CAPITOLO 17

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•Per te ci sarò•
CAPITOLO 17
Quella mattina fu Anna a svegliarsi per prima, rimase a guardarlo dormire a lungo.
Anna era talmente presa dai suoi pensieri che non si rese conto dei suoi occhi, ormai svegli, che la guardavano.
Gianluca: "Sei triste?"
Anna sorrise nel sentire la sua voce, liberò la mente dai pensieri e concentrò il suo sguardo nel suo.
Si perse di nuovo nei suoi occhi.
Anna: "Non sono triste. Pensavo semplicemente a come sarà vuota questa stanza quando non ci sarai."
Gianluca, ancora una volta, non riuscì a rispondere.
Anna: "Dio, è tardissimo, cavolo cavolo sono in ritardo!" - disse alzandosi di fretta dal letto, poi si fermò un attimo a guardarlo, era così bello, con il ciuffo scompigliato, non resistette, tornò a tuffarsi tra le sue braccia per un ultimo bacio.
Gianluca: "Non adare più a lavoro, posso pagarti io l'affitto."
Iris saltò di scatto fuori dal suo abbraccio.
Anna: "No! Grazie non ne ho bisogno." - la sua risposta fu secca.
Gianluca capì che doveva andarci piano su quell'argomento.
Anna cercò di vestirsi rapidamente, poi vide i calzini 'tattici' blu di lui e si voltò a guardarlo sorridendo - "Posso rubarti un calzino? Sono troppo simpatici i tuoi calzini blu! Te ne do uno dei miei rossi, dai Gian!"
I suoi occhi erano così luminosi, divertita all'idea di scambiarsi qualcosa, Gianluca non era del tutto convinto della cosa.
Gianluca: "Vuoi farmi andare in giro con i calzini di colore diverso?"
Anna: "Dai! Sotto i pantaloni non li noterà nessuno!"
Gianluca: "Ma come speri che nessuno noti i calzini!" - le rispose divertito, sapeva già in cuor suo che avrebbe ceduto - "E poi, come credi che in un tuo calzino entri il mio piede?"
Anna: "I miei calzini sono molto elastici, dai, dai, dai!"
Gianluca: "Ahahah che rompipalle, prenditi il mio calzino!"
Anna gli saltò al collo, felice di sentirlo stare al gioco, gli diede un rapido bacio sulle labbra e tornò a guardalo negli occhi.
Anna: "Ginoble che farai oggi?"
Gianluca: "Passo da casa. Ho un motivo che mi frulla nella testa e vorrei lavorarci al piano."
Anna rimase a guardarlo ammirata, Gianluca Ginoble stava per comporre qualcosa e nessuno al mondo lo sapeva, eccetto lei, questa cosa le diede un brivido, immaginava quali sensazioni avrebbe potuto far uscire questa volta dal suo cuore, era certa che sarebbe stata una canzone meravigliosa.
Dimenticarsi totalmente di Gianluca Ginoble, nessuno al mondo ci era mai riuscito, ma lei si, nei momenti spensierati non lo vedeva come la star mondiale, addirittura si dimenticava di lui, era per lei l'uomo della quale si era innamorata, punto e basta.
Lo trovò fantastico.
Anna: "Ora devo proprio andare." - Gianluca la trattenne per un polso, le diede un ultimo bacio sulle sue labbra.
Gianluca: "Quanto vorrei che non lavorassi! Posso pagarti io l'affitto."
Anna: "Porca vacca indigena, non tornare su questo argomento, per favore!"
Gianluca: "Ma perché?"
Anna: "Io non voglio i tuoi soldi, ce la faccio da sola, non voglio essere comprata, non mi puoi comprare!" - l'orgoglio di Anna venne tutto fuori in quelle poche parole, i suoi occhi si fecero decisi.
Gianluca: "Non voglio comprarti! Nessuno cerca di farlo. È solo che avresti più tempo da passare con me! I week-end per te non esistono, la sera arrivi sfinita e rimane poco tempo per stare insieme! Pensaci, ti prego."
Anna rimase in silenzio, aveva ragione, ma non se la sentiva di approfittare di lui, non era nel suo modo di fare, molte avrebbero preso al volo quell'occasione, ma non lei, il suo orgoglio glielo impediva.
Anna: "Grazie ma voglio farcela da sola, non voglio approfittare di te, non voglio che tu o qualcun'altro possa minimamente pensare una cosa simile, so che posso farcela da sola!"
Gianluca: "Ma quanto sei testarda oh! Non penserei mai una cosa simile di te. Vedila così; sono egoista e voglio stare più tempo con te, lo faccio per me, solo per me! Va meglio così?"
Anna: "Mi dispiace ma con me non attacca!" - si avvicinò a lui per un dolce bacio e si avviò verso la sua dura giornata.
Gianluca rimase a letto, pensieroso, non lo trovava giusto, doveva fare qualcosa, afferrò il cellulare e chiamò uno dei suoi avvocati.
Gianluca: "Pronto, ho bisogno che verifichi chi è il proprietario di un appartamento, prendi nota, l'appartamento è ********, poi vorrei che ti occupassi di comprarlo, no, non so se è in vendita, ma fai una buona offerta. Si venderà di sicuro... Lo so. Ma questo appartamento deve essere mio, subito... Non posso dirti altro, grazie."
Si sedette sul letto, sbottonando lentamente i bottoni del pigiama, prese la maglia sul divano accanto al comodino, se la infilò buttando lo sguardo sui calzini posati sul letto, sorrise prendendoli in mano, si sentì buffo nell'indossarli, ma la cosa lo divertì, pensò a lei con gli stessi calzini ai piedi.
Lei era come lui, pensò, non vuole adeguarsi alle regole, dov'è stabilito che non si possa indossare un calzino blu con uno rosso?
Lei era perfetta per lui, Gianluca lo capiva ogni giorno di più.
Sorrideva mentre tra se e se canticchiava il motivo che aveva in mente.
Si mosse in fretta, doveva tornare a casa e fissare sulla carta quella musica, prima di perderla per sempre.

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