•Per te ci sarò•
CAPITOLO 12
Anna spense la lampada sul comodino, si strinse a lui, tanto da sentire il suo respiro sul suo viso, cercò di prender sonno, ma troppi erano i pensieri che le affollavano la mente, troppe le emozioni nel suo cuore.
Avrebbe voluto che quella notte non passasse mai, per tenerlo li con lei per sempre.
Fuori i tuoni spezzavano il silenzio ed i lampi continuavano ad illuminare la stanza, mentre la pioggia batteva violenta contro i vetri.
Nonostante il temporale, lei si sentiva al sicuro, al caldo vicino al suo corpo, era piacevole ascoltare il rumore della pioggia, del vento.
Pensò a come si sarebbe sentita se quella notte fosse rimasta sola, l'elettricità della tempesta l'avrebbe travolta, la malinconia si sarebbe impadronita di lei, si immaginava al buio nel suo letto stretta al cuscino, sola.
Distolse la mente da quei pensieri e tornò a concentrarsi su di lui.
Nel bagliore dei lampi osservava il suo viso, dormiva profondamente, la sua espressione era serena, Anna accennò un sorriso.
Posò piano una mano sul suo fianco, chiuse gli occhi e a poco a poco la stanchezza si impossessò di lei, si stropicciò più volte gli occhi, non voleva sprecare gli attimi che poteva stare accanto a lui dormendo, come se quella notte fosse l'ultima.
I primi raggi di sole cominciarono a filtrare attraverso le tende arancioni della stanza, colorando le pareti di riflessi arancio, dando a tutta la stanza un aria calda ed accogliente.
Il girasole sul davanzale, era sopravvissuto alla tempesta, una goccia di pioggia, scivolò rapida su una foglia, la luce brillante del mattino metteva in evidenza le sfumature dei suoi petali.
La giornata si preannunciava splendida.
Anna dormiva ancora, mentre due grandi occhi la guardavano teneramente.
Gianluca, con il viso dolcemente adagiato sul suo cuscino, la osservava attento.
Avrebbe voluto svegliarla, ma la lasciò riposare ancora - "Chissà dov'è adesso? Quale sogno sta vivendo? Ha un espressione così felice, ogni tanto le sue labbra accennano un sorriso, è bella, molto bella." - non resistette più all'impulso di toccarla, le scostò una ciocca di capelli dalla guancia per poterla accarezzare, Anna sotto il tocco leggero delle sua mano cominciò piano a tornare nella realtà, a dischiudere lentamente gli occhi.
Gianluca: "Buongiorno, dormito bene?"
Anna: "Buongiorno." - rispose stiracchiandosi - "Tu hai riposato bene?"
Gianluca: "Oh si!" - la guardava con aria divertita, tanto da non riuscire a trattenersi dallo scoppiare a ridere. Anna lo guardava esterrefatta - "Scusa, è che..." - a stento riusciva a pronunciare le parole senza scoppiare a ridere - "Nel sonno ti sarai stropicciata gli occhi, spalmandoti il trucco, sembri un panda!"
Anna si alzò di corsa, chiudendosi in bagno sbattendo la porta.
Rimase ferma, con la schiena appoggiata alla porta, con gli occhi chiusi, non voleva vedere quell'immagine allo specchio, le sarebbe rimasta impressa per sempre nella mente.
"Oh porca vacca australiana! Sembro un facocero sudamericano. Che figura, ieri sera con tutto quel casino ho dimenticato di struccarmi ed ecco il risultato, vorrei morire per la vergogna! Brava Anna complimenti, volevi conquistarlo con un risveglio sexy? Nessuno mi aveva mai definito un panda."
Mentre nella sua mente farfugliava questi pensieri, cercava di orientarsi nell'armadietto del suo bagno alla ricerca dello struccante, se lo strofinò sul viso forte, tanto da arrossarsi gli occhi.
Rimase in bagno per lunghissimi minuti, non aveva il coraggio di aprire la porta e guardarlo in faccia.
Se ne stette in silenzio ad ascoltare se dalla stanza provenissero dei rumori della sua presenza, non sentì nulla.
Si accostò alla porta, schiudendola un pò per sbirciare, nello spicchio di stanza che riusciva a scorgere non c'era nulla della sua presenza, pensò fosse andato via, si sentì una stupida, l'aveva lasciando andare così, questa volta era certa che non l'avrebbe più rivisto.
Aprì la porta, non riusciva a crederci che per una stupidata avesse mandato tutto all'aria.
Rimase ferma al centro della porta, con lo sguardo perso nella stanza vuota, sul letto con le lenzuola stropicciate, sul cuscino con l'impronta della sua testa.
Sentì gli occhi riempirsi di lacrime dalla delusione, quando con la coda dell'occhio scorse la sua figura, accanto alla porta del bagno, con la testa appoggiata al muro, le braccia conserte, lo sguardo divertito ed un sorriso dolcissimo sulle labbra.
Gianluca: "Tutto bene?" - Anna annuì con il capo, non riusciva a crederci, era convinta di averlo perso ed invece lui era li, sorridente, bellissimo - "Scusami, eri così carina e divertente che non ho saputo resistere alla tentazione di prenderti in giro." - allargò le braccia aspettando che lei ci si tuffasse dentro.
Anna esitò un attimo, si sentiva in imbarazzo per il suo comportamento infantile, ma le sua braccia erano così invitanti, desiderava solo sprofondarci dentro.
E così fece, si strinse al suo petto, mentre le sue grandi braccia si chiusero ad avvolgerla tutta - "Scusami, non volevo metterti in imbarazzo." - le sussurrò dolcemente nell'orecchio, poi le sue labbra si posarono sulla sua fronte per un tenero bacio.
Anna: "Ok, piccola iena, ti perdono solo perchè il panda è un animale tenerissimo." - gli sorrise strizzandogli l'occhio - "È tardissimo!" - esclamò Anna buttando l'occhio sull'orologio.
Gianluca deluso all'idea di separarsi da lei disse così: "Devi andare per forza?"
Anna: "Ti prego non farmi scegliere tra il restare con te e andare al lavoro."
Gianluca: "No, è giusto che tu rispetti i tuoi impegni." - Anna leggeva la sua delusione nel timbro della voce, anche se la invitava ad andare.
Anna: "Ma magari riesco a liberarmi prima, rubo due ore al lavoro e riesco ad essere qui per le 16:00, sempre se ti va? Per una volta credo che si possa fare. Tu cosa farai in mia assenza?"
Gianluca: "Passo da casa, doccia, un cambio e torno qui ad aspettarti."
La cosa le piaceva, senza starci a pensare troppo, aprì un cassetto in cucina e prese una copia delle chiavi del suo appartamento per lui, Gianluca le prese sorridendo, avere le chiavi di quel minuscolo appartamento era avere l'accesso al suo mondo, le chiavi del suo cuore.
Anna: "Ok, io vado." - disse a malincuore lei, voltandosi verso la porta.
Gianluca: "Hei, aspetta!" - Gianluca la raggiunse - "Dimentichi questo per l'ennesima volta, non ti va proprio di chiedermelo vero?" - gli diede un bigliettino con il numero del suo cellulare.
Era ufficiale, Gianluca Ginoble non sarebbe più stato irrintracciabile per lei.
Prese il biglietto con emozione, diede un occhiata ai numeri e da quell'istante gli si stamparono per sempre nella mente, riuscì solo a pronunciare un timido grazie - "Non mi lasci il tuo?"
Era frastornata da quello che stava accadendo, aveva il suo numero, lui le sue chiavi di casa, si sarebbero visti nel pomeriggio e adesso lui voleva il suo numero.
"Troppo bello per essere vero." - pensò, dandosi un pizzicotto sul braccio - "Ahi! Oh, si scusa, non ci avevo pensato. Ora devo andare, a più tardi." - uscì, ma questa volta sentiva il cuore leggero, non più preso dalla paura di non ritrovarlo mai più.
Sentì il cellulare vibrare nella tasca mentre saliva le scale dell'ospedale, con Iris al suo fianco.
Lo prese incuriosita dall'arrivo di quel messaggio: "Ogni minuto sembra eterno. Il tuo Gian." - sorrise nascondendo di fretta il cellulare in tasca.
Iris: "Ehi, chi è che ti messaggia?"
Anna: "Ehm, amici..."
Iris: "Amici eh? E allora perchè sei tutta rossa in viso? Sei troppo misteriosa in questo periodo, c'è qualcosa sotto, magari un bell'uomo."
Anna: "Nessun uomo!"
Iris: "Allora sei dei nostri oggi?"
Anna: "Mi spiace, oggi non posso, devo uscire un paio d'ore prima, mi hanno chiesto un favore alla quale non ho potuto dire di no." - le dispiaceva mentire ad Iris, era stata sempre molto gentile e disponibile con lei. - "Magari vi chiamo, ok?"
Iris: "Va bene."Nel frattempo Gianluca, dopo essere passato per casa sua per un cambio, raggiunse Erika per pranzo in un locale.
Quando entrò la vide già seduta ad un tavolo.
Era affascinante come sempre, nonostante l'età conservava ancora la bellezza di un tempo.
I suoi occhi, ben truccati, si illuminarono quando scorse la figura di Gianluca che si avvicinava.
Erika: "Gian tesoro, che piacere vederti! Sono stata veramente in pensiero per te, ho saputo del nonno e mi dispiace tanto, ti ho cercato tante volte, pensavo volessi un amica vicino." - Gianluca si chinò verso di lei per darle un bacio sulla guancia, poi si mise a sedere di fronte a lei, Erika gli prese le mani, stringendole tra le sue - "Come stai tesoro?"
Gianluca: "Bene, grazie. Non saprei come fare se non avessi te."
Erika: "Lo sai che ci sarò sempre! Hai un bell'aspetto, sono così felice di vederti. Di te che mi dici?"
Gianluca: "È stata dura con il tour, ma è stato un gran successo."
Erika: "Si, ho letto sui giornali, 'il Volo sempre in alto'." - Gianluca proseguì a raccontare del nonno, poi la sua voce si fece più serena quando arrivò a parlarle di lei, Anna - "Oh, cosa sentono le mie orecchie! Raccontami di lei, è bella?"
Gianluca: "Oh sì. Quello che amo di lei è che riesce a sentirmi. Capisci cosa intendo?" - Erika, sorridendo compiaciuta, fece cenno di si con il capo.
Erika: "Sei innamorato?"
Gianluca: "Non lo so. Ci ho creduto tanto nell'amore con Martina sbagliando tutto totalmente, che adesso non so più riconoscerlo."
Erika: "Non affannarti tesoro mio, non dobbiamo sempre avere tutte le risposte pronte, cerca nel tuo cuore e poi guarda nel suo, la risposta poi arriva da se."Anna se ne stava in ospedale guardando insistentemente l'ora, rapita dal desiderio che giungesse l'ora di andarsene.
Dopo un lungo e piacevole pomeriggio in compagnia di Erika, Gianluca rientrò a casa di Anna, ormai mancava poco al suo ritorno.
Si sedette sul divano, guardandosi intorno, una fila di CD vicino ad un piccolo stereo attirarono la sua attenzione, si avvicinò a guardarli. Sorrise nel vedere che Anna aveva tutta la loro discografia, accese lo stereo per sentire l'ultima canzone che lei aveva ascoltato, le ultime note di 'Quando l'amore diventa poesia' invasero la stanza.
Pensò a lei, seduta sul tappeto, lontana da casa, sola, con la sua voce allo stereo.
Spense lo stereo e tornò a scorrere i CD.
Anna: "Ciao! Ho fatto più in fretta che potevo." - era tornata, gli si buttò di corsa tra le braccia.
Amava i suoi slanci impetuosi ed istintivi, per poi pentirsi e lasciare spazio ad un leggero imbarazzo.
Gianluca: "Stavo pensando se ti andrebbe di vedere il mare?"
Anna: "Sarebbe magnifico."
Al tramonto si avviarono verso la spiaggia, giunsero quando il sole era calato del tutto, la spiaggia era buia e quasi del tutto deserta, di tanto in tanto si vedevano dei falò con i ragazzi che cantavano e suonavano le chitarre, ma nessuno si sarebbe curato di loro.
Anna rimase subito colpita dal suono delle onde del mare.
Gianluca: "Dai Anna vieni!" - la prese per mano correndo verso la spiaggia.
Anna: "Gian ti prego! Non tirarmi così, rischio di cadere, aspetta!"
Gianluca: "Dai piccola panda!" - sorrise divertito, adorava stuzzicarla.
Anna: "Uffa! Smettila di chiamarmi così!" - Anna si lanciò al suo inseguimento, lui la schivava ogni volta, ridevano come ragazzini, quando all'improvviso inciamparono l'uno nei piedi dell'altro, finendo a terra, sulla sabbia.
Si tenevano entrambi lo stomaco dal ridere, letteralmente piegati in due dalle risate, tanto da avere le lacrime agli occhi.
Erano secoli che Anna non rideva così - "Non è possibile che ogni volta che ci sei tu, finisco a terra."
Tornarono a ridere ancora, fino a quando pian piano il ridere lasciò lo spazio al silenzio, rotto solo dal rumore delle onde.
Rimasero sdraiati sulla sabbia, Anna rimase sdraiata li accanto a lui, su di lei un cielo immenso trapuntato di stelle.
Sentì la mano di lui stringere la sua, affondare insieme nella finissima sabbia tiepida.
Una stella cadente attraversò l'intero cielo.
Gianluca: "Esprimi un desiderio."
"Voglio te." - pensò questo Anna, mentre stringeva sempre più la sua mano, sentiva sotto le sue dita i ruvidi e minuscoli granelli di sabbia in contrasto con la sua pelle morbida, ebbe un brivido.
Gianluca si alzò da terra, porgendo la mano ad Anna, un gesto che lo fece sorridere e ripensare al loro primo incontro.
Anna posò la sua mano su quella di lui e si tirò su.
Faccia a faccia.
Occhi negli occhi.
Anna sentì il respiro di lui farsi affannato, era emozionato, avvicinò la sua mano al viso di lei, prendendolo dolcemente fra le dita.
Il viso di lui si fece sempre più vicino, la sua bocca si dischiuse, si avvicinò alle sue piccole labbra carnose e le sfiorò appena, un piccolo tocco che lasciava entrambi senza respiro.
Il suo viso tornò ad allontanarsi leggermente da lei, la guardò intensamente, era così bella e dolce davanti a lui.
Il suo viso tornò a farsi vicino a quello di Anna, le sue labbra si posarono piano su quelle di lei, le baciò lentamente, con piccoli movimenti delle labbra, lei lo strinse a se, senza mai staccare le sue labbra da quelle di lui.
Lui la strinse fra le forti braccia e lei si abbandonò totalmente alla passione dei suoi baci.~Iris
