CAPITOLO 2

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•Per te ci sarò•
CAPITOLO 2
X: "Signorina mi scusi, signorina... Dovrebbe prepararsi, siamo pronti per l'atterraggio!"
Anna a fatica apri gli occhi sotto l'insistenza della hostess, a stento riuscì a ringraziarla, si sentiva addosso un peso enorme, frutto di una giornata intensa dal punto di vista emotivo.
"Ci siamo!" - pensò.
Dopo ore di volo, sotto di lei c'era l'Abruzzo.
Cerco di stiracchiare le gambe, controllo che il trucco fosse a posto, si diede una sistemata ai capelli ed era pronta
Sentiva un formicolio allo stomaco, era tesa, si chiedeva cosa l'aspettasse lì fuori, come sarebbe stata la sua vita ora, cercò di scacciare le ansie infondendosi sicurezza.
"Ok Anna, calma, affronteremo un problema alla volta. Ne hai già passate tante nella tua vita!"
Aveva perso i genitori in un incidente stradale quando era poco più che adolescente, un anziana zia si prese cura di lei fino ai 18 anni, il resto era riuscito a cavarsela da sola.
Era fiera di se stessa, era una persona tranquilla, i suoi occhi erano vispi e gioiosi ed il sorriso sempre pronto ad illuminarle il viso e che la rendevano subito simpatica agli occhi degli sconosciuti.
Delle volte si sentiva insicura, ma non lo mostrava mai agli altri, cercava di nascondere le sue paure con l'ironia, il supera un animo molto sensibile, avvertiva la sofferenza ed il disagio di chi le stava accanto senza aver bisogno che ne parlassero, era convinta che gli occhi fossero lo specchio dell'anima.
Finalmente la fase di atterraggio era conclusa, tutti i passeggeri erano spinti dal desidero di toccare terra e riprendere le loro attività.
Tutti tranne Anna, rimase seduta ancora un po' osservando gli altri scendere.
Amava osservare la gente, cercava di capire che tipo di persone fossero dai loro atteggiamento, dal loro abbigliamento.
Il suo sguardo si posò sul viso paffuto e roseo di una bimba che la guardava incuriosita.
La piccola alzo la manina e la salutò, Anna le sorrise, amava gli occhi innocenti dei bambini.
"Chissà chi la sta aspettando fuori? Quanto vorrei qualcuno ad attendere anche me!" - pensò malinconica - "Su Anna, non ci dobbiamo abbattere, domani è un altro giorno." - spinta da questa auto iniezione di coraggio, si alzò energicamente dal suo posto facendo cadere i portabagagli - "Ohi che botta, cominciamo bene!" - esclamò massaggiando la testa - "Cambio paese ma la sfiga mi trova sempre!" - sorrise tra se e se ormai rassegnata dalla sua goffaggine.
Si affacciò dal portellone dell'aereo per scendere e fu investita dall'afa.
Anna si ritrovò nell'immenso spazio per il ritiro bagaglio, l'altoparlante annunciava continuamente l'arrivo dei voli.
Camminava verso il nastro dei bagagli senza smettere un attimo di guardarsi intorno, era tutto così diverso e nuovo, i viaggiatori si muovevano freneticamente, era tutto così veloce.
Sul nastro iniziarono a girare i primi bagagli.
Finalmente poteva lasciare quel posto così caotico, desiderava soltanto arrivare in albergo e farsi una doccia.
Pensava proprio a questo mentre si avviava verso l'uscita.
All'improvviso fu travolta da una folla di gente che la fece trovare a terra.
Aveva ancora lo sguardo basso verso il pavimento quando apparve una mano maschile.
Nemmeno il tempo di realizzare, una voce gentile le chiese: "Stai bene?"
Alzò piano lo sguardo verso quello sconosciuto che gentilmente le offriva la mano per aiutarla ad alzarsi  e si trovò di fronte un sorriso che le lasciò senza fiato, di una bellezza abbagliante.
Non riusciva a crederci.
Gianluca Ginoble.
Non rispose, era rapita dai suoi occhi, pose la sua mano su quella di lui, il tocco fu una scossa che le attraversò il corpo, la sua mano così morbida, il suo sorriso così rassicurante, le parole le morirono sulle labbra e mentre lui la tirava verso di se aiutandola a rialzarsi, Anna fece la cosa che le veniva più naturale; sorridere.

~Iris

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