•Per te ci sarò•
CAPITOLO 26
Una corsa sulla montagne russe, gli alti e bassi da brivido si susseguivano ad una velocità troppo alta.
Anna sorretta dalle forti braccia di George si sentì mancare le forze. Sparire in un attimo, annullarsi nel soffio di una manciata di parole taglienti.
L'immagine di lui che baciava Martina, la tormentava, capiva il risentimento che provava lui nell'averla vista baciare Travis, ma lei non l'aveva fatto intenzionalmente, era un bacio rubato per copertura, il suo invece?
Il suo modo così vendicativo di accanirsi su di lei l'aveva spiazzata, non si sarebbe mai aspettato da lui una reazione simile, dov'era finito il ragazzo timido e dolce?
Una domanda che per ora non trovava risposta.
George: "Signorina, non faccia così... Lasci che calmi, lasci che gli parli." - la voce di George era dolce e rassicurante.
Anna: "Grazie ma io voglio solo andare a casa adesso. Puoi chiamarmi un taxi per favore?"
George: "Ma non dica sciocchezze, il taxi non serve, l'accompagnerò io se proprio vuole andare ma mi dia retta. Mi aspetti qui!"
La grossa figura di George si avviò lungo il corridoio.
Nello studio l'aria era tesa, Gianluca non accennava a voler sapere delle spiegazioni di Travis.
Travis in mente sua temeva l'allontanamento, non avrebbe più avuto l'occasione di vederla così spesso, o forse non l'avrebbe vista più.
Pensava ad un modo per vendicarsi, gliel'avrebbe fatta pagare.
George entrò nello studio senza fare rumore.
George: "Anna vuole andare via..." - seguì un attimo di silenzio, un silenzio carico di tensione, l'espressione di Gianluca non cambiò sotto le parole di George.
Gianluca: "Faccia quello che vuole." - rispose con calma.
George capì che la situazione si complicava, avrebbe fatto fatica a cercare di convincerlo.
Non poteva lasciarlo finire così.
Uscì dalla stanza, seguendo un Travis furioso, lo bloccò per un braccio.
George: "Calmati Travis!"
Travis: "Ma questa gliela faccio pagare!"
George: "Te l'avevo detto di stare alla larga da lei. Senti, vai nella tua stanza e dormici su. Domani mattina parlerò di nuovo con lui, lascia sbollire la rabbia, alla luce del sole le cose possono apparire sotto un'altra ottica. Ti prometto che farò di tutto per aiutarti ma tu stai alla larga da lei!"
Travis annuì con il capo.
Anna rimase ferma seduta su un gradino della scalinata che portava al piano superiore, sentiva la freddezza del marmo penetrarle nelle ossa attraversando i vestiti, sentì la freddezza di Gianluca penetrarle nell'anima attraversando il suo cuore. Avrebbe voluto cancellare quel bacio, avrebbe voluto che Gianluca consacrasse di nuovo le sue labbra. Avrebbe voluto che il suo bacio, le sue morbide labbra, fossero arrivate a cancellare immediatamente quelle di Travis ed invece erano arrivate solo le sue brutali parole.
"Ho baciato Martina."
Solo poche ore prima erano felici, non potè fare a meno di ripensare alla sua mano che non la lasciava mai mentre giravano per Graceland, pensò al suo sorriso mentre la stringeva ballando stretti sulle note di Elvis.
Tutto questo era doloroso, doloroso pesare che erano di già solo ricordi, lontani anni luce dalla realtà, lontani nel tempo anche con la distanza di poche ore.
Anna sentì passi frettolosi avvicinarsi a lei, si trovò George di fronte con il suo sguardo bonario.
George: "È ancora molto scosso per quello che è successo ma mi ha detto di riferirle che..." - gli occhi speranzosi e pieni di lacrime di Anna lo supplicavano di darle una buona notizia - "La prega di restare, le chiede di non andare via e di aspettarlo in camera e di dargli tempo, di aspettare che riesca a sbollire la rabbia! Lo lasci riflettere, tutto si sistemerà!" - aveva mentito per non farla andare via, poi avrebbe pensato a come risolvere la cosa tra i due.
X: "Mi scusi signorina per averla fatta aspettare, la sua stanza è pronta!"
Anna la seguì sull'ampio scalone in marmo che conduceva ai piani superiori, George era dietro di lei che le portava il bagaglio.
Aveva deciso di restare, almeno un briciolo di speranza, le parole di George erano riuscite ad infonderle.
Si sdraiò sfinita sul letto, erano stati talmente tanti gli eventi in quella giornata che le sembrò di essersi alzata da una vita.
Gianluca se ne rimase nella penombra del suo studio, sprofondando la testa tra le mani, con i gomiti poggiati alla scrivania. Sentiva la testa esplodergli dalla tensione.
Alzò lo sguardo soltanto quando sentì qualcuno bussare alla porta. George entrò in silenzio avvicinandosi alla scrivania.
Gianluca: "L'hai accompagnata a casa?"
George: "Lei è qui perchè credo che dobbiate chiarire, non la lasci andare. Si sbaglia se pensa che lei sia interessata ai suoi soldi, che voglia soltanto approfittare di lei. Ora è di sopra, nella stanza degli ospiti, distrutta dal dolore e dalla stanchezza. Non può dubitare, la prego ci rifletta."
Gianluca ascoltò in silenzio le sue parole, non rispose, ma George sapeva che le aveva ascoltate e che lo avevano invitato a riflettere.
Gianluca aspettò che George uscisse, sentì i suoi passi allontanarsi lenti lungo il corridoio e sprofondò in un pianto silenzioso.Anna si svegliò frastornata, senza ricordare cosa fosse successo e dove fosse, le sembrò di risvegliarsi da un incubo ma le bastò mettere a fuoco quella stanza sconosciuta per capire che nell'incubo ci era appena di nuovo ripiombata.
Si alzò dal letto, uscì sul corridoio, la casa era silenziosa, si diresse verso lo studio di Gianluca senza fare il minimo rumore, certa che l'avrebbe trovato ancora li.
Si avvicinò alla porta nel tentativo di scorgere qualche suono all'interno, abbassò piano la maniglia e lo vide li, abbandonato a braccia conserte sulla sua scrivania, poggiava la guancia sul suo braccio, dormiva, crollato sfinito in un sonno profondo
Posò la mano delicatamente alla mano di Gianluca.
A quel contatto aprì di colpo gli occhi e se la vide in ginocchio accanto a lui a sfiorargli la mano con gli occhi umidi di pianto.
Anna: "Ti prego, Gian se ho sbagliato perdonami." - lui non rispose, rimase a fissarla ma in cuor suo desiderava tornare a baciarla.
Il suo sguardo si posò sulle labbra di lei che si avvicinavano alle sue, un attimo, un istante rapido e sfuggente in cui rivide le labbra di Travis posarsi su quella bocca.
Girò il viso evitando il suo bacio.
Per Anna fu un duro colpo sentirsi rifiutata, scoppiò a piangere, poggiando il viso sulle ginocchia di lui.
La guardò negli occhi, desiderava baciarla, ma si sentiva furioso per quello che era successo, non riusciva a mandare giù quell'immagine che tornava ad offuscargli il cervello.
Gianluca: "Non ci riesco. Forse è meglio che tu vada via!"
Per Anna quelle parole furono la morte più lenta e dolorosa che potesse subire.
Si alzò a fatica, lasciando che la sua mano scorresse piano sulle sue ginocchia a sentire per l'ultima volta il contatto con il suo corpo.
Si avviò tristemente verso la porta, il suo sogno era svanito in un istante.
L'immagine di lei che se ne andava per sempre dalla sua vita, gli riaprirono quel senso di vuoto interiore.
Si alzò di scatto, seguendo l'istinto alla sopravvivenza.
Si mosse rapido verso di lei e bloccò la porta impedendole di aprirla.
Anna rivolse lo sguardo verso di lui, vide i suoi occhi fissi nei suoi.
La prese con forza, bloccandola con le spalle al muro.
Gianluca: "Tu sei mia, devi essere mia. Nessuno può permettersi di toccare quello che mi appartiene!" - Anna si sentì mancare il respiro.
Sentiva il respiro di lui sulla sua bocca, un soffio leggero che rabbrividiva la sua pelle sensibile a lui.
Capì che l'avrebbe baciata, stava per farlo, avvertiva il suo viso avvicinarsi al suo, vicini, sempre più vicini.
Le labbra di lui si schiusero un attimo prima che toccassero quelle di lei.
Un contatto che azzerò tutti i dubbi e le paure, che cancellò i baci passati.
Anna si sentì felice, il suo cuore esultava nel suo petto.
George era felice di rivederli in armonia e Travis era ancora al suo posto, adesso doveva stare attento, non dare nell'occhio, sentiva che Gianluca non si fidava completamente, doveva riconquistare la sua fiducia e stare a distanza da Anna era il modo migliore.
Il cellulare di Gianluca suonò, John lo cercava con urgenza.
Gianluca: "...Cosa? In America ero solo. Okay... Grazie." - riattaccò, ma il suo viso si fece preoccupato.
Anna: "È successo qualcosa?"
Gianluca: "Nulla, tranquilla." - non ebbe il coraggio di dirle che cercavano una ragazza vicina a lui mentre un'altra dichiarava di aver fatto l'amore con lui in America, sapeva che non avrebbe capito, che la notizia le avrebbe fatto male inutilmente.
I giorni nella villa passarono felici, lontano dalle chiacchiere, lontano dalle ansie e le preoccupazioni, felici di amarsi.
Il sole cominciava a tramontare, Anna e Gianluca erano seduti sul ramo del grosso albero in riva al laghetto, Gianluca poggiava la schiena al tronco e teneva lei tra le braccia, che si cullava al suo petto.
Avrebbe voluto dirle dell'appartamento, ma non voleva litigare con lei nell'ultima sera insieme, avrebbe trovato il modo più avanti anche se aveva già intuito che sarebbe stato difficile farglielo accettare.
Restarono a cullarsi guardando il tramonto.
Il mattino li accolse tristi e malinconici, stretti in un abbraccio che sapeva di addio, che sapeva di separazione.
Passeggiavano in riva al lago, mano nella mano, in attesa che la macchina fosse pronta e che Travis caricasse i bagagli di Anna.
Un ultimo bacio poi il lento scivolare via dalle sue braccia.
Si ritrovò da sola in macchina, con George alla guida, Gianluca aveva voluto fosse lui ad accompagnarla, si sentiva più sicuro.
Anna era malinconica, sentiva ancora sulla pelle la fragranza del suo profumo, ma pian piano avrebbe sentito svanire anche quello.
Il suo sguardo cadde su un foglio che spuntava appena da sotto il sedile di fronte.
Lo prese incuriosita.
I suoi occhi stentavano a crederci.
"Ma è il mio appartamento... Ma adesso quel coglione mi sente." - in un attimo si sentì tradita da lui.~Iris
