Capitolo 6 ( REVISIONATO)

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Mi svegliai carica, pronta per affrontare una nuova giornata a Los-Angeles. Erano le nove del mattino,  nelle settimane prima di partire avevamo fatto tutti e tre molta pratica per invertire il nostro stile di vita notturno, gradualmente avevamo iniziato come gli umani a riposare la notte e vivere di giorno, all'inizio non è stato facile, ma la mia grandissima tenacia mi ha permesso di riuscirci in pochissimo tempo.
Mi alzai, dopo una bella doccia rilassante e rinfrescante, mi vestii e andai al piano inferiore per la colazione. I miei due splendidi cugini però,avevano già pensato a tutto. Sul tavolo, una fumante tazza di sangue caldo al punto giusto, e qualche merendina umana per saziarmi. Devo ammettere che amo stare qua, ma mi manca già moltissimo potermi nutrire direttamente da una calda vena pulsante. Sarà davvero difficile, uscire, mischiarmi con gli umani e reprimere i miei istinti primordiali. Come me anche i miei cugini mi confessano che pensano la stessa cosa, dovremmo imparare a controllarci per coesistere in pace e serenità. Cerchiamo di calmare i nostri istinti animaleschi, rilassando la mente e conversando tra di noi. Sembra funzionare siccome siamo già molto più calmi. Ognuno aiutò gli altri a spalmarsi la speciale crema solare che ci avevano fornito a Decoy, poi decidemmo che per tutta la giornata avremmo fatto i turisti, mentre la sera, per i ragazzi sarebbe stato il loro primo giorno di lavoro. Avevo avuto sempre un desiderio, fin da piccola,camminare come mi raccontava la mamma, su sabbia calda e bianchissima della spiaggia, e immergermi nel cristallino e rinfrescante oceano. Trascinai i miei cugini in un negozio che ieri avevo notato al centro commerciale. Entrammo nel negozio, ciò che vidi fu un immenso scaffale pieno di bikini, uno più bello dell'altro, ammiro estasiata tutti i capi appesi ordinatamente, divisi per colore e taglia. Leggo le varie taglie, non ho la minima idea di quale possa andarmi bene, a Decoy non abbiamo questo sistema di misurazione. Hazza e Lou mi consigliano di provare una quarta, non ho idea se questo bikini possa contenere le mie forme. È tutto diverso da Decoy, qui le persone prendono quello che desiderano e lo provano in camerini nascosti, a casa, invece non esistono camerini, fin da piccoli si ha una propria misura che è dettata dalla genetica, quindi non servono camerini, basta sapere il proprio numero vestiziale ( che per gli umani sarebbe la taglia)
Una ragazza si avvicina a me e mi chiede se ho bisogno di aiuto, credo sia una commessa. Chiedo un consiglio alla giovane umana, e anche lei mi consiglia una quarta taglia. Provo il bikini nell'apposito camerino, il colore verde acceso sembra starmi davvero bene, risalta sulla mia pelle bianca e diafana, chiamo Haz e Lou che annuiscono sorridendo, e decido di acquistarlo. Come i maschi umani anche loro si acquistano un costume, il loro tempo di shopping è pari a due minuti, non capisco davvero come facciano. Dopo aver comprato anche occhiali da sole e telo mare ci dirigiamo alla vicinissima spiaggia. Trovammo insolitamente parcheggio attaccato all'entrata della spiaggia chiamata "Venice Beach ". Spengo la macchina, scendo febbricitante dal mio mezzo di trasporto e così fanno anche i miei cugini, ci dirigiamo all'ingresso della spiaggia e senza ulteriori indugi ci addentriamo. Tolgo subito le infradito che avevo ai piedi affondo nella sabbia i miei piedi bianchissimi, e la sensazione che provo sui piedi è davvero sublime.  La sabbia leviga le piante dei miei piedi come un massaggio, un massaggio molto piacevole. Non sapendo cosa fare imitiamo gli umani che vediamo attorno a noi, stendiamo il telo, ci togliamo gli abiti e rimaniamo in costume. Ci stendiamo e lasciamo che i caldi raggi sfiorino la nostra pelle. È una cosa surreale,magica mai avrei pensato che un giorno sarei riuscita a crogiolarmi al caldo sole senza incenerire in pochi secondi. L'esposizione al sole pieno però si vede che non è contemplata nella nostra crema solare, perchè molto presto sento la mia pelle arrossarsi dapprima e poi iniziare a bruciare, simultaneamente a me anche Haz e Lou si alzano e per raffreddare il nostro corpo che prevedo stia per andare a fuoco, corriamo velocemente verso l'oceano, senza entrare gradualmente ci immergiamo completamente.
L'acqua aiuta a lenire il rossore ed il bruciore, ma l'acqua salata di questo immenso oceano è leggermente fastidiosa per noi. Restiamo in acqua per circa dieci minuti,fino a che la nostra cute non è ritornata normale, poi con calma usciamo e corriamo ad avvolgere il nostro corpo coi teli mare, siccome ora siamo quasi totalmente quasi senza protezione. Arriviamo in fretta e furia in macchina, ci vestiamo rapidamente,rispalmiamo la crema sulle parti non coperte dagli abiti e ci dirigiamo a casa per rimetterci apposto. La nostra prima esperienza al mare è durata si e no circa un ora. Sicuramente ci sarà un qualcosa per aumentare la durate dell'esposizione del corpo semi-nudo al sole, ci deve essere, ed io farò di tutto per averla. Ci sentiamo tutti e tre spossati, dopo essere stati quasi inceneriti. Scongelo subito una sacca di sangue e la divido in tre tazze, la scaldo al microonde e la servo ai miei cugini, che famelici la ingurgitano tutta d'un fiato. Dopo averla bevuta, ci sentiamo subito meglio. Non vogliamo di certo scoraggiarci, ci prepariamo nuovamente, per la seconda volta stamattina usciamo di casa, ma stavolta ci dirigiamo al centro di Los-Angeles. Camminiamo confondendoci con le persone che ridono e parlano tra di loro. Ignari di camminare vicino al più temibile dei predatori. Il nostro autocontrollo è abbastanza alto,anche perchè ci siamo appena nutriti. Riusciamo a camminare per la strada senza saltare al collo di nessuno. Passeggiamo per molti minuti sulla strada principale di questa città, le vetrine tutte in ordine richiamano i passanti, e anche io ne sono rapita, mi fermo spesso ad osservare i nuovissimi capi di punta delle varie collezioni. In particolare un negozio di scarpe attira la mia attenzione, zeppe di corda con colori pastello sono in vetrina e sembrano guardarmi, i miei occhi si fanno grandissimi e a cuore, Lou e Haz, dolci come sempre mi promettono che con il loro primo stipendio me le regaleranno. Proseguiamo la passeggiata, ma ci addentriamo un pochino più all'interno e scorgiamo in lontananza un parco giochi per bambini, voglio avvicinarmi per guardali giocare, così trascino Hazza e Louis con me. I bambini urlano e giocano rincorrendosi. Io mi fermo a guardare e spero un giorno di avere la grandissima fortuna di avere un figlio. Haz e Lou guardano il parchetto e capiscono subito quale possa essere il mio desiderio. Haz mi posa una mano sulla spalla e mi dice:" un giorno piccola, anche tu avrai la tua famiglia".lo guardo e sorrido, spero davvero abbia ragione. Ci giriamo per andarcene e proseguire la nostra passeggiata,voglio ritornare sul vialone principale, ma un forte odore di sangue dolcissimo, arriva alle mie narici, è un secondo,sento gli occhi diventare rossi, sento le zanne pizzicare le gengive ed allungarsi. I miei istinti da predatrice si risvegliano all'improvviso, mi volto in mezzo alla gente, che ignara continua a camminare affianco a me.Tutto succede in un nano secondo, l'odore del sangue, le zanne, ed io che parto con la mia velocità verso quella povera creatura che fino a poco tempo fa desideravo avere, come madre, mentre ora la desidero come cibo. Mi fermo come ogni predatore e mi nascondo, ho voglia di cacciare. Nessun sangue ha un odore così dolce come quello di un bambino. Lo vedo sta piangendo, perchè e caduto, la mamma gli va incontro e lo consola, il sangue esce lento dal ginocchio sbucciato, sto per partire, voglio succhiare quel sangue da quella ferita, ma mi sento trattenuta. I miei cugini mi hanno individuata e fermata. Anche loro hanno occhi rossi e zanne prominenti, ma riescono a controllarsi meglio di me, siccome hanno qualche anno in più.
Non sono in me, e provo a convincerli ad assaltare quella creatura innocente. Loro per fortuna resistono e mi trascinano via, solo dopo circa dieci minuti,al sicuro in un vialetto deserto, mi lasciano. Hanno ragione ad avermi portata via da la, ma ora sento nuovamente la fame, ho di nuovo bisogno di nutrirmi, da una vena calda. Proprio in quel momento un uomo ubriaco si intrufola nel viale. Inizia a guardarci storto e si avvicina a me, che ho addosso solo shorts e top. Vedo i miei cugini nascondersi, capisco che mi stanno dando il ,loro benestare, e poi sanno che mi so difendere da sola, mi rilasso. L'uomo si avvicina e inizia a blaterare qualcosa di insignificante. Si scaglia contro di me e mi sbatte al muro vicino, ed io lo lascio fare, voglio provare a dargli un po di vantaggio, questo per me rende la caccia ancor più interessante. Ora non sento più nulla, non ho umanità in questo momento, ho solo gli occhi rossi e i canini già pronti all'azione. L'uomo prova con le mani ad insinuarsi sotto alla mia maglietta, io mi avvicino alla sua vena pulsante, lo sfioro con la lingua e fingo di trarne piacere, ed il pazzo sembra gradire. Poi non resisto più, ed all'ennesima provocazione del malcapitato, sfodero le zanne e mi avvento sul caldo giugulare dell'uomo. Bevo due o tre sorsate, e poi mi stacco, Haz e Lou arrivano attaccandosi anche loro al collo. Poi perdo nuovamente e totalmente il controllo e anche io mi attacco al collo del povero malcapitato. In pochi secondo lo sentiamo accasciarsi esanime sotto di noi e ci stacchiamo, siamo soddisfatti, ma abbiamo appena commesso un crimine. Ci guardiamo intorno, nessuno ha visto nulla, per la paura nascondiamo il corpo del malcapitato e ce ne andiamo. Ci dirigiamo velocemente verso casa, dove io sprofondo nei miei sensi di colpa ho bisogno di mia madre, la chiamo, le racconto cosa è successo, lei sembra capirmi e prova a tranquillizzarmi e rassicurarmi. La voce della mamma è riuscita un po a placare le mie lacrime continue, Haz e Lou si sentono molto meno in colpa di me. Il resto della giornata lo passo in camera mia, rannicchiata sul letto a guardare stupidi programmi alla tivù. Rifletto tra me e me, non so se sia stata una buona idea venire qua sulla terra. Siamo qui da due giorni e ci siamo lasciati già dietro una vita. Non voglio ce ne siano altre, ma quando sento la calda giugulare pulsarmi sotto alla lingua non resisto.
Sono le sette e mezza di sera ormai, e i ragazzi stanno provando da circa due ore ad entrare nella mia stanza, ma io voglio restare sola. Avevo promesso loro di accompagnarli al lavoro il primo giorno, ma non me la sento proprio. Affido le chiavi ad Haz che è in grado di guidare. Lui non si arrende e entra in camera mia anche contro la mia volontà. "Macy, cuginetta mia, so quanto tu ti possa sentire in colpa per quello che è successo oggi, ma è nella nostra natura, siamo fatti per cacciare gli umani, siamo stati creati da qualcuno proprio per questo scopo. So che a te non piace, e noi ti aiuteremo a controllarti prima di iniziare il college. Quello di oggi è stato un errore che non si ripeterà più. Ma ascoltami quando ti dico che la persona di oggi non aveva nulla di buono, gli ho letto la mente e i suoi pensieri erano davvero ripugnanti, non era meglio di un criminale rinchiuso dietro le sbarre. Su piccola cuginetta vieni con noi al club, ti diverti, non ci pensi e ti passa, fallo per noi Macy ". Le sue parole mi tranquillizzano, e sebbene io non abbia voglia di andare con loro, gli accontento, mi lavo e mi vesto da discoteca, sapere che la persona che oggi abbiamo ucciso era un criminale, non mi fa giustizia, ma sicuramente mi fa sentire meglio. Finisco di truccarmi, prendo portafogli, cellulare e chiavi e usciamo da casa, tutti e tre assieme.

Un nuovo capo per Decoy ❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora