•Per te ci sarò•
CAPITOLO 23
La luna non le sembrò mai così vicina come in quell'istante, pensò che le bastasse allungare una mano per poterla afferrare.
Per Anna era facile perdere il contatto con la realtà stando accanto a lui.
Lui le sconvolgeva i sensi, l'aveva fatto da quel primo istante in
aeroporto e continuava a farlo, a lasciarla senza respiro ogni volta, stupita dalla dolcezza delle sue parole, dalla semplicità dei suoi gesti,
dall'immensità dell'amore che sentiva di provare per lui.
Avrebbe voluto che la ruota panoramica si fermasse nel punto più alto, per restare sospesi in quella nuova dimensione tra cielo e terra, tra sogno e realtà.
Le sue parole appena sussurrate, la riportarono con i piedi per terra, mentre la ruota iniziava il suo secondo giro.
Gianluca: "Anna, stai tremando. Hai freddo?"
Anna: "Un po'."
Gianluca la strinse di più a se, cercando di scaldarla con il suo corpo, mentre con la mano le accarezzava il braccio nudo nel tentativo di riscaldarlo.
Travis era nei pressi assieme a George.
Il lento e rosso bruciare della sua sigaretta si intravedeva nel buio della notte, era silenzioso, camminava al fianco di George mentre si facevano luce con delle torce.
Di tanto in tanto buttava lo sguardo verso i bagliori in lontananza del
Luna Park in funzione, pensò a lei li con lui, sentì la gelosia divampargli nel petto.
George: "Pensi ancora a lei?"
Travis: "Tu come lo sai?"
George: "Amico, io faccio il bodyguard da anni, il mio compito è osservare tutto quello che accade intorno alla persona che devo proteggere ed io li ho visti i tuoi occhi quando c'è lei! Vuoi un consiglio? Lascia perdere e fai il tuo lavoro. Se lui dovesse accorgersene ti allontanerebbe immediatamente!"
Travis: "E chi se ne importa, troverei un altro lavoro! A me lei piace.
George l'ascoltava scuotendo la testa in senso di disappunto.
George: "Non mettermi in mezzo, non ne voglio sapere."
Travis: "Nessuno intende metterti in mezzo, non sto facendo nulla tanto sarà lei a venire da me! Hai già visto il casino che è riuscito a combinare
con Martina, con Anna sarà lo stesso ed io sarò li pronto a consolarla!"
George: "Sei ottimista vedo."
Travis: "Visto che sei un così attento osservatore, secondo te, quei due fanno sesso? È una cosa che non sopporterei." - i muscoli della sua
mascella si contrassero, provava un forte senso di gelosia - "Io credo di no. Qualche bacetto solo per illuderla che in fondo prova qualcosa per
lei."
George: "Travis devi piantarla! Cosa fa Gianluca non sono cose che ci riguardano, noi siamo pagati per proteggerlo e basta! Ci sono tante
donne nel mondo, trovatene un'altra ma lascia stare questa! Non costringermi a dirgli tutto." - il senso di lealtà di George era ammirevole, il suo cuore da gigante buono era felice di vederlo più sereno
accanto ad Anna, ma non avrebbe mai fatto la spia facendo licenziare Travis, lo aveva avvertito, l'avrebbe tenuto d'occhio.
Travis lasciò finire li il discorso, finì gli ultimi tiri della sua sigaretta con lo sguardo fisso verso le luci lontane del Luna Park.Anna e Gianluca si ritrovarono di nuovo sul vialetto di ritorno verso casa.
Gianluca se ne stava in silenzio, assorto da chissà quale pensiero, poi si rivolse verso di lei, guardandola con una sorriso che sarebbe bastato ad illuminare la notte.
Gianluca: "Non mi hai mai detto cosa hai pensato quel giorno in aeroporto."
Anna: "Credimi, è stato così assurdo che mi sarò chiesta un infinità di volte se avessi sognato ad occhi aperti! Ricordo quel giorno in negozio, ti ho riconosciuto subito. George mi aspettava fuori dal negozio, mi ha fatto paura all'inizio, pensavo fosse
un maniaco!"
Gianluca: "Ma chi, George? Ma se ha la faccia più buona del mondo!" - continuava a ridere.
Anna: "Poi ha dovuto rivelarmi per forza che eri tu ad averlo mandato a prendermi."
Gianluca: "Tu rovini sempre le mie sorprese. Sei una guastafeste."
Anna: "Io una guastafeste? Sarai tu forse quello incapace di organizzare sorprese 'normali'. Un rapimento ed una telefonata con la ex."
Continuarono a punzecchiarsi.
Anna appoggiò il viso sul suo
collo, libero di poterlo sfiorare con la bocca.
Nel sentire le sue labbra sulla sua pelle, Gianluca fu scosso di nuovo dall'impulso di amarla, rimaneva
in silenzio, continuando a mordicchiarsi le labbra, sentiva i seni di lei schiacciarsi contro la sua schiena, decise di resistere, almeno fino all'arrivo in camera da letto.
Il sentiero sembrava interminabile. Finalmente il cottage era di fronte a loro, allungò il passo per porre fine il prima possibile a quella tortura alla quale lei continuava a sottoporlo.
La sagoma di due grosse figure si delinearono nella penombra.
George: "Buonasera." - George e Travis erano di ritorno dal loro giro perlustrativo.
Gianluca: "Ciao ragazzi, tutto tranquillo?" - Gianluca cercò di ritrovare il controllo del suo corpo. Travis si sentì bruciare dalla gelosia, avrebbe voluto strapparla da lui, rimase calmo.
George: "Si tutto tranquillo, non si preoccupi."
Gianluca: "Perfetto, grazie. Buonanotte." - Gianluca stava per andare quando la voce di Travis lo bloccò.
Travis: "Mi scusi ma credo sia necessario discutere del piano da usare per il viaggio di Memphis."
Gianluca: "Si, hai ragione ma possiamo farlo domani mattina."
George: "Infatti, si può fare domani mattina." - intervenne George.
Travis: "Mi scusi se insisto, ma se la partenza è per domani sera sarebbe meglio pianificare il tutto adesso. Domani mattina al suo risveglio
sarebbe già tutto pronto, dobbiamo proteggere l'identità della signorina Anna, non crede?"
Gianluca: "Forse hai ragione." - Travis era riuscito a convincerlo, era certo di essere riuscito ad interrompere qualcosa tra loro, gli occhi delusi di
lei ne erano la conferma.
Gianluca la mise giù, voltandosi a guardare i suoi occhi - "Solo qualche minuto e sarò da te." - le sussurrò con un fil di voce.
Mentre Gianluca ed il suo staff si chiusero nello studio, Anna proseguì verso la camera da letto.
Aveva immaginato un finale diverso per quella serata, ma sperava ancora di rimediare, si tolse i vestiti che sistemò sopra una sedia, si sedette al centro del letto, si guardò intorno.
Lo sguardo cadde sulla porta socchiusa della stanza armadio di Gianluca, scivolò via dal letto entrandoci senza starci a pensare. Era curiosa di dare un occhiata ai suoi abiti, quale donna non avrebbe curiosato nell'armadio del suo uomo. Rimase sbalordita dalla quantità di abiti che aveva, si mosse piano in quella stanza guardandosi intorno, sfiorò con le dita i tessuti morbidi dei suoi abiti.
Uscì da quella stanza e tornò a sdraiarsi sul letto.
Gianluca tardava ad arrivare.