•Per te ci sarò•
CAPITOLO 9
Anna continuava a guardarlo meravigliata, era così piacevole stargli accanto, sentirlo ridere, le sembrò che la sua vita in quell'istante fosse perfetta.
Gianluca: "Piccola ci sei?"
Anna: "Oh, si scusa. Stavo pensando ad una cosa..."
Gianluca si mise a ridere, Anna era rapita dal suo sorriso, in lei sentiva crescere il desiderio di parlargli, conoscerlo - "Mi lavo le mani in bagno e ti raggiungo, il bagno è di qua vero?" - Gianluca entrò nella camera da letto di Anna diretto verso la toilette.
Anna, rimasta sola in cucina, fu di nuovo assorbita dai suoi pensieri mentre risistemava il piano lavoro.
"Anna ti prego smettila di essere imbambolata davanti a lui, sembri un idiota. Un bel respiro e comincia ad essere te stessa! È cosi bello averlo qui, mi sento completa, protetta dalla sua presenza, è fantastico, una sensazione che vorrei non finisse mai."
Lo sentì ridere nella sua stanza e lo raggiunse per capire cosa lo divertiva così tanto.
Quando lo vide con in mano la cornice con la foto ritagliata dalla rivista, Anna si sentì terribilmente in imbarazzo, avrebbe voluto sprofondare, sentì il suo viso divampare dalla vergogna, proprio quella mattina aveva persino incastrato, sul bordo della cornice, il bigliettino che accompagnava la rosa con la frase "Credi nei sogni?", pensò di aver fatto una cosa stupida, da adolescenti e vederlo ridere glielo faceva pensare ancora di più.
Essere derisa da lui, sui suoi sentimenti, era una cosa poco piacevole, pensò a tutte quelle volte che aveva guardato quella foto con occhi sognanti, innamorati, e adesso lui ne rideva.
Si avvicinò a lui e gliela strappò via dalle mani, riponendola con rabbia nel cassetto del comodino.
Anna era turbata e Gianluca la guardava stupito.
Gianluca: "Scusami, non volevo violare la tua privacy, ridevo perché non sapevo che questa fosse finita sui giornali." - la sua voce era così dolce, i suoi occhi erano sinceramente dispiaciuti, Anna rimaneva davanti a lui in silenzio, mortificata, non sapeva cosa dire - "Dovremmo farne una più carina da tenere sul tuo comodino, non credi? La prossima volta organizzo per delle foto." - insistette Gianluca.
Ma come poteva avercela con lui, era così premuroso, "La prossima volta organizzo per delle foto.", sta già pensando ad una prossima volta, ci sarà una prossima volta, vorrei che mi stringesse tra le braccia ora.
Anna addolcì pian piano il suo sguardo, lui non aveva chiesto del perché quella foto sul comodino, era stato discreto, era evidente il motivo e lei si sentì protetta da lui, capì di potersi fidare, lui la rispettava.
Anna: "Dai, la pizza sarà quasi pronta."
Si sedettero sul tappeto con un piatto di pizza fumante, a chiacchiere, a conoscersi.
"Allora? Che mi dici della mia prima pizza?" - disse orgoglioso Gianluca.
Anna: "Hai un filo di mozzarella qui, vicino alle labbra, aspetta che te lo tolgo." - Anna avvicinò la mano al suo viso, lo sfiorò appena ed ebbe un brivido che le attraversò tutto il corpo, la sua pelle così morbida sotto la sua mano, il suo, da semplice gesto, divenne una carezza.
Gianluca ma la lasciò fare, la guardava intensamente negli occhi, poi posò la sua mano su quella di lei ferma sul suo viso, l'avvolgeva tutta, la mano di Anna si perdeva nella sua.
Gianluca le strinse la mano, la portò con delicatezza sulle sue labbra e la baciò lentamente, senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi.
Anna sentiva sotto le sue dita la forma delle sue labbra, morbide, che si muovevano a baciarla piano, si sentì mancare dal piacere che provava, dischiuse le labbra per respirare più ossigeno, l'emozione le spezzava il respiro, non riusciva a distogliere gli occhi dai suoi.
Se avesse potuto, avrebbe fermato il tempo in quell'attimo.
Lentamente sfilò la mano da quella di lui, abbassò lo sguardo, sentì le guance arrossire, sentiva sulla sua pelle ancora il calore dei suoi baci.
Fu Gianluca a spezzare l'imbarazzo.
Gianluca: "Scommetto che sei brava anche a fare i biscotti."
Anna: "Bhè, si me la cavo." - rispose con un fil di voce, ancora visibilmente emozionata.
Gianluca: "La prossima volta mi farai provare qualche altro dolce, ci conto. Adoro sentire il profumo di biscotti entrando in casa, mi ricorda quando da piccolo tornavo a casa da scuola ed entrando sentivo mamma in cucina che preparava biscotti, le correvo tra le braccia e i suoi abiti sapevano di biscotti alla vaniglia appena sfornati."
Anna lo ascoltava commossa, si rendeva conto di avere di fronte un ragazzo estremamente sensibile, che amava profondamente sua madre, che adorava le cose semplici della vita, era piacevole starlo ad ascoltare mentre raccontava della sua vita.
I particolari che raccontava di quanto fosse legato a sua madre fecero venire le lacrime agli occhi di Anna - "Che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Anna: "No. È che mi piace sentirti parlare di te bambino e di quanto ami tua madre, quando hai detto che ti piaceva correrle tra le braccia e sentire su di lei il profumo di biscotti, mi hai fatto ricordare che anch'io amavo la stessa cosa, sentire il profumo di dolci quando abbracciavo mia madre."
Gianluca: "Ti manca tua madre?"
Anna: "Tanto! Io non ho più i genitori da un bel po' e delle volte ho l'impressione che i ricordi sbiadiscano con il passare del tempo e che tra non molto non ricorderò più il suono delle loro risate, della loro voce."
Gianluca: "Non accadrà mai, credimi. Perché quei ricordi non sono nella mente, ma nel cuore e le cose impresse nel cuore restano per sempre."
Si avvicinò a lei, la strinse tra le braccia e lei si sentì al sicuro, si sentì protetta, per la prima volta dopo tanto poteva abbassare la guardia, perché sentiva che lui l'avrebbe difesa da qualsiasi pericolo ed era una sensazione così rassicurante.
La serata scorreva via piacevolmente, Veronica aveva ragione, era una persona semplice.
Anna era felice di trovarsi a suo agio con lui, anche se in quelle situazioni si sarebbe sentita a disagio con chiunque.
Gianluca: "Ho visto che c'è un parco qui vicino, ti andrebbe di fare due passi?"
Anna: "Andiamo!" - Anna, sorridendogli, gli prese la mano e lo tirò verso la porta, come a non voler sprecare più nemmeno un secondo chiusi in casa.
Il parco era silenzioso, Anna stringeva timorosa la sua mano, aveva paura, ma era così bello stargli accanto che aveva deciso di sfidare la paura.
Proseguirono lungo il viale, l'intreccio di rami sopra di loro si aprì a lasciar intravedere uno spicchio di cielo notturno, sulla quale spiccava una bellissima luna piena.
Gianluca: "Guarda, c'è la luna piena! Fa apparire tutto magico... Saliamo su quest'albero, dal suo ramo la luna si vede meglio." - abbozzò un sorriso malizioso.
Anna: "No, non credo di essere in grado di salire su un albero." - Anna cercava di resistergli, mentre lui la tirava verso l'albero.
Gianluca: "È facile, ti aiuto."
Senza che se ne rendesse conto, Anna si ritrovò seduta su un grosso ramo.
Il panorama da li assumeva tutto un altro aspetto, Gianluca aveva ragione, era tutto più magico.
I suoi occhi brillavano come stelle, il suo sorriso illuminato dalla luna, Anna era totalmente presa da lui, sentiva il suo cuore scoppiare, avrebbe rinunciato a tutto nella vita ma non a trovarsi su quel ramo con lui in quel momento.
Gianluca: "Comincia a far freddo, forse è meglio andare, scendo prima così poi ti aiuto."
Scese con agilità dall'albero e tese le braccia verso di lei che scese goffamente.
"Porca vacca." - disse con un filo di voce Anna.
Si trovò di fronte a lui, con il cuore commosso dalle sue parole ed istintivamente si strinse a lui cercando un abbraccio, Gianluca la strinse forte a se.
Anna: "Grazie Gian."
Gianluca: "Grazie a te." - le sussurrò all'orecchio, poi le sue labbra scesero sul suo collo, lo sfiorarono appena sotto l'orecchio, lei fu in preda ai brividi della passione e lui continuava a baciarla con delicatezza a piccoli tocchi appena accennati, baci appena sfiorati sul suo collo fino a scendere sulla spalla.
Anna si abbandonò a lui totalmente, quando all'improvviso Gianluca si staccò da lei, la guardò con occhi di fuoco, ardenti di passione, il suo respiro era profondo.
Lei rimase in silenzio, quasi spaventata dalla passione che stava per impadronirsi di lei.
Gianluca: "Forse è meglio andare." – riuscì a pronunciare a stento.
Si avviarono verso casa, passeggiando l'uno accanto all'altra, senza parlare, senza toccarsi, entrambi turbati dal desiderio che li aveva travolti.
Si fermarono sotto casa, Gianluca alzò piano lo sguardo verso di lei, Anna notò subito quanto fosse diverso il suo sguardo ora.
Gianluca: "Posso rivederti?" – chiese timidamente.
Anna: "Quando vuoi."
Gianluca: "Sogni d'oro, a presto!"
Anna rientrò in casa, la magia era sparita, tutto le sembrava un sogno vissuto ad occhi aperti, come se fosse stato frutto della sua immaginazione e adesso la realtà le sembrava così diversa, così vuota.
Si sentiva delusa per la fine di quella serata, si sedette triste sul letto, quando un luccichio che spuntava da sotto il suo cuscino attirò la sua attenzione.
Alzò il cuscino ed un sorriso illuminò il suo volto.
Il suo braccialetto era li assieme ad un biglietto: "A volte la realtà sa essere più bella dei sogni. Il tuo Gian."
All'improvviso, Anna sentì di nuovo la magia intorno a se.~Iris