed essere felici, ci si ritrova di colpo di nuovo nel punto da cui si è partiti. Tornare indietro, come se tutto quello che c'era stato nel mezzo non contasse.
Era questo sulla quale cercava di convincersi Anna, dimenticare.
Dimenticarsi di un tradimento sperando che non lasci segni, era impossibile per lei.
Bastò che le mani di Michele si muovessero a stringerla, per far crollare tutte le certezze che cercava di imporsi.
Quelle mani non erano quelle di lui.
Pianse, disperata nell'avere la certezza che nessun uomo sarebbe stato lui.
Veronica: "Anna, tutto bene?"
Veronica era arrivata a toglierla da quell'abbraccio.
Rimase sorpresa nel vederla stretta a Michele.
Michele: "Ciao, Veronica."
Veronica: "Michele." - rispose con fare gelido, rivedere la sua amica tra le sue braccia, la turbava molto - "Anna, dai rientriamo o preferisci tornare a casa?"
Michele: "Anna, tutto ok? Mi sembri turbata, vuoi fare due passi così mi racconti di te?" - la sua voce era molto affettuosa, Anna aveva dimenticato che sapesse anche essere affettuoso quando la sua carriera non era al primo posto.
Si asciugò gli occhi rapidamente ed annuì con il capo.
Quel gesto gettò Veronica nello sconforto.
"Che diavolo combini, Anna? Non puoi tornare da lui. Devo fare qualcosa. Non è in se."
Veronica: "Anna, veramente vorrei tornare a casa se non ti dispiace."
Anna: "Hai insistito tanto perchè uscissi, faccio solo due passi con Michele." - la vide allontanarsi nella notte con lui e la cosa non le piaceva affatto.

Maggie era nel suo appartamento, in attesa di una chiamata.
Passeggiava nervosamente davanti al cellulare posato sul tavolino di cristallo, accanto alle riviste di gossip, sulle quali campeggiavano a caratteri cubitali i dettagli della storia tra Gianluca e Belinda.
Ormai le interviste di quella cominciavano a darle fastidio, era ovunque, in Tv e sui giornali, aveva raggiunto la notorietà, tutti cercavano di averla ospite per carpirle qualche dettaglio piccante.
Finalmente il cellulare suonò, Maggie lo afferrò pigiando decisa il tasto verde.
Maggie: "Era ora che ti facessi vivo, Travis! Ne ho fin sopra i capelli della bambolina, me la trovo ovunque con la sua storia su Gianluca, ora è il mio turno!"
Travis: "Calmati. Ho visto che è talmente imbottito da giorni di farmaci che non sarebbe capace di distinguere la destra dalla sinistra! Vieni qui adesso, è il tuo momento. Io mi introdurrò nella sua stanza senza che gli altri della security ti vedano. Adesso dipende da te."
Maggie: "Il tuo piano è perfetto. Parto immediatamente." - riattaccò la chiamata muovendosi rapida nella stanza, afferrò la borsetta sul divano ed uscì.

Veronica non si dava pace, Anna si era allontanata dal locale già da un po', era certa che stesse facendo un errore pazzesco.
"Non deve rimettersi con lui, la farà soffrire di nuovo. Non che Gianluca ci sia andato leggero ma voglio credergli. Non può averla tradita, si vede che è cotto di lei non posso sbagliarmi su certe cose e tanto meno sbagliarmi sul mio idolo! Devo fare qualcosa ma cosa?"
I suoi occhi si posarono involontariamente sulla borsa di Anna, dimenticata sulla sedia.
Il suo sguardo si accese.
"Devono parlarsi 'sti due però pure Gianluca non sta facendo molto per riconquistarla. Assurdo, se non ci fossi io qui!"
Frugò nella borsa sperando di trovare il cellulare.
Lo tirò fuori.
Fece scorrere la rubrica fino a trovare il numero di Gianluca, fece quella chiamata che Anna avrebbe dovuto fare già da molto.

Perduto.
La sua mente vagava in un viaggio senza fine.
I suoi occhi fissi sul soffitto, intenti a guardare il nulla, persi nel vuoto della sua esistenza.
Il suo cellulare suonò, ma gli squilli si perdevano nel buio della sua mente.

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