Capitolo 4 ( REVISIONATO)

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Era ormai passata una settimana dalla mia festa di compleanno, e ancora incredula rigiravo tra le mani il regalo più bello. Ero stata sveglia giorni e notti, sempre al pc per cercare più informazioni possibili su quella meraviglia di angolo di mondo. Mio padre e mia madre mi avevano parlato dopo la festa e mi avevano dato rigide regole da seguire se, volevo portare a termine il mio viaggio. Avevo inoltre capito il perchè della presenza dei miei cugini, per controllarmi. Non volevo di certo rinunciare al viaggio ed ero sicura avessero fatto questo, perchè i miei genitori mi vedevano ancora come la loro piccola bambina, non una vampira di 118 anni.
Il viaggio era programmato tra una settimana ho promesso ad Abby e Mia che nel caso ci fossimo trovate bene a Los Angeles le avrei invitate a stare da noi.
I giorni prima della partenza passarono freneticamente, da una breve ricerca scoprii che nella bellissima città dove sarei andata tra poco era estate. 
I laboratori lavorarono senza sosta per fornire a me ed ai miei cugini una scorta enorme di protezione solare, che era stata già testata nel mondo umano, e sembrava funzionare alla perfezione. Harry e Louis erano davvero entusiasti e si adoperarono anche loro a cercare una sistemazione nella nostra nuova città. Io invece feci moltissime ricerche ed alla fine mi iscrissi al college e precisamente al " LOS ANGELES CITY COLLEGE " guardai mille e più volte i corsi disponibili, anche mia madre volle aiutarmi a scegliere, anche se lei era più dell'idea, svagati per un anno e poi torna. Ma la mia idea era quella di conformarmi al resto della popolazione. Mia madre si adattò alla mia scelta e mi consigliò di escludere quelle facoltà che potessero smascherarmi per quella che ero.
Quindi ci sentimmo di escludere tutte quelle professioni sanitarie che implicavano che potevo stare a contatto con il sangue,esclusi anche le professioni che mi avrebbero tenuta a contatto con gli umani per moltissime ore al giorno, mi resi conto che alla fine le opzioni rimaste erano davvero esigue.  ARTE o FOTOGRAFIA?
Devo ammettere che ero abbastanza brava in tutte e due le discipline, ma la fotografia secondo me, rendeva più libera, implicava fare foto, e non solo in studi fotografici, ma anche all'aperto. Inoltre io volevo assolutamente immortalare il più possibile di quella meraviglia. Al contrario di me, i miei cugini invece optarono per un lavoro, loro preferivano guadagnare denaro. Cercando sul magnifico internet avevo trovato loro un bell'impiego notturno e redditizio , un club nel cuore di LAX cercava due buttafuori, e  loro due erano davvero ben fisicati e avrebbero potuto sbattere fuori chiunque. Contattai   il proprietario che accettò di fare un colloquio preliminare tramite Skipe, il signor Brown ne fu così colpito che li assunse tutti e due solo vedendoli attraverso uno schermo e parlandoci per circa dieci minuti. Oramai restavano solo poche cose da sistemare prima della partenza: dei documenti, che da noi erano superflui  una casa, un rifugio dove potevamo essere ciò che eravamo e la spedizione di tutti i nostri bagagli creme solari, scorte di sangue incluse.
Per i documenti del caso io mi occupai di fare le foto, per carta d'identità, passaporto, patente e assicurazione sanitaria che sicuramente a noi non sarebbe servita, ma era una cosa obbligatoria.
Un amico fidato di papà invece prese le foto e ne fece documenti per tutti noi,  io invece riuscii ad ottenere un alloggio nella residenza del college dove saremo potuti rimanere tutti e tre assieme. L'amico di papà mi fornii anche dei certificati scolastici ottimi, degni di uno studente modello,in modo tale da riuscire a entrare al college senza problemi, infatti già prima della partenza inviai tutta la documentazione necessaria per l'iscrizione, così da arrivare li ed iniziare i corsi in autunno.
Come ultimissima cosa prima di partire mio padre mi fece prendere lezioni di guida dal  nostro fidato autista così da poter usare il regalo che gentilmente i nonni avevano pensato per me. Non potevo crederci, in men che non si dica diventai bravissima alla guida, scoprii che guidando potevo rilassarmi e la mia auto decapottabile sicuramente aiutava il mio divertimento facendo volare i miei capelli durante la marcia.
I bagagli pronti, i documenti al loro posto, i cugini erano presenti.
Era finalmente arrivato il tanto atteso giorno della partenza, avevamo l'aereo alla mattina presto, mio padre prima di partire da casa cercò per l'ultima volta di dissuadermi dal fare questo viaggio, ed io per l'ennesima volta lo rassicurai, ancora a notte fonda salimmo tutti in macchina diretti all'aeroporto, mamma, papà, io, Harry e Louis. Tirai un enorme sospiro di sollievo, quando arrivai alle porte della nostra Decoy, le vidi aprirsi per lasciarci passare e ancor di più quando superammo la barriera magica vecchia di millenni, che avrebbe celato a qualsiasi occhio umano o animale la nostra città.
Ero fuori, ero libera tirai giù il finestrino e respirai la fresca aria che sapeva per me di libertà, poi mi rilassai sui neri e morbidi sedili di pelle e mi addormentai beata e tranquilla sognando già la bellissima Los Angeles.
Decoy distava circa due ore dall'aeroporto più vicino, che si rivelò essere quello di Dixon, mentre quello di destinazione era ovviamente l'aeroporto internazionale di LAX, dalle mie ricerche avevo appreso che il volo sarebbe durato circa 10 ore.

Un nuovo capo per Decoy ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora