•Per te ci sarò•
CAPITOLO 15
Il bagno si riempì rapidamente di vapore, Anna si fece scorrere l'acqua calda sul corpo a lungo, come un massaggio, con la speranza che assieme ad essa scorresse via lo stato d'ansia.
Ma più restava sotto la doccia più si sentiva mancare l'aria, si sentì opprimere dal vapore, non si dava spiegazioni per quelle strane sensazioni che provava.
Uscì affannata dal bagno, aprì la finestra e respirò l'aria fresca.
Cominciò a sentirsi meglio, ma l'ansia allo stomaco la teneva in pugno.
Pensò a lui, lontano dal suo cuore, capì di essere terrorizzata dal pensiero di perderlo, dal pensiero di lui insieme a qualcun altra, alle tante che gli giravano intorno.
Si chiese se fosse preparata a tutto questo, se fosse pronta a condividerlo con milioni di ragazze urlanti in tutto il mondo, se si sentisse forte da ignorare i pettegolezzi.
Era presto per dirlo, doveva fidarsi di lui, solo con il tempo avrebbe capito, un rischio che doveva correre.
Si asciugò i capelli, indossò il pigiama e si distese finalmente sul letto, prese il cellulare poggiato sul comodino e guardando il display sentì il cuore palpitargli nel petto - "5 chiamate perse da Giangi." - non esitò un attimo, lo richiamò immediatamente.La stanza di Gianluca era silenziosa.
Si era abbandonato sul letto, senza spogliarsi, ancora con le scarpe ai piedi, il vassoio della cena intatto sul tavolo.
Il silenzio fu interrotto dal suono del cellulare, ma lui non poteva sentirlo, si era addormentato.Anna posò il cellulare sul comodino, il suo sguardo si fece pensieroso chiedendosi dove fosse, del perchè non rispondesse così riprovò ancora.
Nulla.
Pensò fosse in un posto affollato, da non sentire il telefono, se lo immaginò mentre sorrideva a tutti, con i suoi modi educati, per un attimo fu gelosa, gelosa di non sapere con chi fosse, con chi parlasse e a chi sorridesse, avrebbe voluto essere li con lui.
Provò di nuovo.
L'ansia di sentirlo ormai si era impadronita di lei.
Guardò il cuscino accanto al suo, non resistette alla tentazione di sprofondarci il viso sopra, lo respirò pienamente, per sentirne ancora l'essenza di lui su di esso.
Non riusciva a crederci che meno di ventiquattro ore prima lui era li con lei, sul quel cuscino, le sembrava già passata un eternità.
Prese di nuovo il cellulare tra le mani e lo chiamò ancora una volta.
Nessuna risposta.
"Ragionaci su Anna, senza farti prendere da paranoie inutili, ti ha chiamata 5 volte. Ben 5 volte, è senza dubbio segno che voleva sentirti."
Le ore passarono, lunghe e silenziose, immersa nel vuoto della sua anima, persa tra le centinaia di ipotesi che la mente immaginava.
Per un attimo pensò a lui tra le braccia di un'altra, immaginò i suoi baci su una bocca che non era la sua.
Scacciò quel pensiero e tornò a chiamarlo ancora una volta ma gli squilli si perdevano nel silenzio.
Pianse, fino ad addormentarsi sfinita alle prime luci dell'alba.Gianluca si svegliò.
Dalla finestra scorse una città ancora dormiente, il cielo andava a schiarirsi piano sotto il lento sorgere del sole.
Entrò in bagno e si fermò a guardare la sua immagine riflessa allo specchio.
Aprì il rubinetto, lasciando che l'acqua fredda gli scorresse tra le mani, se la gettò in faccia violentemente, come se l'impatto con l'acqua fredda lo svegliasse.
All'improvviso il pensiero di lei prese completamente il posto nella sua mente.
Afferrò un asciugamano e asciugandosi corse in stanza alla ricerca del cellulare - "11 chiamate perse, 7 SMS." - Scorse l'elenco delle chiamate perse - "Mamma, Erika, Anna, Anna all'infinito, non l'ho fatta dormire tutta la notte ed è solo colpa mia."
Andò a leggere gli SMS: "Ciao Gian, mi spiace non aver risposto, ero sotto la doccia, ti prego richiamami." - "Gian non vorrei pensassi che non mi andava di sentirti, sono qui con telefonino in mano in attesa di una tua chiamata." - "Gian dove sei? Mi manchi, sono arrabbiata con me stessa per non aver sentito il cellulare, perchè non rispondi?"
"Gian, ti amo."
Rilesse quel 'ti amo' tante volte, perché non riusciva a dirle che l'amava? Perché non riusciva a darle la tranquillità e sicurezza che meritava? Smise di porsi domande nell'attimo esatto in cui schiacciò il tasto verde sul suo cellulare per richiamarla.
