CAPITOLO 27

72 4 0
                                    

•Per te ci sarò•
CAPITOLO 27
Il potere dei soldi.
Da sempre era una cosa che la mandava in bestia, in un mondo in cui chi ha è superiore a chi non ha, tutto si compra, tutto è in vendita, tutto ha un prezzo, ma non lei.
Lo rilesse un infinità di volte per essere certa di quello che dicesse.
Non c'erano dubbi, lui era il proprietario del suo appartamento, il suo nuovo padrone di casa e la cosa non le andava giù.
Si sentì umiliata, piccola ed insignificante, si sentì come se tutto il lavoro che avesse fatto, tutti i suoi sacrifici fatti per emergere, per farcela, fossero stati spazzati via in un soffio di vento.
La rabbia, padrona della sua mente.
Anna: "George, ho mal di testa, cercherò di dormire un pò. Se dovesse cercarmi Gianluca digli che lo chiamerò all'arrivo."
Spense il suo cellulare e tornò a rituffarsi nei suoi pensieri, a sentire la delusione impadronirsi a poco a poco del suo cuore.
Travis era seduto nell'ufficio della security, controllava i monitor piazzati lungo il perimetro della villa e quelli davanti agli ingressi, tutto era tranquillo.
Ma il suo pensiero tornava a lei.
Poi tornò a pensare a quel documento, a lei, a quel bacio.
Ormai per lui, Anna era diventata un ossessione.

Fu il viaggio più lungo e pesante della sua vita, avrebbe voluto prendere il telefono e urlare a Gianluca tutta la frustrazione che quella situazione le appiccicava addosso.
Lei voleva essere libera ed indipendente.
Entrò in casa chiudendosi la porta dietro se, sfilò il cellulare dalla tasca riaccendendolo.
Fu inondata da messaggi ed avvisi di chiamata.
Nemmeno il tempo di leggerne qualcuno che tornò a suonare.
Era Gianluca.
Pigiò quel tasto verde con rabbia.
Anna: "Chiami per l'affitto per caso, padrone?"
Gianluca: "Ma che stai dicendo?"
Anna: "Cosa dico? Dico che vorrei pagare il mio affitto mensile, mi rivolgo a te o se ne occupano i tuoi legali?"
Gianluca rimase spiazzato, come lo aveva scoperto?
Gianluca: "Come lo sai? Avrei voluto parlartene ma non me ne hai dato l'occasione!"
Anna: "Oh si certo! Adesso è anche colpa mia, ma cosa credi di essere? Io dei tuoi soldi non so che farmene, non li voglio!" - iniziò ad urlargli in faccia, a lasciar uscire tutta la rabbia che aveva accumulato durante il lungo viaggio - "Non puoi comprarmi con i tuoi soldi, io mi sono cresciuta da sola, sono arrivata fin qui da sola, non occorre che arrivi tu a salvarmi, che rispetto hai avuto per la mia dignità? Sono io che decido della mia vita e non saranno certo i tuoi soldi a farmi cambiare idea, non voglio vivere all'ombra di Gianluca Ginoble, sentendomi inferiore a te per il resto della vita, la povera Cenerentola.
No io non voglio essere una Cenerentola, io lotto per sopravvivere!"
Gianluca: "Ma perchè non lo accetti come un semplice regalo?"
Anna: "Un regalo? Mii, un appartamento è per te un semplice regalo? Io ti ho regalato un pigiama quindi adesso siamo pari? Lo vedi che mi umili ogni volta? Non sarò mai in grado di ripagarti."
Gianluca: "Anna calmati. Ma non devi ripagarmi, l'ho comprato perchè così tu smettessi di lavorare e potevamo stare più tempo insieme, l'ho fatto per noi, non voglio umiliarti."
Anna: "Invece ci sei riuscito benissimo." - chiuse la chiamata.
Si tuffò sul letto a stringere il cuscino, il cellulare prese di nuovo a suonare, il nome sul display era il suo, lampeggiava insistentemente, Anna nascose la testa sotto il cuscino, a stringerlo forte sulle orecchie per non sentire.
Smise di squillare, ma nella sua testa pareva di sentirlo ancora.
Lo amava, ma non avrebbe mai accettato che lui decidesse della sua vita, non poteva cedere, non voleva che fosse lui a mantenerla, il suo orgoglio glielo impediva.

Gianluca rimase a guardare fisso il display del suo cellulare, non rispondeva alle sue chiamate, ma un messaggio l'avrebbe letto.
Se ne stette pensieroso per lunghi istanti, seduto sulla riva del laghetto, sotto il grande albero, in attesa di trovare la parole giuste da dirle, ci pensò su un sacco di tempo e alla fine decise che solo una parola potesse in qualche modo giustificare il suo gesto.
"Io ti amo."

Anna era diretta al lavoro.
Il pensiero di Gianluca la riportò di nuovo a pensare all'appartamento, ancora una volta si sentì ribellare dentro a quel pensiero, non avrebbe ceduto.
Sentì il cellulare vibrarle in tasca, lo prese tra le mani, immaginando fosse lui.
"Io ti amo."
Si sentì sciogliere sotto la forza di quelle poche ed essenziali parole.
La potenza dell'amore, riesce a far perdonare l'imperdonabile, accettare l'inaccettabile.
Si chiese come ne sarebbero usciti questa volta.
Tornava ad essere di nuovo combattuta tra due forze estreme, quella per l'amore per lui e cedere completamente, e quella per l'amor proprio che le imponeva di rispettarsi e farsi rispettare come persona. Riuscì a non cedere al richiamo di quel messaggio, anche se le faceva male, spense il cellulare e lo rimise in tasca.

Per te ci sarò.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora