•Per te ci sarò•
CAPITOLO 35
Ritrovarsi.
Il suo cuore le aveva dato le risposte prima ancora che il cervello ne comprendesse le domande.
Il suo cuore lo aveva ricondotto a lui.
Fu tutto come prima, la magia, le emozioni, i gesti, tornarono naturali. Si stupì di come i suoi gesti arrivassero naturali, le sue mani sapevano come toccare il corpo di lui e lei le lasciò fare senza che il cervello intervenisse.
Immagazzinò più emozioni possibili.
I ricordi sono fatti di sapori, di odori, di tocchi e sensazioni, i ricordi sono il tempo che si ferma e che ritorna sotto forma di immagini quando un qualcosa riesce a riaprire i cassetti della memoria a far uscire il momento in cui lo si è vissuto.
Piano i loro respiri tornarono regolari, stretti in un abbraccio, occhi negli occhi.George entrò nell'ufficio con aria affranta, la piega che prendeva il rapporto tra Gianluca e Anna non gli piaceva, temeva il peggio, lui che aveva protetto il loro amore, si sentì impotente davanti alla distanza che i due avevano preso.
Trovò Travis seduto ai monitor che sorvegliavano gli ingressi alla tenuta.
George: "Dobbiamo organizzare la partenza di Gianluca." - disse con tono spento.
Travis: "Si parte? Ma Anna non sta bene!"
George: "Non verrà."
Travis: "Parte da solo e la lascia qui in quelle condizioni?"
George: "Non sono affari tuoi, esegui i tuoi compiti!"
Travis: "Ma quanto siamo nervosi oggi, amico datti una calmata!" - Travis sorrise tra se, l'allontanamento poteva significare una sola cosa, che la loro storia era finita.
Si sentì trionfante, avrebbe fatto in modo restarle accanto, certo che senza memoria e senza lui nei paraggi l'avrebbe conquistata.Anna si sentiva completa in quell'istante, nonostante una parte importante della sua vita mancasse ancora.
Incrociò un attimo gli occhi di lui, teneri a scrutarla divertita.
Arrossì in viso.
Anna: "Non guardarmi così, mi imbarazzi!"
Gianluca: "Sei così bella!"
Anna sorrise, all'improvviso una fitta alla testa la fece sussultare, il dolore era così intenso.
Anna: "Aah! Fa male!" - urlò allontanandosi da lui, portandosi rapidamente la mani alla testa, il suo volto stretto in un espressione dolorosa.
Gianluca: "Anna che succede?" - si sedette svelto accanto a lei, il suo volto era teso.
Anna: "Fa male da impazzire, aiutami!"
Gianluca: "Ti porto in infermeria! Andrà tutto bene!" - si infilò rapido i pantaloni, l'avvolse in un lenzuolo prendendola tra le braccia, corse giù per le scale, diretto verso l'infermeria. Anna si aggrappava al suo collo, stringendolo sempre più forte man mano che il dolore si faceva più intenso.
Anna: "Presto, io... Io non ce la faccio!"
Gianluca: "No, resisti, ci siamo! Tu sei forte, non puoi abbandonarmi, no tu non puoi!" - Gianluca sentì la presa al collo allentarsi, la mani di lei scivolare via, la sentì prima di vita tra le sue braccia, fredda, sempre più fredda - "Rispondi Anna! George, aiuto!" - disse piangendo.
Dall'ufficio della Security, George e Travis udirono chiaramente le urla di Gianluca, corsero fuori in suo aiuto. Lo videro con Anna tra le braccia, mentre si avviava il più rapidamente possibile verso l'infermeria.
Travis rimase a guardare un istante il corpo di lei, pallida e abbandonata tra le braccia di Gianluca.
In un attimo la rivide a terra, in una pozza di sangue, flash rapidi di quella notte si susseguirono nella sua mente, ma nemmeno quel ricordo riuscì a scalfirlo, l'importante era averla fatta franca.
Crudele come il più spietato dei demoni, si avvicinò a Gianluca fingendo un sentimento che non provava.
Le porte dell'infermeria si chiusero davanti ai suoi occhi, lasciando Gianluca in attesa nel salottino.
Rimase immobile cercando diascoltare qualche parola dello staff medico.
Gli sembrò che il tempo si fosse fermato nell'istante in cui le porte si erano chiuse, portando via al suo sguardo il corpo inerme di lei.
Non aveva nemmeno fatto caso che era li a petto nudo, scalzo, con solo i pantaloni addosso.
George si avvicinò a lui mettendogli la sua giacca sulle spalle.
Al contatto con quel tessuto, Gianluca sembrò uscire per un attimo dall'incubo in cui era caduto, si voltò lentamente a guardare George, come se avesse perso le forze.
Gianluca: "Grazie." - tornò a fissare quella porta, in quella stanza era racchiusa tutta la sua vita, si sentì di nuovo morire al pensiero di averla persa per sempre.
Si sentì come se la sua anima stesse per abbandonare il suo corpo, sospeso tra aria e terra, in attesa che il verdetto arrivasse a stabilire definitivamente quale fosse il suo destino.
Minuti lunghi ed interminabili, in cui nella sua mente non poteva non rivedere il suo viso che una manciata di attimi prima teneva sorridente tra le mani, le cose cambiano in un batter d'occhio e dalla gioia infinita di quell'atto d'amore, nella pace dell'anima nell'essersi ritrovati, si era passati di nuovo all'angoscia ed al tormento.
Il rumore violento della porta che si aprì di colpo, lo fecero trasalire, riconobbe la figura del medico che si avvicinava a lui.
Gianluca: "Come sta?" - attendeva di nuovo quella risposta come la più importante della sua vita.
Dott. Mariano: "Sta bene, si tranquillizzi!" - e la sua anima tornò a vivere nel suo corpo, un sospiro uscì dalle sue labbra a scaricare i nervi tesi.
Gianluca: "Ma cose le è successo? Stava benissimo un attimo prima e poi... Posso vederla?"
Dott. Mariano: "Non deve assolutamente affaticarsi, delle forti emozioni aumentano la pressione sanguigna. Ha perso i sensi perchè il dolore era forte ma per il resto è tutto nella norma."
Gianluca entrò nella stanza, la vide stesa su un lettino con un camice addosso, un po' pallida in viso ma cosciente.
Gianluca: "Come ti senti?"
Anna: "Sto bene."
Gianluca: "Siamo degli incoscienti, non avremmo dovuto."
Anna: "Ssh! Non dirlo."
Gianluca: "Dai, ti porto a casa, hai bisogno di una lunga notte di riposo!" - la prese tra le braccia ed uscirono dall'infermeria.
Gli occhi di Anna incontrarono quelli di Travis.
Lui per un attimo ebbe paura, si sentì gelare il sangue nelle vene da quei occhi che lo scrutavano restando fissi nei suoi.
Era la prima volta da quella sera che si ritrovava a guardarla così intensamente occhi negli occhi, temette potesse riconoscerlo.
Anna si fermò a guardarlo, stretta al petto di Gianluca, non aveva la più pallida idea che fosse lui la causa dei suoi guai.
Veronica: "Ehi ma che ci fate tutti qui?" - arrivò di corsa con il viso preoccupato - "Vi ho cercato ovunque!"
Anna: "Tranquilla, adesso è ok!"
Veronica rimase a guardare il modo in cui si aggrappava a lui, il modo in cui le sue dita intorno al suo collo lo accarezzavano piano, si sentì leggera.
Travis: "Ma per il viaggio?" - Travis intervenne, ansioso di vederlo partire.
Gianluca: "Annullato!"
'Annullato'
Quella parola lo spiazzò totalmente, come poteva essere accaduto?
Sentì un forte odio nel petto, i suoi piani erano andati a monte.
Sul volto di George si delineò un sorriso enorme, era felice che il sereno tra loro era tornato.
Veronica: "Ma porc... Voi due mi farete uscire matta! Dobbiamo fare un festa. Che ne dici se facciamo venire i bambini dell'ospedale? Iris mi dice che vogliono vedere Anna e credo che potrebbe farle bene stare con dei bambini."
Anna: "Una festa? Per me?"
Gianluca: "Si." - continuò il suo cammino verso il cottage stretta a lei.
Anna: "No, Michael sto bene e non mi va di dormire!"
Gianluca: "Sei testarda! Il dottore dice che non devi affaticarti."
Anna: "Balla con me!" - si avvicinò a lui, risalendo con le mani sul suo petto.
Gianluca: "Non posso, questa volta no."
Anna: "Per favore, un lento sarebbe come se stessi abbracciata a te!" - i suoi occhi erano supplichevoli, Gianluca non seppe resistere.
Si avvicinò allo stereo, tirò fuori il vecchio vinile di Elvis, pensò a quanto fosse legata a quella canzone, lo mise su, lasciando che l'ago del giradischi scorresse rapido, la dolce melodia di un vecchio disco riempì la stanza.
Si avvicinò a lei a stringerla tra le braccia, lasciò che la calda voce di Elvis guidasse il corpo di lei, certo che l'avrebbe riconosciuto.
Anna appoggiò il viso sul petto di lui, chiudendo gli occhi, ascoltando quella voce come se fosse la prima volta.
Sentì quella musica entrarle nella pelle, facendo vibrare il suo cuore, e fu come se il suo cervello si rimettesse in moto.
Il suono del telefono li distolse da quel momento così intenso.
Gianluca uscì dal suo abbraccio andando verso il telefono.
Anna rimase immobile al centro della stanza, strinse gli occhi sotto una fitta alla testa e all'improvviso una breve immagine arrivò dal buio della sua mente.
Un flash veloce, un breve istante in cui due persone ballavano sulle note di quella canzone.
Chi erano?
Perché quella stessa canzone? Gianluca l'aveva messa perchè era legata al suo passato?
Poi tornò da lei a stringerla ancora, il suo volto sembrava preoccupato.
Anna: "Qualcosa non va?"
Gianluca: "Il nostro manager ha preso appuntamento con Eros Ramazzotti per domani a Bologna."
Anna: "Domani parti?"
Gianluca: "Si ma solo una notte, tornerò il prima possibile!"
Anna si strinse a lui, non disse nulla del suo flash.
Meno di ventiquattrore dopo Gianluca, Piero ed Ignazio erano con Eros.
Eros: "Ragazzi."
Si strinsero con forza le mani, poi si misero a sedere nel salottino ed iniziarono a discutere di musica, sul tipo di impostazione che volevano dare alla canzone.
La discussione era piacevolmente ricca di spunti.
Eros era ancora alle prese con il suo tour e rimandarono il prossimo incontro di qualche mese.
Si salutarono certi che presto il loro incontro avrebbe dato i suoi frutti.
Gianluca entrò nella sua stanza e si trovò Maggie di fronte.
Gianluca: "Maggie che ci fai qui?"
Maggie: "Mi trovavo a Bologna per un servizio fotografico, ho saputo che eravate qui e non potevo non trovare un mio grande amico."
Gianluca non si sentiva a suo agio, la sua presenza lo infastidiva.
Abbassò lo sguardo, non riusciva a capire cosa stesse cercando di fare, riconquistarlo.
Gianluca: "Scusami tanto ma ora sono stanco, vorrei riposare."
Maggie: "Aspetta, ho fatto preparare l'occorrente per festeggiare, qui c'è del buon succo d'arancia per te." - Gianluca esitò nel prendere quel bicchiere che gli porgeva.
Fece un sorso - "Bravo. Così, ancora un bel sorso!" - restò a guardarlo che beveva il succo, ignaro del sonnifero che c'era dentro. Gianluca posò il bicchiere vuoto sul tavolo, i voltò verso suo padre - "Fatti una bella dormita." - gli diede un bacio sulla guancia, uscendo dalla stanza.
Gianluca iniziò a spogliarsi sedendosi sul letto, sentì la testa farsi pesante, non riusciva a mettere a fuoco le immagini davanti a se.
Si sentiva strano, si sdraiò sul letto, cadendo in un sonno artificiale.
Poco dopo la porta della sua stanza si aprì, Travis con una scusa aveva allontanato George, poi si era introdotto nella stanza di Gianluca. Poi Travis entrò con una donna.
Travis: "Muoviamoci prima che quel bestione torni! Togli la camicia, a petto nudo rende meglio, presto!"
Belinda: "È così carino!" - la voce insulsa e stridente della biondona ruppe il silenzio, mentre Travis tolse la camicia a Gianluca cercando poi di sistemarlo sotto le lenzuola.
Travis: "Avanti, infilati accanto a lui!"
Belinda: "Si, subito." - si tolse la maglietta rivelando non curante il suo prosperoso seno, si infilò sotto le lenzuola, appoggiando il viso sulla spalla di lui.
Travis scattò numerose foto.
Gianluca dormiva profondamente, mentre lei si strofinava a lui in posa per gli scatti.
Era soddisfatto.
Travis: "Queste foto manderanno su tutte le furie la sua dolce mogliettina!" - rise di gusto con la sua fastidiosa risata.Quella mattina Gianluca si svegliò intontito, la testa gli martellava, si guardò intorno cercando di ricordare cosa fosse successo la sera prima, poi ricordò Maggie.
Era il suo ultimo ricordo, prima che quel sonno pesante lo travolgesse, non ricordava altro, era ignaro di quello che era accaduto.
Si alzò barcollando, cercando di rimettersi in piedi e partire il prima possibile.
Rientrò a casa.
Anna a seduta ai bordi della piscina. Dal flash di quella sera più niente era emerso dalla sua mente.
Veronica nuotava tranquilla, ma l'espressione assorta della sua amica attirarono la sua attenzione.
Un piccolo schizzo d'acqua arrivò a lei, a distoglierla dai suoi pensieri.
Il contatto con l'acqua fresca la fece trasalire, e di colpo un altro flash nella sua mente.
Un cascata d'acqua su di lei, fresca, come a svegliarla dal sonno profondo in cui il suo cervello era caduto, la risata di Gianluca, l'immagine di lui che si affacciava da una finestra del cottege con un secchio d'acqua, poi niente.
Un altro momento che era riaffiorato, sentì il cuore sobbalzargli nel petto, emozionata da quei pochi frammenti che tornavano, tasselli sparsi da ricomporre.
Veronica la guardava assorta, non disse ancora niente, voleva vederci chiaro in quelle schegge di passato che sembravano tornare a tratti ed in disordine.
In quell'istante Gianluca tornò a casa, corse da lei ad abbracciarla.
Il mattino seguente, Anna era in piedi davanti alla finestra, guardava il sole salire, lasciando ai suoi occhi l'immagine di una giornata splendida, ma il suo cuore era lontano, quei flash, quelle due uniche immagini riaffiorate non le davano pace, perchè non ce n'erano state altri? Quando li avrebbe riavuti?
Si torturava la mente in attesa che qualcosa dal profondo riemergesse, ma una fitta netta e decisa le lacerò le tempie.
Doveva dare tregua al suo cervello.
Scese in giardino dove trovò Veronica e Gianluca intenti a preparare il party, di li a poco i bambini della ludoteca sarebbero arrivati.
Anna cercò di distrarsi, ma la sua mente tornava sempre li, ai quei due unici frammenti del suo passato che le facevano male all'anima per non riuscire a vedere oltre, come un film interrotto.
Proprio mentre Iris, Giorgio e tutti i bambini giunsero, lei si allontanò da loro, senza farsi notare.
In riva al lago, sotto un grosso albero, si immerse di nuovo nei suoi pensieri.
Posò la mano sulla corteccia
Allontanò rapida la mano dalla corteccia, spaventata da quel flash così lungo, intenso.
Aveva visto chiaramente il volto di Gianluca nella penombra che parlava in modo così appassionato, commovente.
Quando aveva vissuto un momento così bello con lui?
Toccò di nuovo l'albero, come se quel contatto potesse riattivare il fluire dei suoi ricordi, niente, il buio ancora il buio.
Era frustrante stare in attesa di qualche altra immagine, che si sarebbe di nuovo interrotto senza che le lasciasse capire molto.
Ancora piccoli frammenti sparsi nel vuoto della sua mente.
Le voci squillanti dei bambini la distrassero.
Si fece forza nel ricacciare via quelle sconvolgenti immagini che cominciavano ad arrivare sempre più intensi ad agitare i suoi pensieri, tornò tra gli altri.
Gianluca: "Ma dov'eri?"
Anna: "Avevo bisogno di un po' d'aria."
Poi Iris si strinse forte a lei, tutti le si fecero intorno, Anna era sempre più smarrita, cercava di sorridere, ma quelle immagini tornavano a turbarla. Dopo aver salutato un po' tutti, si avvicinò al tavolo per prendere qualcosa da bere, si sentiva strana, frastornata, non riusciva a capire in quale stato d'animo fosse piombata. Si stava versando da bere quando sentì la piccola voce di Paul.
Paul: "Ciao, calzini magici!"
L'immagine di due calzini di colore diverso si fece largo nel buio, il bicchiere le cadde dalle mani, rovesciando il succo d'arancia sul tavolo.
Rimase impietrita, sotto il lento riaffiorare di quell'immagine, di quelle parole.
"Posso rubarti un calzino? Sono troppo simpatici i tuoi calzini gialli! Te ne do uno dei miei, dai Gian!"
Il respiro le fece corto, sotto il susseguirsi di immagini, suoni, parole.
Paul la guardò incuriosito.
Lei si voltò a cercare Gianluca.
Si fermò davanti ai suoi occhi increduli.
"Credi nei sogni?"
"Sembri un panda."
Come in un film le immagini più belle del loro amore scorrevano limpide davanti ai suoi occhi.
Sentì il suono della sua risata nella battaglia con i cuscini mentre saltavano sul letto, le corse a cavallo ed i palloncini d'acqua, sorrise per quei momenti di gioia.
Le immagini nella sua mente scorrevano rapide.
"Il battito del tuo cuore è la mia musica preferita!"
"Ti amo."
"Sposami."
"Quanto vorrei averti dato un bambino, stanotte. Vuoi un figlio da me?"
"Io e te come Yoko e John."
Si perse nei suoi occhi che le avevano impedito di dimenticare il loro amore.
Anna: "Io e te come Yoko e John."
A Gianluca si bloccò il respiro, gli occhi gli si riempirono di lacrime in un attimo.
Gianluca: "Tu ricordi?" - lei sorrise tra le lacrime facendo di si con il capo.
Si strinsero in un forte abbraccio, lasciando andare le lacrime
"I tuoi occhi hanno sete perchè esistono i miei occhi, le mie labbra hanno sete perchè esistono i tuoi baci."~Iris
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