•Per te ci sarò•
CAPITOLO 37
La quiete prima della tempesta.
Gli ostacoli nella vita compaiono sempre quando tutto appare tranquillo.
Perchè sembra giungere sempre qualcosa a scuotere di nuovo gli equilibri sottili del vivere sereni?
La tempesta improvvisa si abbatte senza preavviso, senza un segnale che permetta di trovare riparo, si rimane inermi battuti delle correnti violenti.
Ricostruirsi.
Sempre se, alla fine di tutto, ci sia ancora qualcosa da cui ricominciare. I cocci rotti e poi riassemblati, per poi essere distrutti ancora, difficilmente riusciranno a combaciare ancora.
Se si fosse consapevoli del pericolo imminente, il futuro potrebbe fare meno paura, ma è proprio l'incertezza il vero sapore della vita.
L'aria stava cambiando, ed un ignara Anna stringeva il suo destino tra le mani.
Sollevò piano il lembo della busta, decisa a staccarlo per vederne il contenuto.
La sua mente si affollò rapidamente di domande.
Era concentrata su quella misteriosa busta indirizzata a lei.
Un dolce respiro ad accarezzarle il collo la fece trasalire, voltandosi di scatto lasciò scivolare via dalle mani la busta, cadde a terra sul parquet, accanto ai suoi piedi nudi fermi davanti a quelli di lui.
Si mise sulle punte lentamente, avvicinandosi al viso del suo uomo.
I suoi occhi caddero sulla busta a terra, in un lampo tutte la curiosità sul suo contenuto tornarono ad affollarle la mente.
Si chinò rapida a raccoglierlo.
Gianluca: "Cos'è quello?"
Anna: "Non lo so, Travis mi ha detto che è arrivato questo per me tramite corriere. È indirizzato alla "Signora Anna Ginoble", non ti sembra strano? Chi sa di me?"
Gianluca: "Strano, forse viene dall'ospedale dove sei stata ricoverata. Aprilo no? Così ti togli ogni dubbio."
Anna: "Ho uno strano presentimento."
Anna si allontanò da lui sedendosi a gambe incrociate sulla panca rivestita di cuscini davanti alla finestra in stile inglese.
Le mani di Anna si mossero rapide questa volta, era decisa a porre fine alla sua curiosità, strappò via un lembo della busta e le sue dita si introdussero nel suo interno.
Sentì qualcosa di lucido e freddo sotto i polpastrelli, lo afferrò risalendo velocemente verso l'uscita. Foto.
Possono delle immagini impresse sulla carta ferire più di una lama affilata?
Anna si sentì trafiggere il cuore da ognuno di quegli scatti, uno ad uno scorrevano rapidi sotto i suoi occhi. Rimase a guardarli esterrefatta, basita da quello che vedeva, le ci volle un lungo istante per realizzare cosa stesse guardando.
Un lungo attimo silenzioso, in cui il suo volto cambiò espressione e si sentì lontana dal suo corpo fermo, pietrificato, con lo sguardo fisso su quelle foto, sull'immagine di lui a letto con una donna nuda.
Si sentì come se la sua anima l'avesse abbandonata per sempre.
Sentì quelle immagini penetrargli negli occhi come spilli, a lacerare le sue carni come artigli taglienti, sfilettare la sua anima come rasoi affilati e sentirne il freddo metallo affondare tra le sue fibre sanguinanti. Ma il colpo mortale inflitto al suo cuore arrivarono dai suoi occhi, da quell'espressione innocente e innamorata.
Alzare lo sguardo da quelle foto ed incrociare i suoi occhi fu doloroso, avvertì una fitta netta al centro del petto a bloccarle il respiro per un attimo, sentì il suo cuore incapace di sopportare ancora tale pena.
Gianluca: "Anna che succede?" - si fece vicino a lei, preoccupato per quella reazione.
Anna si alzò in piedi di scatto.
Anna: "Che succede? Dimmelo tu cosa succede, io mi fidavo di te!"
Travis rimasto in attesa nei pressi del cottage, li sentì nettamente.
Sfilò il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne prese una, portandola alla bocca, l'accese aspirando con profondità.
Lasciò uscire il fumo tra le labbra appena socchiuse e si avviò in silenzio lungo il viale.
Non un espressione pentita sul suo volto.
Anna stringeva tra le mani il pacco di foto, mentre le sue guance erano ormai solcate dalle lacrime, i muscoli del viso contratti e tesi in un espressione mista tra rabbia e dolore.
Gianluca fissava a distanza le foto che teneva tra le mani, si avvicinò a lei deciso a capirci qualcosa.
Anna gli lanciò in faccia il pacchetto di foto, Gianluca fece in tempo a ripararsi con il braccio, mentre le foto lo colpirono per poi svolazzare spargendosi per il pavimento.
Rimase scosso dalla reazione di lei. Si chinò a raccogliere alcune foto.
I suoi occhi si sgranarono nel guardare quelle immagini.
Non riusciva a crederci.
Guardò Anna alzandosi da terra e avvicinandosi rapidamente a lei, il suo primo pensiero era quello di tranquillizzarla, prima ancora di capire chi diavolo fosse quella nella foto accanto a lui.
Gianluca: "Anna non crederai a quelle foto spero?"
Anna: "Non dovrei?"
Gianluca: "Certo che no, potrebbero essere dei fake, non sono vere e ti assicuro che non conosco quella." - si fece vicino a lei, sfiorandole il braccio.
Anna: "Non toccarmi. Solo stanotte ero tua, tua! Ad amarti con tutta me stessa e tu? Tu eri stato con lei!" - le parole urlate erano spezzate dal pianto, il cuore batteva all'impazzata, il suo sogno era finito, il suo matrimonio era finito - "Sei un bastardo!" - gli disse a labbra strette fissandolo negli occhi con odio, sapeva di ferirlo, ne era consapevole, ma desiderava infliggergli lo stesso dolore che quelle foto avevano inflitto a lei.
Quelle parole per Gianluca furono la fine, si sentì morire sotto la crudezza della sua espressione, sotto quelle parole di disprezzo, per un attimo pensò alla notte trascorsa, ai suoi sorrisi delicati nella penombra quando la baciava sul collo solleticandola.
Si chiese come avrebbe potuto rimediare, cosa avrebbe potuto dirle per convincerla a credergli.
Gianluca: "Anna, calmati ti prego! Lo so che tutto qui ti dice il contrario ma io non ricordo di queste foto, non so chi sia lei!"
Anna: "Non ricordi? Evidentemente lei è una tra tante, fra un po' non ricorderai nemmeno di me!"
Gianluca: "Lo sai che non è vero! C'è qualcosa sotto, dammi qualche minuto e cercheremo una spiegazione!l" - si trovava di nuovo a giustificarsi per un qualcosa che non aveva commesso, frustrante come tutte le volte, umiliante per non essere creduto.
Anna: "Io ti ho creduto come un idiota, ho creduto ad ogni tua singola parola e adesso? Eccomi qua con queste foto tra le mani. Ma perchè mi hai sposata? Bastava far uscire due foto, mi avrebbe fatto meno male!" - sentì le forze venirle meno, stanca di lottare ogni volta per essere rispettata.
Gianluca si avvicinò a lei a stringerla tra le braccia, lei per un istante lo lasciò fare, incapace di proseguire la lotta, sfinita dal dolore che la consumava, rimase immobile senza volontà, stretta nel suo abbraccio.
Anna: "Ti ho dato tutto!" - riuscì a pronunciare con un fil di voce, ormai provata dalla situazione - "Ti ho dato tutto quello che c'era nel mio cuore, ti ho amato senza riserve con tutta me stessa, ci ho messo l'anima ed il cuore. Non mi meritavo questo, non lo meritavo. Perchè? Mi dici almeno perchè? Perchè mi hai voluto rovinare la vita? Perchè?" - lo spinse via da se urlando - "Io ero qui per ricostruirmi una vita e tu hai distrutto tutto!"
Gianluca per un attimo si era illuso di poterla calmare, di riuscire a ragionare con lei su quelle foto che erano un mistero per lui.
Gianluca: "Per favore credimi, non ne so niente, non so spiegarmi queste foto. È la mia suite a Bologna, questo lo riconosco ma lei ti assicuro che non c'era e non c'è mai stata!"
Anna: "Vorrei perdere di nuovo la memoria in questo istante, scordarmi di tutto, scordarmi di te!" - rimase a fissarlo con disprezzo mentre Gianluca si rese conto che non aveva speranze di convincerla; era finita.
In quel frangente Veronica entrò nella stanza timorosa, guardandoli in preda all'ansia.
Veronica: "Chiedo scusa ma vi ho sentito urlare, diamine ragazzi ma che succede ancora?"
Anna si voltò a guardarla mostrandole il volto gonfio dal pianto.
Anna: "Cosa succede? Raccogliamo i frutti della sua ultima stronzata!" - le disse secca, indicandole le foto sparse per terra.
Veronica si chinò a dare un occhiata, d'istinto si portò le mani sulla bocca a sottolineare la sua espressione esterrefatta.
Spostò il suo sguardo verso quello di Gianluca, mentre Anna uscì di corsa dalla stanza.
Gianluca fece per correrle dietro, ma Veronica lo bloccò - "Come hai potuto farle questo? Ti ho amato da quando avevo 8 anni, ho creduto in te, ti ho difeso come tutti i tuoi fans ma adesso per me sei finito! Stai lontano da lei, non ti permetterò di ferirla ancora!" - lo lasciò solo nella stanza, raggiungendo Anna.
Era intenzionato a chiarire con Anna.
Cercò di ricollegare tutti i fatti, il suo sospetto era Maria, era a Bologna anche lei, poteva aver organizzato tutto lei?
Anna era seduta sul letto di Veronica con le mani strette in grembo, lo sguardo perso nel vuoto.
Veronica: "Cosa vuoi fare adesso?"
Anna: "Torno a Trapani." - si alzò avviandosi in bagno.
Si lasciò scorrere l'acqua calda sul viso, cercando di cancellare i segni di un pianto che non finiva, le sue lacrime salate si mischiavano all'acqua dolce che scorrevano via.
Si strofinò la pelle con decisione, facendola arrossare, voleva cancellare il suo profumo su di lei.
